Capitolo 8.- Panna e cioccolato

232 13 0
                                    


-Ehi bellezza, muovi quel culo e portami una birra.- l'uomo che aveva ordinato poteva avere sui cinquanta anni, l'età di suo padre, ma aveva l'aria piuttosto instabile, come se il pavimento traballasse sotto ai suoi piedi e il suo sguardo non si spostava dal seno della ragazza. Calendula si avvicinò al bancone, sospirando. Se c'era un turno che odiava particolarmente, era quello serale: pochi clienti ubriachi e in vena di battutine spinte. Scostò una ciocca di capelli corvini dalla fronte. Forse dopotutto se l'era cercata. Spillò la birra guardando i tavoli sporchi, il pavimento appiccicoso e le vetrate istoriate che il tempo aveva distrutto, rendendole un mosaico di vetri rotti e aguzzi come denti marci in una bocca. Jordan, il proprietario, aveva appeso dei teli per coprire gli squarci nelle finestre, ma non serviva a molto, l'aria fetida del porto riusciva comunque a penetrare nel locale, impregnando ogni cosa, compresa gli abiti della ragazza. Cosa le era passato per la testa quando aveva accettato quel lavoro? Si trovava in un bar malfamato, nel quartiere malfamato, con un Oceano a separarla da casa sua, dalla sua Italia e come unico sostegno uno zio bugiardo che era bloccato a letto. Così non solo non aveva potuto frequentare la scuola che suo padre avrebbe voluto, ma si era trovata sul groppone quel vecchio  paralizzato. Come potevano le cose andare peggio?

- Calendula, quando hai finito passa nel mio ufficio.- urlò Jordan da oltre la porta di metallo. Lei annuì tristemente; le sembrava di essere precipitata in un incubo: pochi soldi, un lavoro che la disgustava e una casa degna di un barbone. Sospirò affranta. Non male, per quella che era la più promettente studentessa della scuola. Se i suoi insegnanti l'avessero vista... ma dopotutto, era stata lei a lasciare tutto per andare in America, attratta dalla promessa di zio Claudio. Peccato che la realtà fosse ben diversa da come l'uomo l'aveva descritta per convincere la nipote italiana a lasciare la sua vita e a trasferirsi da lui. Si sentiva ingannata, tradita.

La porta si aprì, portando una zaffata dell'odore di aria salmastra. Elsa, l'altra barista, alzò la testa e sgranò gli occhi, lasciando scivolare a terra un bicchiere che cercava di pulire con uno straccio unto. Calendula si voltò; di solito al Marinaio Invecchiato entravano vecchi lupi di mare nostalgici, uomini ubriachi che molestavano le cameriere e persone che erano propriamente definite " disgustose". Di certo non era il posto adatto per i due ragazzi che avevano appena fatto il loro ingresso: erano alti, atletici, con dei giubbotti neri e l'aria perplessa, voltavano il collo qua e là, come per prendere le misure di quel locale stretto ed angusto, dai tavolini traballanti. Eppure quel posto non era bello neppure da fuori, quindi non si potevano essere creati delle aspettative.  Uno aveva i capelli rossi e si guardava attorno incerto, gli occhi coperti da pesanti occhiali da sole ma l'altro pareva a suo agio, il che era un controsenso: era biondo, con dei ricci ribelli e l'aria annoiata, le mani nelle tasche dei pantaloni neri. Di certo quello non era il posto adatto per lui, pensò Calendula fissandolo un po', imbambolata.

-Ma il mio letto sì.- bisbigliò Elsa, probabilmente colta dallo stesso pensiero di Calendula.- Dios, è caliente. Sexy.

-Ha dieci anni meno di te.- commentò Calendula alzando gli occhi al cielo. I due alla fine sedettero ad un tavolo isolato e la ragazza sospirò, prendendo il block notes.- E comunque non è così bello.

-Stai scherzando.- mormorò l'altra, che pareva aver dimenticato suo marito  e i suoi due figli in favore dello sconosciuto. Calendula scosse il capo: non era mai stata attratta dal tipo di bellezza che piaceva alle ragazze normali e lo sapeva; a lei piacevano altre doti, le piacevano il coraggio, la dedizione, la dolcezza. Sognava il principe azzurro, aveva scherzato Sara una volta, anni prima; lei le aveva fatto una linguaccia, ma sotto sotto aveva ragione, avrebbe voluto davvero trovare l'amore, perchè lei ci credeva: credeva nei per sempre e nelle favole. Era ingenua, glielo dicevano sempre, ma Calendula non sapeva come cambiare e non voleva farlo: per lei, l'importante era essere, non apparire.

Si avvicinò al tavolo dei ragazzi e guardò di sfuggita il viso del biondo; aveva una bellezza classica, il naso dritto, labbra carnose e occhi di zaffiro, che la scrutarono dalla testa ai piedi, soffermandosi nei suoi. Arrossì leggermente, colta a guardarlo.

-Benvenuti al Marinaio Invecchiato, il ritrovo per i lupi di mare, le sirene ed ogni altro amante dell'acqua.- disse senza alzare lo sguardo.- Volete ordinare?

-C'è qualcosa di commestibile?- chiese il rosso facendosi girare tra le dita un menù.- Paiono tutte ricette azzardate.

-La cucina offre pietanza genuine ad un prezzo da ululato.- roteò gli occhi.- Sì, insomma, di solito. Ma stasera il cuoco è malato.

-Come ieri e il giorno prima e quello prima e quello prima ancora...- urlò Elsa sfogliando una rivista.

-Già, ha una salute cagionevole.- si mordicchiò un labbro.- Posso portarvi della zuppa dell'Olandese Volante.

-Che sarebbe..?- chiese il biondo con aria vagamente prossima alla nausea.

-Uhm, pomodori, peperoni, patate, fette di salmone, peperoncino..

-Suona raccapricciante.- disse il rosso chiudendo in tutta fretta il menù.- Prendo solo una tisana.

-Una tisana?- il biondo scosse la testa.- Niall cosa sei, un vecchietto in una sala da tè? Per me...- la guardò e fece un sorriso.- Sei nel menù per caso?

Calendula avvampò: era normale che dei vecchi disgustosi ci provassero con lei, ma non un ragazzo del genere.- Le porterò la cosa che più mi assomiglia.

-Una coppa di panna montata con del cioccolato?- chiese il ragazzo increspando le labbra, un luccichio negli occhi.

-Una macedonia acida.- ribattè lei stizzita, voltandogli le spalle.

L'altro sorrise e spostò lo sguardo verso la finestra ancora intatta alla sua destra. Calendula tornò al banco con le guance in fiamme.

-Quel biondino da infarto ti ha appena paragonata ad un piatto di panna e cioccolata o sbaglio?- chiese Elsa con un sorrisetto.

-Una macedonia e una tisana.- disse per tutta risposta. Poi sospirò.- Mi irritano.

Elsa sorrise.- Non sei abituata ai ragazzi che sono attratti da te, vero dolcezza?

Lei prese il vassoio e andò verso il tavolo, senza rispondere. Ovvio che non era abituata: era sempre stata molto diffidente, non aveva mai contatti con dei maschi e soprattutto non era carina tanto da essere vittima di quel tipo di approcci; certo, aveva avuto dei fidanzati, ma da tempo nessuno le diceva qualcosa di minimamente carino...non che paragonarla a un dolce fosse esattamente il tipo di approccio che funzionava con lei. Posò la macedonia e la tisana sul piano di metallo e si voltò per tornare indietro, quando la porta si aprì di nuovo. I due ragazzi si irrigidirono quando Calendula si voltò e sorrise al nuovo cliente. Era un uomo, stavolta, molto simile ai tanti clienti del locale, con un naso adunco e gli occhi iniettati di sangue, un cappello calato sulla fronte.

-Salve.- Calendula sbattè le ciglia.- Benvenuto al...

-Acqua.- disse per tutta risposta, sedendosi e fissandola.-Acqua.

Calendula storse la bocca. Posò di malagrazia un bicchiere sul tavolo. L'uomo bevve avidamente, mantenendo gli occhi fissi su di lei. I due ragazzi lo fissarono per tutto il tempo, fino a che lui non si alzò, pagando ed uscendo, seguito a ruota dai misteriosi sconosciuti. Calendula mise lo scontrino nella mano del biondo che le rivolse un sorriso.- Secondo me assomigli più a della panna che non a quelle fragole. Ma era comunque dolce.- si leccò le labbra ed agitò una mano, facendo avvampare di nuovo la ragazza.

-Ma chi si crede di essere?- chiese irritata quando la porta si chiuse alle sue spalle.

-Esattamente quello che è.- rise Elsa.- Un ragazzo attraente.



ANGOLO DELL'AUTORE.

Le tecniche di seduzione di Matthew, potremmo chiamare questo capitolo u.u Calendula è una dolce ed ingenua cameriera: come potrà il suo destino scontrarsi con quello di un Armato cinico e senza sentimenti? Lo scoprirete presto :3

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora