Capitolo 11.- Letale

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Sybil era feroce nei combattimenti, anche troppo. Alex la valutò mentre si scagliava contro la sua compagna, la minuscola e terrorizzata Lavinia, e dovette reprimere l'impulso di fermarla. Sapeva che veniva da una Casa lontana, persa nel mare del Nord, in Europa, ma pareva che fosse selvaggia, cresciuta in una foresta dove aveva imparato a uccidere a mani nude. E anche a tessere tele ed intrighi che un po' lo facevano rabbrividire: doveva essere nata da una Fata, perché i suoi occhi di ametista non erano in altro modo possibili. In quel momento era una furia, i capelli che svolazzavano mentre colpiva con violenza la ragazza davanti a lei con un bastone, cercando di farla cadere. Lavinia, dal canto suo, si ostinava a combattere, agitandosi e lanciando urla di paura. Le altre coppie erano ferme e le fissavano, mute. Matthias stava scuotendo la testa, come se quello spettacolo lo irritasse: quel giorno Jamie stava preparando una selezione di spade che avrebbe insegnato ad usare ai ragazzi nel pomeriggio e aveva lasciato che fosse Alex ad occuparsi del corpo a corpo, con risultati piuttosto evidentemente penosi.

-Qualcosa mi dice.- sussurrò Matthias scostandosi i dread dal volto e stringendo le labbra.- Che quella Sybil diventerà un'Armata ottima.

Alex scosse il capo.- È impulsiva. Forte, ma molto, molto sicura di sé.- la fissò per pochi secondi.- Jamie direbbe che non è un male, ma perfino lui non attaccherebbe con così tanta violenza. E poi c'è qualcosa nel modo in cui...parla e flirta che mette i brividi.

-Questo è perché sei gay.- precisò Matthias con un sorrisetto, accarezzandogli il dorso della mano.- Però dai, ammetti che è intrigante.

-Lo è. Forse troppo.- Alex balzò in piedi e battè violentemente la mano sul legno del tavolo dove erano posate delle armi da allenamento.- Basta così!

Sybil parve non sentirlo. Attaccava ancora, violenta ed implacabile. Lavinia pareva stremata, lasciò cadere il suo bastone ed alzò le mani per proteggersi dai colpi menati alla sua testa. Alex scattò oltre il tavolo, atterrando con grazia davanti alla giovane e la afferrò per il polso, interrompendo il suo combattimento, facendole cadere l'arma con una torsione. Lei lo guardò astiosa: quello sguardo era riservato a chi, come lui, non avrebbe mai potuto avere e Alex ne era consapevole. Dopo tanti anni a sfuggire dalla sua maledizione, grazie a Matthias, alla sconcertante realtà circa il passato di Lilo, aveva scoperto che non era così male essere diversi. Aveva deciso di accettare la sua natura, come Lilo avrebbe voluto, come Thay avrebbe voluto; ciò non toglieva che quelle occhiate divertite e giudicanti lo facessero montare su tutte le furie.

-Ho detto basta.- annunciò gelido, mollandola e raddrizzandosi.- Non hai sentito?

-Non era a terra.- protestò la ragazza, gli occhi di ametista fissi sul suo viso.- Dovevo vincere.

Matthias si inginocchiò accanto a Lavinia, aiutandola gentilmente a mettersi in piedi.- Stai bene?

Lei annuì, ma aveva dei lividi poco promettenti su ogni centimetro di pelle e perdeva sangue dal naso. Alex schioccò le dita.- La lezione è finita. A pranzo. Non tu signorina.- tese un braccio per impedire a Sybil di seguire i suoi amici.- Dobbiamo fare quattro chiacchiere, io, te e Jamie.

Lei fece una smorfia, ma lo seguì a testa bassa, stringendosi tra le braccia. Matthias posò una mano sulla vita della ragazzina dolorante che aveva accanto, aiutandola a sollevarsi; Alex li guardò un attimo: Lavinia era incredibilmente piccola e indifesa, non capiva cosa facesse in quella Casa, ad imparare ad essere ammazzata di botte. Era un'Armata, era il suo sangue a chiamarla verso quella vita....oppure era la certezza di non avere scelta?

-La porto da Khaius.- annunciò Matthias distogliendolo dai suoi pensieri; Khaius, il satiro dai capelli verdi e gli occhi scarlatti, pareva essere un bravo Guaritore, anche se le sue corna, i suoi zoccoli e buona parte delle sue parole e dei suoi sorrisi facevano accapponare la pelle ai giovani che si allenavano lì; tutti cercavano di evitare il più possibile l'Infermeria. Quando furono soli nella stanza, Alex sospirò, voltandosi verso la Discepola.

-Sybil, quando ordino di interrompere un combattimento, lo faccio per la sicurezza, chiaro?

Lei non rispose. Pareva tornata la ragazza ammaliante che era normalmente, non la combattente impietosa. Comunque, quella non era la prima volta che feriva qualcuno. Alex pensò che forse era il momento di prendere provvedimenti, prima che la situazione degenerasse. Scrisse due righe per Jamie e si raddrizzò, sotto lo sguardo viola della ragazza, che non sembrava assolutamente turbata per quello che aveva fatto.

-Vieni con me.- disse e uscì dalla Palestra a grandi passi. Per poco non si scontrò con Matthew, che passeggiava distratto in quella direzione. Aveva l'aria pensierosa, i capelli spettinati e non li degnò di uno sguardo, ma Sybil parve illuminarsi. -Ciao, Matt- cinguettò fermandosi. Il ragazzo le rivolse un'occhiata.- Uhm. Ehi.

-Cosa fai qui?- chiese con voce squillante. Alex scosse piano il capo: un serpente velenoso pronto ad attaccare, pensò disgustato da quella ipocrisia. Nadine avrebbe odiato quella ragazza, ne era certo ed era convinto che avrebbe preso a pugni Matthew se avesse ceduto a quelle ridicole moine.

-Niente. E tu?- rivolse un sorriso ad Alex.- Cosa ha fatto?

-Ammazzato di botte una ragazza del suo corso.

-Non ho...- fece per protestare Sybil, ma Alex ne aveva abbastanza. La prese per il gomito.- Andiamo.

-Alex hai visto Jem per caso?- lo bloccò Matthew.- Devo dirgli...

-Sto giusto andando da lui.- disse guardandolo da oltre la testa scura di Sybil.- Vieni anche tu, se vuoi.



ANGOLO DELL'AUTORE.

Sybil è violenta, pericolosa, letale: una vera Armata. Come Matthew...che tra loro possa sbocciare qualcosa? 

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora