Capitolo 19.- Epilogo

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Natasha sedeva nella sua celletta, sul pavimento e fissava Roma.

Poteva vederla, vedeva la città eterna che aveva osservato nascere, fiorire, decadere e rinascere infinite volte; vedeva il Colosseo, un gigante nero nella notte luminosa della città, con i suoi archi, i suoi mattoni, la sua silenziosa eternità.

Si intristì: aveva rinunciato alla sua intera vita per proteggere quel segreto, per evitare che gli Armati scoprissero la verità...ed ora, come Ombra le aveva sempre detto, loro l'avevano scoperta e si erano arrabbiati. L'Alleanza con le Fate, quello che Helemia aveva sempre voluto, che lei avrebbe tanto voluto per far tornare il Mondo il luogo di pace che ricordava vagamente prima di Neithel e della Guerra dell'Ordine...niente poteva essere più come prima.

Quel segreto aveva distrutto il mondo? La pace? Chiuse gli occhi, lasciando ricadere indietro il capo: aveva rinunciato alla sua vita per proteggerlo, per far sì che tutto andasse bene. Aveva condannato a morte l'amore della sua vita, aveva passato secoli a mentire anche alle Fate che più stimava...e tutto per una pace che non era possibile raggiungere. Era stata stupida? Avida? Crudele? Bugiarda?

E soprattutto, cosa avrebbero fatto gli Armati se avessero saputo del Giudizio? Ombra non lo aveva trovato? Non aveva più modo di saperlo ormai. Non sapeva neppure se fosse l'ultimo a sapere che...

Aveva sempre cercato di fare il bene, ma quel bene...quel bene non era quello che gli altri volevano. Era stata egoista, ecco il punto cruciale e avrebbe pagato per quel suo egoismo in buona fede.

-Perchè lo hai fatto, Natasha?





Si voltò. Attraverso lo spioncino della porta poteva vedere un occhio, un occhio candido e luminoso; la luce dell'anima di Jamie, accecante come la prima volta in cui l'aveva vista nella Biblioteca del Convento anni prima, penetrava da sotto lo stipite.

-Per molti motivi, Jamie; perchè volevo proteggere quello che voi Armati siete diventati, perchè volevo che difendeste il Mondo dal male e non ne foste parte invece. Perchè volevo che la Pace tornasse dopo quello che Neithel aveva fatto: non hai idea di cosa era questo Mondo dopo quella Guerra, di cosa poteva diventare. Solo grazie alla mia bugia l'Ordine non è stato piegato dal male ed ha lottato per la sua Missione.

Lui socchiuse l'occhio.- Natasha, siamo in una nuova guerra, lo sai vero? Loro vogliono ucciderti: tu li hai privati della libertà.

Si alzò, arrabbiata e le manette tintinnarono sinistre.- Jamie, cosa è la libertà? Quando mai un essere è libero?- alzò i polsi, mostrando le catene che la legavano.- Vedi queste? Tutti noi le portiamo, che siano o meno visibili: catene per amore, per fiducia, per dovere, per decisione. Noi ci rendiamo schiavi e prigionieri, non la Storia: se non vuoi credere che gli Armati siano buoni, credi che siano nati per distruggere la Terra. Distruggetela, rendetela una landa desolata e richiamate Neithel, richiamate Lucifero e i suoi Caduti, i Reietti ed i Demoni affinchè vivano con voi!

-Non è questo che voglio, Natasha.- disse lui seccamente ed esitò.- Io voglio un patto con te.

-Che genere di patto, figlio di Herizel?-sussurrò lei, interessata.

-Tu hai detto che tutti abbiamo delle catene; mio figlio Lilo ne ha troppe per poter vivere con l'Ordine, soprattutto ora che...-si zittì ma la Fata capì cosa stava tacendo: lui e Beth, Matthew e forse anche Cecily non avrebbero mai permesso che l'Ordine diventasse la macchina spietata voluta da Neithel. A loro non importava nulla della sua bugia, della Storia, di quello che era o non era: loro volevano solo il bene, la pace. Si erano sacrificati una vita intera per tenere viva la pace: non si sarebbero arresi ora.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora