Capitolo 7.- Condannata a vita

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Vivere per sempre ed essere dimenticata da tutti i suoi cari.

 Calendula tirò le ginocchia la petto, nascosta nella sala delle Armi. Lei non voleva vivere per sempre, non lo avrebbe mia voluto: chi poteva volerlo? Voleva vivere, certo, ma non per sempre. Che cosa poteva esserci di bello nel vivere per sempre, nel vedere passare millenni senza poter vivere davvero, nel dover essere l'unica ragione per cui un mondo resisteva alla distruzione?

Lei era solo una ragazza, era solo Calendula, non voleva essere altro che quello. Voleva vivere, studiare, leggere, andare a mangiare con Sara, fare compere con la sua matrigna, ridere per le ricette di suo padre, andare a giocare con Lorenzo al parco, viaggiare e vivere, non passare la sua vita ad essere una chiave di volta per il mondo!

Affondò il viso nelle ginocchia, mentre la sconcertante realtà la investiva: tutti sarebbero morti e lei sarebbe andata avanti, sarebbe stata obbligata a vedere, a restare. I suoi falsi genitori, Sara, il suo falso fratellino, Beth, Jamie, Lilo, Alex, Alexia, Matthew....sarebbero morti e lei sarebbe andata avanti volta dopo volta, giorno dopo giorno, senza che il tempo avesse la minima importanza, le stagioni sarebbero passate e lei sarebbe rimasta per sempre, per sempre, per sempre.

Poi ricordò che Calendula non esisteva più, anzi, non era mai esistita: le persone che più amava al mondo sarebbero andate semplicemente avanti, senza ricordare che lei era stata parte integrante delle loro vite. Come si poteva cancellare un'intera esistenza? Come avevano potuto i membri dell'Ordine permettere quella crudeltà verso di lei, verso una ragazza che non aveva fatto nulla di male se non nascere?





-Vivere per sempre è la condannata peggiore che si possa fare ad un Uomo.- alzò la testa e incontrò due morbidi occhi verdi, calmi, sereni, prati fioriti di pace.- Mia piccola Calendula.

-Io non voglio.-sussurrò.- Ma cosa posso fare?

Cecily sedette accanto a lei, sbattendo le ali rosse e spargendo una polvere delicata sulla ragazza.

- Nessuno lo vuole veramente: se ne parla, si ride, si scherza, ma dà a qualcuno la possibilità di non morire e lui ti odierà.- sospirò.- So a chi pensi, a cosa pensi. Vivere significa soffrire per sempre, significa restare...per sempre. Significa che tutti moriranno e tu invece resterai, immutata, fino a che il Tempo stesso non sarà solo una parola inutile per te.

-Non voglio.- mormorò di nuovo.- Voglio essere come tutti. Voglio affrontare la vita ma non...essere costretta a rimanere bloccata qui! Voglio vedere cosa c'è dopo, o almeno viverla. Voglio rivedere mia madre prima o poi.- affondò il viso nelle ginocchia.- Come lo sopportate? Come sopportate tutte queste assurde regole, questo essere solo pedine nelle mani del vostro Capo? Lui decide sulle vostre vite, mentre voi potete solo obbedire: come lo potete anche solo tollerare?

Cecily le accarezzò la testa, ma non rispose.- Ci odi?

-Non lo so.- alzò appena il viso striato di lacrime.- Avete decido di cancellare la mia vita senza curarvi che io lo volessi o meno. Non è solo l'immortalità, ma la consapevolezza che le persone che amo di più mi hanno dimenticata, come se non fossi mai esistita.

Cecily la abbracciò e Calendula la lasciò fare, stanca di lottare o scappare dal suo inevitabile destino.

- So quanto fa male, tutti noi lo sappiamo. Due delle persone che più erano importanti per me, come per il resto degli Armati di questa Casa, ora sono Umane, vivono una vita piena senza conservare il benchè minimo ricordo di essere mai stati come noi, di averci amato.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora