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Le urla di qualche sera prima sembravano oramai un lontano ricordo vedendo Samantha dormire beatamente sul sedile posteriore dell'automobile di Raffaele, il quale la controllava dallo specchietto retrovisore. Nonostante la brevità del viaggio di ritorno, la stanchezza e il nervosismo accumulati avevano avuto la meglio su di lei, che dalla notte dell'incontro con la misteriosa figura nascosta nel buio non aveva più avuto il coraggio di dormire da sola e il padre, d'altro canto, non aveva avuto alcuna obiezione nel permetterle di dormirgli accanto, dal momento che in tal modo avrebbe potuto proteggerla.

Mentre guidava, Raffaele pensò che la cena-farsa organizzata dal padre aveva avuto un discreto successo, dato che tutto il parentado si era impegnato a fingere malinconia e tristezza nei confronti dei familiari defunti. A parte Rogerio, il giovane operaio certamente non impazziva per la scomparsa di Demetrio e Saverio, ma per lo meno aveva avuto il buon senso di non lanciarsi in una lacrimosa interpretazione da film drammatico.

"Qual è la prossima mossa?" volle sapere Lucrezia, rompendo il silenzio.

"Se ti dicessi cosa ho in in mente." disse Raffaele svoltando l'angolo. "Mi rideresti in faccia. O mi faresti ricoverare per pazzia."

"Davvero dopo tutto quello che sta succedendo credi che ci sia qualcosa che può meravigliarmi?" replicò la donna, curando di tenere basso il tono di voce, nella speranza di non svegliare Samantha.

"Ti ho raccontato del video che mi ha mostrato Mario, ma c'è una cosa che non ti ho detto e, tutt'ora, non sono convinto che si tratti di una cosa possibile."

"Di che si tratta?".

Raffaele abbandonò per qualche istante lo sguardo dall'asfalto nero, rivolgendolo a Lucrezia. "La ragazzina bionda... avrà all'incirca dodici, tredici anni."

"E con questo? Dove vuoi arrivare?"

"Anche se è assurdo... comincio a pensare che si tratti dello spirito di Lucia."

Il silenziò calò per qualche istante. "Ne sei davvero convinto?".

Il giovane sgranò gli occhi. "Davvero? Nessuna perplessità? Nessun riferimento a principi di pazzia?".

"No, anche perché se ci penso quello che dici ha senso."

"Trovi davvero?".

"Si, pensa al fatto che la ragazzina è apparsa a te due volte, sorridendoti per giunta, quasi volesse tranquillizzarti sul fatto che, nel momento in cui avessi scoperto che in realtà era lei la feroce assassina, non avresti avuto nulla da temere. E se si tratta della stessa presenza che ha fatto visita a Samantha, beh, allora non è una coincidenza che si sia mostrata proprio a voi due."

"Mi fa piacere sapere che non mi credi uno stramboide." le confessò Raffaele, mentre leggeva il cartello che li informava l'arrivo in paese. "E ora, che facciamo?".

Lucrezia sbuffò. "Non ne ho idea."

"Forse dovremmo accertarci che si tratti proprio di lei. In tal caso... saremmo sempre al punto di partenza. È morta a causa di una malattia, che senso avrebbe tornare dall'aldilà per sbarazzarsi dei membri della nostra famiglia?".

"Comunque sia, hai ragione tu. Dobbiamo accertarci che si tratti proprio di lei."

"E come facciamo?" domandò Raffaele ridacchiando. "Ci rivolgiamo a una medium?"

Lucrezia non rispose, limitandosi a inclinare lievemente il capo di lato. Il giovane operaio la osservò di sbieco. "Aspetta, non vorrai dirmi che la ritieni davvero una buona idea!".

"Beh, non abbiamo altre soluzioni, e poi..."

"E poi...?".

"Si da il caso che, forse, conosco la persona giusta per tale compito."

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