Capitolo 13.- Lettera dal Mondo del Morti

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Le tombe non erano cambiate molto in tutti quegli anni, restavano tristi e silenziose testimoni di un sacrificio forse inutile. Alex continuava a portare dei tulipani a Lilo e a volte Matthias portava mazzi di strani fiori che nessuno conosceva, che secondo quanto diceva lui erano stati molto amati da Thay quando era in vita e da bambini esploravano le zone adiacenti alla loro Casa.

Sedevano insieme per ore, a fissare i nomi incisi sulle lapidi marmoree, parlando dei due Armati caduti. Potevano anche essere citati in ogni libro di storia, ma quasi nessuno sapeva di quelle due tombe nel Giardino, visibili a mala pena alla base del ciliegio che Cecily aveva fatto piantare anni prima. Ora era rigoglioso e ogni anno produceva molti frutti che Chase cercava di impiegare nelle sue pietanze, con risultati spesso disastrosi; una delle attività preferite dei Discepoli era arrampicarsi sul suo tronco per vedere oltre il cancello. Doveva essere magia di Fate, perché l'albero era più alto di ogni altro che fosse mai stato visto in quel Giardino.

Quella sera, però, Alex era solo. Matthias stava controllando come stavano i due ragazzi che erano caduti quel pomeriggio, durante una semplice esercitazione;  l'Armato non aveva saputo resistere: stava passeggiando per i vialoni del Giardino senza meta, controllando che nessun ragazzino stesse cercando di uscire di straforo e si era fermato lì davanti, godendosi il vento tra i capelli, fissando la data di morte del suo primo ed unico amore.

Quel pensiero lo faceva stare male nel profondo: lo aveva amato e non gli aveva mai detto quelle tre dannate parole; era stato il primo a fare breccia nel suo cuore: Jamie, con la sua bellezza e il suo sarcasmo, era sempre stato solo un amico. Mai aveva provato per lui qualcosa di diverso ed anche a distanza di tanti anni non sentiva la minima attrazione amorosa per lui. Lilo invece... si massaggiò il braccio, dove era rimasta quella cicatrice che lo legava indissolubilmente alle sue origine e che tornava a dolere quando l'umidità era molto alta come quella notte.

 Quando era molto piccolo, forse quattro anni, ed apparteneva ancora agli Umani, era caduto da un muretto. Non era alto, ma aveva sbattuto violentemente il gomito sulla panchina di marmo sottostante, rompendoselo. Suo padre, che era ancora vivo, lo aveva portato di urgenza in ospedale e lì lo avevano operato: gli sarebbe rimasta per sempre quella cicatrice, aveva spiegato un medico gentile e paffuto, ma il suo braccio stava bene e dopo giorni di dolore e strani esercizi durati anni, lo usava senza quasi sentire nulla.

Fra gli Armati molti avevano cicatrici ben peggiori della sua, come ad esempio Beatrice; ma avevano tutti storie grandiose per spiegare come se le erano procurate. Alex non aveva mai spiegato a nessuno, tranne che a Jamie e Beth cosa gli era effettivamente accaduto. Essere Umani di Nascita, un tempo, era quasi un reato, ma era felice che ora le cose fossero cambiate: Niall era un Armato inestimabile e molti altri Umani lo sarebbero stati un giorno, se le cose fossero procedute nella direzione giusta.

Ma la storia di Thay, la cicatrice che Lilo gli aveva lasciato era indelebile, come il tatuaggio che portava sul cuore; a poco era servito conoscere la verità su di lui, a poco serviva il sostegno di Matthias, la sua inestimabile amicizia, il suo sostegno nei momenti bui.

I segreti distruggevano le vite delle persone, pensò con amarezza; Lilo aveva dovuto rinnegare la sua vera vita, lui aveva dovuto vivere nella paura per metà della sua...

-Ti disturbo?

Si voltò e si irrigidì. La Madre della Pace lo guardava, in piedi nel giardino, silenziosa. Alex provava sentimenti contrastanti verso la donna: gratitudine per avergli fatto comprendere che poteva continuare ad amare in qualche modo e che conoscere la verità lo avrebbe aiutato, ammirazione per il modo in cui aveva riformato l'Eremo e antipatia per il suo tentativo di rubare Beth a Jamie, anche se erano passati molti anni; c'era qualcosa di oscuro in Annette, di scaltro e manipolatore che non gli piaceva.

-No.- rispose voltandosi di nuovo verso le tombe. Il vento spirava dal mare quella sera, portando con sé il profumo del sale, che gli ricordava la sua vita passata, quando era giovane e meno cinico, disilluso.- Stavo solo controllando il Giardino.- le scoccò un'occhiata.- Pare che la gente non bussi prima di entrare in questa Casa.

La donna scivolò verso di lui piano, senza mostrare di aver capito che la frecciatina era rivolta a lei. Indossava un soffice velo di seta che le avvolgeva anche le spalle strette, e i suoi occhi erano socchiusi, pensierosi.

Era bella a modo suo, la bellezza di una creatura eterea e senza tempo, simile a quella di Natasha; ma se la Fata era immortale, la donna era invece prossima ai trentacinque anni e stava iniziando a sembrare anziana: Alex sapeva vagamente che l'Eremo era un luogo di pace assoluta, ragion per cui il tempo stesso si dilatava, in modo poco chiaro, e le Guardiane che vi abitavano invecchiavano prima del tempo, ma morivano estremamente lentamente; pareva che Annette avesse il doppio della sua età, il viso scavato, le mani grinzose, china e curva su se stessa, eppure l'Armato era perfettamente consapevole che le Guardiane non si spegnevano prima di molti, molti secoli se vivevano in quel luogo misterioso.

-Sembra tutto in ordine.- si guardò attorno, fissando un po' il cielo stellato, un po' gli alberi scossi dalla brezza.- Cecily non è ancora tornata?

Alex scosse il capo. Aveva ricevuto una lunga lettera da Alexia quella mattina, che annunciava il loro imminente ritorno. Diceva, fra le altre cose, che Mahumut insisteva affinchè il loro Matrimonio si tenesse a Roma, alla presenza di tutti gli Armati più eminenti. Un modo, secondo lui, di sancire per sempre la pace tra Fate a Armati, la loro tanto decantata Alleanza. Dopo dodici anni, le due donne erano stanche di lottare e Cecily non era entusiasta, ma forse avrebbe accettato: sentiva nostalgia della sua Casa e non vedeva l'ora di tornare, di sposarsi. Non voleva più aspettare:  il tempo era prezioso per loro e non volevano sprecarlo.

Cecily probabilmente era immortale: la notizia le era stata data da Natasha qualche anno prima, durante un lungo colloquio alla presenza anche di Alexia. Il sangue di Fata in lei era molto forte ed era probabile che l'avesse resa immune alla morte e allo scorrere del tempo, ma non ne era certa; solo gli anni avrebbero detto loro la verità.

- Sei qui per vedere Beth? Riguarda Calendula?- chiese Alex, incamminandosi verso la porta con la donna che lo seguiva.- Perché sia lei che Jamie sono in Missione.

-E il mio angioletto?- chiese varcando la soglia e facendo cenno alla carrozza si attendere ancora.- Dorme immagino?

-Come un sasso. Lo devo andare a controllare tra poco, ma ormai ha smesso di sgattaiolare via. Forse Matthew lo sta coccolando in questo momento.- scrollò le spalle.- Lo vizia.

Annette sorrise. Era bella quando mostrava dei sentimenti, simile ad una statua greca che prendesse vita improvvisamente.- Lo posso immaginare. Volevo dare a Beth le prime traduzioni dei libri ritrovati a casa dell'Umana.- tese un plico di fogli ordinati, estraendolo da sotto il velo.- Per ora, abbiamo capito che lo zio della ragazza possedeva dei tomi sugli Armati molto antichi. Sono raccolte di nozioni base sul nostro mondo, niente che non possa aver trovato in una qualche biblioteca  mentre cercava libri pregiati; potrebbero essere stati rubati da qualche Armato che poi li ha venduti, non sarebbe così raro, ma stiamo continuando a tradurre.

Alex annuì.- Porto subito tutto nello studio di Jamie. Sono sicuro che vorranno analizzarlo al loro ritorno.- esitò, poi le buone maniere che Marie gli aveva inculcato in testa anni prima presero il sopravvento.- Vuoi qualcosa da bere? Caffè? Una tazza di tè?

Lei scosse la testa, facendo scivolare il velo, che risistemò con gesto secco.- Grazie, ma la strada è lunga e devo passare a trovare delle Guardiane che vivono nella Casa Messicana. Quindi devo partire subito. Dì a Beth di passare da me presto...e...- i suoi occhi si incupirono.-...Alex...credo che dovresti parlare con Cecily riguardo a una certa lettera che Helemia le lasciò tempo fa.

-Cosa..?- l'uomo la fissò perplesso.- Lettera? Quale lettera?

-So che sembra una sciocchezza, ma quando vedrai Cecily...parlagliene. Per favore. -si voltò verso la porta.- Non mi piace che ci siano segreti tra fratelli o innamorati.



ANGOLO DELL'AUTORE.

Sapete di quale lettere parla Annette? Credete che Alexia reagirebbe bene nello scoprire la verità su lei e suo fratello che Cecily le ha tanto a lungo taciuto?


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora