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L'inizio di settimana venne introdotto da una pungente pioggia primaverile, che regalò agli abitanti di Tovo un cielo plumbeo capace di influenzare negativamente la voglia di riprendere il lavoro per cinque lunghi giorni. Dello stesso avviso era Raffaele, il quale uscì di casa con un vecchio e malridotto ombrello, imprecando per l'inatteso bagno delle proprie scarpe nella pozzanghera formatasi di fronte alla porta di ingresso, a causa del suolo non levigato.

Il turno lavorativo sarebbe iniziato a tarda mattinata e fortunatamente i genitori di Daria si erano offerti di accompagnare Samantha a scuola. Di conseguenza Raffaele, dopo aver preparato la figlia e averla salutata sull'uscio, si era concesso il lusso di due ore di sonno aggiuntive. Alla fine era stato costretto a maledire la sveglia che lo aveva ridestato per la seconda volta e, prima di aprire la portiera dell'automobile, venne distratto da un rumore proveniente alle spalle.

Sbirciò al di là del muretto che circondava il condominio ed ebbe modo di osservare qualcuno intento a rovistare nella spazzatura contenuta nei cassonetti adagiati al fianco della stradina costeggiante l'abitato. Raffaele lo scrutò qualche istante incuriosito e intuì, nonostante fosse di spalle, che si trattava di un senzatetto, il quale allungava le mani ora in uno ora nell'altro bidone, sollevandone i coperchi incurante del frastuono causato da quello che rappresentava un gesto di stizza per non aver trovato qualcosa da mettere sotto i denti.

Subito dopo, il clochard percepì la presenza di colui che lo stava spiando pochi metri addietro e, voltatosi, incrociò gli occhi di un uomo, appoggiato sul muretto. Il giochi di sguardi durò diversi secondi, durante i quali i due parvero comunicare mentalmente, senza bisogno di pronunciare parola alcuna. Il giovane operaio non poté fare a meno di notare l'aspetto del barbone, che a occhio e croce doveva avere una settantina d'anni, indossava un cappotto marrone di fortuna che lo aveva salvato da un inverno gelido e la berretta, con una folta barba grigia che gli proteggeva il viso.

Raffaele sentì agitarsi dentro di sé sentimenti contrastanti. Da un lato avrebbe voluto intimargli di andarsene, per paura che potesse trattarsi di un malintenzionato ma i suoi occhi sembravano buoni e parevano comunicare solo l'intenzione di cercare qualcosa da mangiare, senza voler dare fastidio a nessuno.

Non percependo cattive intenzioni, Raffaele pensò che avrebbe dovuto tornare in casa e portare al povero vagabondo del cibo in scatola e un po' di frutta e gli avrebbe regalato il malconcio ombrello. Ma, prima di tramutare in realtà concreta le proprie intenzioni, il clochard lanciò un ultimo sguardo al silenzioso interlocutore e, dopo aver chiuso il bidone dell'immondizia, girò i tacchi e si allontanò.

Da padre di famiglia, pensò che fosse proprio dovere esaminare con cura chi poteva aggirarsi nei dintorni e forse il proprio atteggiamento serio aveva indotto il senzatetto ad andarsene, rinunciando alla propria magra colazione. Dove se n'era andato? Da dove proveniva? Aveva un posto in cui dormire?

Non aveva le risposte, come non sapeva se quella fosse la sua prima apparizione nei pressi di Tovo di Sant'Agata. Tuttavia, non spiegandosi il perché, era convinto che quell'incontro avrebbe avuto un seguito.

Si sarebbero rivisti presto.

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