Ombre

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La domenica, deciso ad allontanarsi per qualche ora da ogni problema, Raffaele portò Samantha e Lucrezia alla fiera di Tirano, sperando che la figlia, in parte ripresa dal terribile shock della notte dell'incontro con il misterioso personaggio che era ormai convinto si trattasse della bionda fanciulla, si divertisse e cancellasse ogni paura grazie a zucchero filato e simulatori orrifici.

Passarono davanti a un palchetto sopra cui un improbabile animatore intratteneva i bambini con balli di gruppo tratti da tormentoni estivi di provenienza caraibica. Samantha, adocchiato un gruppetto di compagne di classe, chiese al padre il permesso di parteciparvi e questi assentì di buon grado, lasciando però che Lucrezia la controllasse a vista.

Raffaele ne approfittò per un giro tra le varie bancarelle ma, a parte bigiotteria, vecchi libri e mercanti che promettevano affari imperdibili su tappeti e vestiti, non trovò nulla di interessante. Eppure passeggiare sotto il sole, tra il brusio generale delle famiglie e delle coppiette che avevano scelto di passare il giorno di riposo in mezzo a banchi di dolciumi e cappelli, gli permise di rilassarsi un po'.

Guardandosi allo specchio poco dopo essersi alzato dal letto, aveva notato con orrore le profonde occhiaie che, giorno dopo giorno, testimoniavano le difficoltà di trascorrere alcune serene ore di sonno, sempre più disturbato dalla prospettiva di dover affrontare qualcosa di ignoto e pericoloso. Pure il lavoro ne stava risentendo, ma fortunatamente di lì a pochi giorni avrebbe iniziato le due settimane di ferie, sperando che lo spirito o chi per lei scegliesse di svelargli ogni cosa durante quei giorni. Sorrise, pensando che se non fosse diventato pazzo prima della fine di quella storia sarebbe stato un successo.

Forse lo sono già.

Si soffiò il naso, colto da una leggera allergia, poi decise di tornare da Lucrezia e Samantha, trovando quest'ultima intenta a ballare insieme ad altri bambini, con un sincero sorriso stampato sul volto. Raffaele sorrise, felice di quel seppur breve istante di normalità.

Incrociò lo sguardo sereno di Lucrezia, fino a quel momento intenta a osservare Samantha con le braccia incrociate. Attese la fine del ballo, poi portò entrambe a prendere un gelato prima di un altro giro per le bancarelle, in cui Samantha e Lucrezia si persero per più di un'ora nell'ispezionare collanine e bracciali. Raffaele, stufo, benedisse l'ora in cui mise le chiavi nel quadro del'auto prima di tornare a casa.

Cenarono e guardarono un po' di televisione, con Samantha nel mezzo a dirigere le operazioni con il telecomando. Raffaele, di tanto in tanto, lanciava occhiate furtive a Lucrezia, la quale però pareva più interessata a mantenere lo sguardo fisso sullo schermo. Non aveva idea se i suoi sentimenti fossero ricambiati e, nonostante bramasse di conocere la verità, sapeva che quello non era il momento opportuno, specie dopo il recente lutto che l'aveva resa vedova.

Giunto il momento di coricarsi, il giovane operaio ebbe modo di pensare che da un po' di notti i brevi sogni non avevano più quell'aura di sovrannaturale, con protagonista una bionda fanciulla. Anche se l'idea di tornare a quelle visioni da un certo punto di vista lo spaventava, dall'altro ci sperava, perché avrebbe aggiunto un tassello all'incompleto mosaico.

Non sapeva che, proprio quella notte, ciò sarebbe avvenuto.

Il rumore provocato da un forte scroscio d'acqua sancì l'inizio della visione. Lasciò che il getto della doccia gli massaggiasse la schiena, provocandogli una sensazione di benessere che non ricordava di aver mai provato nel semplice atto di lavarsi. Chiuse le palpebre e girò l'interruttore. Nonostante l'afa di un clima oramai estivo, adorava sentire il getto d'acqua bollente sulla pelle.

Riportò la temperatura a un livello decisamente più fresco e si girò di schiena, passando al volto e i capelli. Il rubinetto seguitò a suonare la propria monotona melodia che Raffaele non avrebbe fermato tanto facilmente, abituato com'era a godersi docce particolarmente lunghe.