Capitolo 11.- Dentro lui

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-Riproviamo.- disse Natasha avvicinandosi a Lilo con un fruscio di seta.- Di nuovo, Lilo.

-Ma non sono capace!- il bambino agitava le gambe paffute, seduto su una delle poltrone in biblioteca, il viso perplesso.- Se mi arrabbio mi arrabbio.

Beth e Jamie lo osservavano preoccupati, seduti al pianoforte. Quella era la loro unica possibilità, l'unica possibilità per Lilo di vivere una vita non miserabile. Doveva imparare assolutamente a domare il demone che risiedeva in lui, altrimenti sarebbe stato cacciato, di questo ne erano certi. Mahumut cercava ogni pretesto per attaccarli in quei giorni e un figlio per metà demone che non sapeva controllarsi, avrebbe significato la rovina, tanto per Lilo quanto per i sui genitori.

-Sì, che sei capace.- Natasha sedette sui talloni, guardando gli occhi singolari del bambino.- Perchè la tua anima è forte abbastanza. Ora chiudi gli occhi e concentrati.- il bambino scoccò un'occhiata alla madre, che annuì incoraggante ed obbedì, serrando le palpebre.- Senti delle voci?

-Sì.-mormorò.

-Cosa ti dicono?

-Di farti male...-Natasha scoccò un'occhiata a Jamie, che sedeva teso e sospirò, pronta all'esplosione del piccolo Lilo, mentre lui storceva il visino in una smorfia.- Tu vuoi?

-Non lo so...- sembrava che stesse per scoppiare in lacrime, come se dentro di sè fosse in corso una lotta troppo violenta per essere sostenuta.

-Non posso sopportare il suo dolore.- sussurrò Jamie disperato all'orecchio della moglie.- Beth non posso!

-Sì invece.- gli strinse la mano, posandosela sul viso.- Lilo ha bisogno di noi, Jem. Ora più che mai. Deve imparare a controllarsi, oppure...- un rumore secco la fece scattare in piedi, un pugnale che le compariva in mano; Natasha era a terra, scuoteva la testa sfiduciata. Lilo, davanti a lei, aveva il viso cupo, furioso, una manina alzata nel tentativo di colpire la Fata. Si riazò, sospirando.- Facciamo una pausa.- disse stancamente accarezzando i capelli del bambino. Fece un cenno a Beth e Jamie, mentre Lilo trotterellava verso il pianoforte, arrampicandosi sullo sgabello.

-Va male?- chiese concitato Jamie, ripiegando le ali.

-Non tanto quanto credete.- rispose dolcemente Natasha.- Ma non va neppure bene. Beth, lui è piccolo, dobbiamo dargli tempo...per ora sono solo scatti isolati, il Demone non cerca di prendere il controllo.

-Non ne abbiamo.- disse la donna stringendosi tra le braccia.- Con Mahumut, Neithel e questo orrore che ci pende sul capo. Io vorrei dargli tempo, lo vorrei più di ogni altra cosa...ma come posso? Come posso permettere che lui diventi incontrollabile, che il male lo roda dentro?

-Il suo sangue è avvelenato.-Natasha scoccò un'occhiata la bambino che batteva allegro sui tasti, ridendo.- Porta in sè qualcosa di oscuro e mostrouo. Non se ne libererà mai, potrà solo..solo conviverci. Non so se la sua anima...

-Mio figlio sopravvivrà!- scattò Jamie deciso.- Lui è forte, lui è il mio orgoglio più grande. Lui è tutto quello che abbiamo e faremo l'impossibile per farlo stare bene.

Natasha si passò le mani tra i capelli.-Sia maledetto il giorno in cui sei nato capace di convincermi a fare tutto quello che ritieni giusto, Jamie.- sorrise.- Allora ricominciamo.








Calendula cadde di schiena sulla sabbia soffice della spiaggia e si raddrizzò sbuffando sui gomiti, alzando la testa. Matthew stava davanti a lei, sorridente, a torso nudo, con una lacia da allenamento in mano, puntata alla sua gola; scosse dolcemente il capo e se la bilanciò sulle spalle, osservandola.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora