Capitolo 2.- Dove andrai?

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-Forse.- la ragazza rimase in attesa, chiedendosi se avrebbe davvero parlato. Matthew la fissò per un po', restando immobile, il suo corpo incastrato a quello di lei come fossero stati due pezzi dello stesso mosaico.

Alla fine aprì la bocca.- I miei genitori vivevano in questa Casa un tempo;  già allora, mentre il mondo andava avanti, qui le cose non cambiavano, gli Umani erano resi schiavi, tutti gli Armati erano diffidenti e crudeli. Mio padre Nicolaj aveva viaggiato, visto il Mondo oltre la Russia e voleva cambiare, voleva la libertà che era negata a lui e a tutti. Conobbe mia madre Gida nella Casa Svedese e si innamorarono: lei lo seguì nella sua impresa, colpita dai suoi ideali, dal suo coraggio e dal suo amore. Iniziarono con innocenti discorsi, ma ben presto passarono ai fatti. Cercarono di ribaltare il Tutore, un uomo violento e crudele. Volevano che la Casa diventasse migliore, come quelle di cui aveva sentito parlare, che avevano visto, dove si poteva vivere davvero e non sopravvivere.- esitò, accarezzando il labbro di Calendula con dito. -Non ce la fecero, naturalmente. Furono catturati e considerati traditori, imprigionati con tutti quelli che li avevano sostenuti, indipendentemente dalla loro età. Furono tutti uccisi: ho cercato i loro nomi negli annali, ma non vengono ricordati. Non hanno diritto alla memoria, perchè hanno seguito un ideale che qui è considerato sbagliato: la libertà.

-Matthew...mi dispiace...-mormorò lei stringendolo e lui sorrise tra i suoi capelli.- Perchè? La mia vita è stata migliore grazie a loro: hanno convinto una ragazza a portarmi fuori dalla Prigione e Luska mi ha mandato via, mi ha spedito con un uomo di fiducia che mi ha portato in America.

-Però...-socchiuse gli occhi.- Te lo avrebbero dovuto dire. Le persone che ti hanno cresciuto...perchè non te lo hanno mai detto?

Matthew scosse la testa.- L'unica cosa che Marie sapeva dei miei genitori, era che erano stati coraggiosi e che mio padre amava gli scacchi. Io non facevo altro che sfidare chiunque a quel gioco, per essere come lui, per renderlo fiero, ovunque fosse.

Lei si morse un labbro.- Sono sicura che è fiero di te. Ne sono certa: sei incredibile.







L'Armato arricciò le labbra, tenendo la ragazza stretta al petto.- Sai...li ho odiati per un po' di tempo; era colpa loro se io ero senza Patria, un Armato senza nazione, senza passato. Ora, invece, ho capito che hanno fatto quello che hanno fatto per proteggermi, per permettermi di avere una vita migliore.-guardò Calendula negli occhi.- Avrei voluto vedere le loro tombe, ma Luska mi ha detto che c'è solo una fossa comune per quei Traditori.

La ragazza scosse la testa, posando la guancia contro il petto del giovane.- Perchè lei ti ha accettato se loro sono così odiati?

-Luska mi ha riconosciuto quando mi ha visto; il mio vero nome, per lei, è Matje, come voleva mia madre. Rivoleva una parte di suo figlio.- Matthew accarezzò la guancia della ragazza.- Vuole che resti qui, con lei. Che ricominci una nuova vita in questa Casa.

Lei ebbe un brivido violento.- E tu...tu resterai?

Lui fissò il suo viso per molto tempo.- Ci ho pensato tanto. All'inizio, volevo rimanere e costruirmi una nuova vita. Sono venuto qui per trovare me stesso, per capire chi sono. E l'ho fatto, ho capito da dove arrivo, chi erano i miei genitori, che io sono nato come Matje. Però ho capito un'altra cosa importante.

-Cosa?- chiese lei incapace di trattenersi.

- Che il passato non è la strada per il futuro. Io sono Matthew e sono membro della Casa Americana.- la osservava con occhi luminosi.- Ora che so chi sono, devo combattere per diventare quello che voglio.-allungò un dito, accarezzandole lo zigomo.- E non posso se resto qui. Questa non è Casa mia, non è il mio futuro.

-E dove andrai?- chiese lei preoccupata. Cosa avrebbe fatto in quel posto senza Matthew che la aiutava? Come avrebbe potuto sopravvivere? L'Armato rise piano, prendendola di nuovo fra le braccia.- Non ne ho idea, ma tu verrai con me.- il suo cuore mancò un battito.- Cosa?

-Io non ti lascio qui.- sussurrò Matthew al suo orecchio.- In balia di Ksenija, Volodija e di Luska. Tu verrai con me, se lo vorrai, per sempre. Andremo dove vuoi, faremo cosa vuoi, staremo dove vuoi. Farò tutto quello che vuoi, ti proteggerò da Mahumut, da Neithel, da chiunque.- le baciò la tempia, tra i capelli.- Se verrai con me....Tu sei il mio futuro, tu fai parte della mia strada ne sono certo. E io non ti lascerò andare.

Calendula lo fissò.- Dici davvero? E non mi tratterai come una bambina?

Lui sorrise.- Vedremo, pulcina.- le baciò la guancia e si avvicinò di nuovo al suo orecchio.- Io ti amo, Calendula.






Tutto si bloccò, come se improvvisamente l'aria stessa fosse divenuta solida. Il cuore della ragazza smise di battere e lei sentì ogni suo organo aggrovigliarsi in una sorta di danza macabra.

 I suoi polmoni smisero di funzionare a dovere e dovette mettersi seduta, mentre Matthew si raddrizzava a sua volta, puntando gli occhi sulla porta, che qualcuno stava tempestando di pugni senza molto riguardo per il legno indubbiamente solido.

-Chi diavolo è a quest'ora?- sussurrò chinandosi a raccogliere la sua Katana, la lama ancora leggermente arrossata dove era stata arroventata.

Calendula lo fissava. Ti amo. Lo aveva...lo aveva detto davvero? Aveva detto di amarla? Lo fissò avvicinarsi alla porta circospetto ed aprirla, puntando la spada alla gola di qualcuno. La ragazza scattò in piedi, prendendo in mano un coltello abbandonato, tremando.

-Michail.- ringhiò Matthew afferrando l'Armato per la spalla.- Cosa succede? Sto cercando di dormire.

-Dovete andarvene.- disse lui ansante, fissando prima Matthew poi Calendula, per nulla sorpreso di vederla in quella stanza.- Volodija e Ksenija faranno cadere Luska. Mahumut sarà qui presto e la prenderà!





ANGOLO DELL'AUTORE.

Lascio a voi i commenti. :3 Grazie per le letture ed i voti, siete incredibilmente non spaventati dalla mia psicopatia.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora