Parte 5.- Capitolo 1.- Pulcina

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Calendula sussultò ed aprì gli occhi, raddrizzandosi intirizzita e guardandosi attorno, cercando di capire dove si trovava esattamente e perchè fosse lì.

Poi ricordò che era nella stanza di Matthew e si affrettò a voltarsi verso il letto; si era addormentata accanto alla sponda, dopo aver fasciato la schiena del ragazzo, che ora dormiva, la testa posata sul cuscino, le labbra aperte, una mano posata sullo stomaco.

 La giovane si strofinò stancamente un occhio, chiedendosi che ore potessero essere: ricordava solo di essersi seduta sulla scomoda sedia di legno e velluto sciupata, per controllare che Matthew non stesse male nella notte e doveva aver ceduto al sonno.

Le faceva male tutto, i pochi lividi rimasti, le ossa per la posizione che aveva mantenuto, sdraiata a metà sulla coperta di pelliccia e per metà seduta, la testa per tutto quello che era successo e tremava per il freddo; le cicatrici sulla sua schiena pulsavano.

 Osservò il viso dell'Armato alla luce flebile della luna e lo trovò per qualche ragione anche più bello, così indifeso. Non lo aveva mai visto dormire, non aveva mai visto quanto poteva essere dolce il viso di Matthew, un viso così freddo e privo di ogni espressione mentre era cosciente...allungò la mano ad accarezzare con dolcezza la sua fronte, per valutare se avesse la febbre.

Lui sorrise. -E così ti piace toccare i ragazzi che dormono?- chiese con voce soffocata e aprì gli occhi, fissandola.- Che cattiva, la mia pulcina.

Lei arrossì e fece per ritrarre la mano, ma lui fu più veloce. Sollevò un braccio e la afferrò per il polso trattenendola, baciandole le dita con labbra vellutate.

Calendula sospirò e rabbrividì per quel tocco leggerissimo, la carezza di una farfalla.- Scusami. Volevo solo...

-Hai freddo.- la interruppe lui sollevandosi con una smorfia sui gomiti.- Tremi.- i suoi occhi scivolarono sulla camicia da notte sottile che le fasciava il seno e Calendula si sentì avvampare, mentre un calore violento le invadeva lo stomaco, il basso ventre e infine le guance, che si accesero come tizzoni. -Cosa fai ancora qui?

-Volevo controllare che tu stessi bene.- disse lei sempre più a disagio per quello sguardo che non riusciva ad interpretare, come molte delle cose che Matthew faceva, dopotutto.- Me ne vado subito, va bene?







-Non ho detto che devi andare via.- le strinse la mano e ci soffiò sopra, cercando di scaldarla.- Veni a letto, avanti.

Lei sussultò, imbarazzata e lo guardò da sotto le ciglia, il cuore che aumentava i battiti.- Non voglio fare sesso.

-Calendula, per quanto questa affermazione sia piena di eleganza.- disse roteando gli occhi.- Non volevo proporti una notte indimenticabile.- si scostò e sollevò  la morbida coperta di pelliccia, un sopracciglio inarcato.- Per quanto vorrei, non potrei farlo neppure se la mia vita dipendesse da quello, sono a pezzi. Avanti, vieni qui. Sono caldo, ti sentirai meglio.

La ragazza esitò ancora, ricordando le mani dolci di Matthew su di lei, le sue labbra che assalivano le sue.- Giuri che non hai un secondo fine?

-Certo che ho un secondo fine, evitare che tu muoia congelata.- disse lui con un sospiro, fissandola. Lei alla fine cedette: il richiamo del tepore di quel letto era troppo forte, il richiamo di Matthew era irresistibile.

Scivolò goffamente accanto a lui, che lasciò ricadere la coperta di pelliccia sul suo corpo intirizzito e fece un sospiro soddisfatto, stringendo la ragazza fra le braccia, accarezzandole le braccia per scaldarla. Lei sentiva già il suo corpo rilassarsi avvolto in quel calore dolcissimo e gli occhi farsi pesanti; posò le mani sulla fasciatura che avvolgeva il petto e la schiena di Matthew, accoccolandosi accanto a lui, assonnata, cercando di sentire il suo calore.

Le mani dell'Armato si fermarono sui suoi fianchi e il contatto tra la sua pelle nuda e le seta leggera dell'abito le diede i brividi.- Va meglio?-le chiese all'orecchio.

-Grazie.- disse lei, la fronte contro la sua spalla, le gambe intrecciate con le sue.- Tu stai bene?

-Sì.- sussurrò dolcemente..- Non sono mai stato meglio da tanto tempo, Calendula.

Lei alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono. Erano vicinissimi, i loro nasi si sfioravano e lei poteva vedere l'azzurro chiaro di quegli occhi, sereno, in pace, non come lo ricordava.

- Perchè non mi hai detto che Luska è tua nonna?- si lasciò sfuggire e sentì i muscoli di Matthew tendersi.

 Si morse un labbro, chiedendosi se sarebbe scattato di nuovo e l'avrebbe cacciata; invece, lui rafforzò la presa, attirandola contro di sè e cingendole i fianchi con un braccio.

-Perchè era un segreto.- sorrise ironico.- Un segreto per un segreto, ricordi?

-Io ti ho detto un segreto.- protestò lei dolcemente.- Ti ho detto che mi cercano...non ero obbligata a farlo, te l'ho detto...

Lui chiuse gli occhi.- Hai ragione.- la mano del ragazzo scivolò in alto lungo il suo corpo, sulla sua schiena, accarezzando le cicatrici  e l'attirò più vicina a sè, come se volesse sentire ogni centimetro della sua pelle a contatto con la sua.- Allora tocca a me.






ANGOLO DELL'AUTORE.

Solo un piccolo appunto. Nel prossimo capitolo succederà qualcosa che aspettate da tempo. 

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora