Capitolo 4.- Lei se ne andrà

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-Cosa fai qui Matthew?

Lui alzò la testa. Sedeva sul tetto della Casa, lo sguardo puntato sulla città. Spesso si rifugiava lassù se doveva pensare e non gli piaceva essere disturbato. Vedeva le macchine correre veloci e sentiva i clacson che squillavano, mischiandosi alla musica che fluttuava verso di lui: Jamie stava suonando il pianoforte. Era turbato anche lui, allora. Si chiese se almeno Calendula stesse dormendo, oppure se fosse sveglia, a rigirarsi nel suo grande letto.

-Cosa vuoi Sybil?- domandò con voce dura. Non era in vena di parlare, tanto meno con lei; aveva cercato per ore di persuadere Niall ad aprire la porta della sua stanza, ma lui non rispondeva neppure e così si era arreso, ritirandosi sul tetto, uno dei pochi posti che amasse nella Casa. Raccolse un vetro irregolare e se lo girò fra le dita.- Dovresti essere a letto da ore.

-Non sei tornato alla festa.- disse andando verso di lui. Sedette con grazia, guardando il cielo stellato, stringendosi le ginocchia.- Mi sono preoccupata.

-Oh, per favore.- roteò gli occhi.- Tu non ti preoccupi per nessuno, al massimo credevi che fossi con Calendula e ti sei ingelosita.

-Per te sì.- disse piano. Lo guardò con i suoi occhi enormi, sinceri per una volta, viola come piccoli gioielli.- Di te mi preoccupo. Per questo non voglio che perda tempo dietro a quella Umana: ti farà stare male e io dovrò raccogliere i cocci infranti del tuo cuore.

- Cosa ti fa credere che io abbia un cuore?- distolse lo sguardo. Sarebbe dovuto andare da Calendula; era quello che desiderava ardentemente. Lei era spaventata, fragile, turbata e aveva bisogno di lui. Anzi; era lui ad avere bisogno di lei, di stringerla, di sussurrarle la verità, di essere avvolto dalla sua pace. Se fosse scivolato da lei in silenzio avrebbe potuto passare la notte fuori dalla sua stanza.

Sapeva che Beatrice e Matthias stavano facendo la guardia alle prigioni, mentre Alexia era in missione con il fratello. Cecily aveva ordinato che la scala che dava al livello più basso restasse chiusa e aveva gettato ogni possibile incantesimo sulla porta e sulle catene, ma questo non bastava a tranquillizzare Matthew, che aveva la netta sensazione Kevin si sarebbe facilmente potuto liberare. Voleva essere con lei, con Calendula, perché loro erano due parti dello stesso quadro. Soli, non avevano senso. Insieme...sentiva che con lei avrebbe finalmente capito, trovato la sua strada, che lei ne faceva parte.

Non vedeva l'ora di vederla di nuovo dormire tra le sue braccia, mentre mormorava dolcemente frasi senza senso.




-Lo so che pensi a lei.- disse Sybil e la sua voce si fece tagliente.- Per questo so che hai un cuore, perchè la pensi e la vuoi. Vuoi quella patetica Umana.

-Ha un nome.- disse Matthew irritato.- Si chiama Calendula e tu non hai nessun diritto di insultarla, chiaro?

La ragazza fece una smorfia.- Calendula. Guarda come parli di lei. Ti sei fatto fregare da due occhi e da un bel faccino. Perché è qui? Questo non è il suo posto!

-Non ha un altro posto, Sybil.- disse senza guardarla.- Calendula è braccata da Fate oscure e Demoni, non ha un altro posto. Come me, neppure lei può andarsene. Questo posto è la nostra prigione.- poi rise amaramente.- E ti assicuro che i suoi occhi mi hanno rapito, ma i tuoi mi hanno ingannato.

-Perché proprio qui? -incalzò la giovane, le guance in fiamme.- Qui è solo un impaccio per tutti noi!

Matthew strinse le labbra.- Stai zitta, Sybil, oppure mi arrabbierò.

-Tu ti sei innamorato.- la voce di Sybil divenne suadente.- lo so che pensi di amarla, ma lei se ne andrà. I per sempre, Matt, non esistono. E soprattutto non per due perone che non appartengono allo stesso Mondo.

Matthew strinse a pugno le dita. -Smettila.

-Ma è vero.-l'Armata gli si mise davanti, in ginocchio, gli occhi ardenti al buio, un Angelo crudele che diceva la sua verità con voce languida.- Lei se ne andrà, non importa che tu la ami. Lei tornerà alla sua vita quando tutto questo finirà e sai bene che finirà, presto o tardi.- sorrise con una punta di amarezza.- Le hai mai chiesto se non sia fidanzata? Le hai mai chiesto se non ci sia un bell'Umano che la aspetta? Perché di certo c'è. Potete anche essere simili, Matthew, ma lei è libera di andarsene, lo sarà un giorno. E tu resterai solo, di nuovo, con un cuore distrutto da questo amore patetico che stai provando.

-Non è vero.- disse in un sussurro, mentre la sua mente correva. Si immaginò Calendula vestita da sposa, con un ragazzo sconosciuto che stravedeva per lei. E che naturalmente non poteva essere lui, un Armato. Perché lei era Umana e il mondo non sarebbe cambiato mai abbastanza in fretta, non avrebbe permesso a lui e Calendula, una ragazza senza nessuna propensione per la guerra di cui era fatta la sua vita, di stare insieme. - Non puoi saperlo. Magari non se ne andrà. Magari resterà.

La mano delicata della ragazza gli accarezzò i capelli.-Perchè ti infliggi questa tortura senza senso? Lo sai che non starà mai qui. Lei andrà a casa sua, dalla sua famiglia.- pronunciò con disprezzo quella parola.- La sua inutile famiglia Umana e perfetta. Lei non sarà mai tua,Matt. Io, invece, lo sono. Dimenticala.




Lui si prese la testa fra le mani. Quei pensieri cupi e vaghi, la paura di essere lasciato di nuovo che giacevano in  profondità in lui si destarono e capì che le parole crudeli di Sybil, per quanto pronunciate con malizia e per gelosia, erano vere. Calendula non avrebbe mai scelto quella vita: sangue, morte, guerra, paura. Non avrebbe mai scelto lui, che non poteva scegliere altro che essere un Armato, perchè il suo sangue glielo imponeva. Non avrebbe scelto quella prigione di vetro che era la vita di uno come lui, in biblico tra morte e dannazione. E Matthew non le poteva far cambiare idea: non poteva fare nulla per giurarle che sarebbe stata bene, che lui l'avrebbe fatta stare bene; avrebbe sacrificato tutto per lei, la sua vita, il suo Mondo, il suo cuore, la sua anima.

Sybil gli accarezzò la spalla e lui la lasciò fare, la testa che batteva. Calendula non era sua: loro due non potevano stare insieme, nello stesso modo in cui la guerra e la pace non potevano esistere insieme nello stesso luogo. Calendula apparteneva al mondo degli Umani e lui non l'avrebbe mai avuta. Erano anime affini, anime affini destinate a due universi paralleli, che mai si sarebbero dovuti incontrare; un giorno, lei avrebbe scelto di tornare alla sua vita, di dimenticare il viso di Matthew e lui sarebbe stato distrutto da dolore.

Fu questo a farlo crollare. Afferrò il bordo del tetto e spinse bruscamente Sybil di lato, alzandosi.

-Matt!- le urlò lei, ma lui stava già camminando rigido verso la porta, non aveva intenzione di tornare dentro.- Dove vai?

Si voltò.- A letto.- poi sorrise, amaro.- Puoi venire anche tu. Anzi.- i suoi occhi si oscurarono al ricordo delle labbra di Calendula contro la sue, al pensiero che non le avrebbe mai più sfiorate.- Andiamo nella tua stanza. È più isolata.

Lei sorrise.- Credi che qualcuno potrebbe sentirci?

-Con quello che intendo farti? Sì.- si voltò.- Vieni e basta, Sybil. Lo volevi, no? Beh, ora hai quello che tu vuoi.- rise senza gioia.- Me.





ANGOLO DELL'AUTORE.

A discolpa di Sybil: lei crede davvero a quello che dice, perché è davvero innamorata in qualche modo tutto suo di Matthew e vede in Calendula un pericolo.

A mia discolpa: questo è il meno. Se sperate di vedere a breve Matthew e  Calendula felici ed insieme, vi illudete.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora