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Lucrezia alla fine si convinse e passò a Raffaele il numero del medium che, contro ogni aspettativa, dichiarò la propria disponibilità, assicurando di essere libero anche per quel pomeriggio. La donna osservò il giovane padre comporre il numero di telefono e, anche se non la reputava una buona idea, rimase in silenzio. Raffaele era testardo e quanto mai deciso a scoprire la verità.

"Come facevi a sapere che avrebbe accettato?" gli domandò Lucrezia nell'attesa.

"Beh, pensavo che un sensitivo disponesse di capacità tali da aiutarmi."

"Questo potrebbe farlo anche un semplice ipnotista, sai."

Raffaele sprofondò dalla vergogna. "Io.... scusa, sono un ignorante."

La donna sorrise. "Ti sto solo prendendo in giro!".

Il campanello suonò, segno che l'ospite era alla porta. Samantha si trovava al parco con Daria, dunque avrebbero avuto a disposizione la casa e la tranquillità necessaria per svolgere la seduta. Certo, Raffaele non era contento di dover allontanare la figlia, ma era necessario se desiderava che l'intervento del sensitivo avesse successo. L'ingresso si aprì e Vincenzo Marmorassi, con il suo completo bizzarro, fece la propria apparizione.

"Buongiorno." esordì l'ometto, apparentemente seccato.

"Grazie per essere venuto." disse Raffaele. "E non si preoccupi. La pagherò per tutto il disturbo."

"Non si disturbi. Sono io il folle che ha accettato la sua proposta."

"Anche lei pensa che io sia un vero stupido, vero?".

"Affatto. Anzi, devo ammettere che la sua storia mi ha incuriosito parecchio."

"Eppure dopo il nostro ultimo incontro aveva specificato di non volere più niente a che fare con questa faccenda."

"Già, ma non pensiamoci ora." tagliò Vincenzo l'ometto, togliendosi il buffo cappello.

"Se riuscisse ad aiutarmi, mi aiuterebbe a risolvere un bel problema."

"Farò tutto il necessario, ma non posso promettere nulla."

"C'è qualche problema?".

"Semplice." asserì Marmorassi. "Non ho grande esperienza in questo campo."

Raffaele guardò Lucrezia, preoccupato. "Ma ha già avuto modo di sperimentare l'ipnosi, giusto?".

"Certo, ma purtroppo non sempre ha dato i frutti sperati."

"Ci sono state complicazioni?" volle sapere Lucrezia.

"Il tutto dipende dalla persona a cui si va a toccare la mente e la predisposizione della stessa a tornare indietro nel tempo."

"Dunque per me potrebbe rivelarsi difficile" ipotizzò Raffaele. "A causa della forza misteriosa che mi ha cancellato i ricordi."

"Esatto. Non ho capito bene di cosa si tratti, ma se mi ha detto la verità allora potrebbe rivelarsi complicato."

"Capisco..."

"Si sieda sul divano ora."

"Va bene." obbedì Raffaele. Lucrezia si parò di fianco al divano, in piedi. Vincenzo, invece, prese una sedia e si accomodò davanti a lui.

"La preparazione della seduta è importante."

"Insomma, un passo importante per la scienza."

"In realtà non si tratta di un vero e proprio metodo scientifico, ma di una tecnica sperimentale." precisò il sensitivo. "Viene utilizzata per rintracciare le origini di un ipotetico trauma che potrebbe stare alla base di un problema psicologico."

"E trovando l'evento scatenante si può risolvere." osservò il giovane operaio e Vincenzo sorrise.

"Meglio essere ottimisti."

"Vedrai che andrà tutto bene." lo rassicurò Lucrezia.

"Fin dove è possibile arrivare con i ricordi? - volle sapere Raffaele.

"Arriveremo fin dove è necessario. Molti sostengono di aver rivissuto immagini appartenenti a una vita precedente."

"E lei ci crede?".

"Sono molto scettico in realtà. Paradossale, vero?".

Raffaele sorrise. "Già."

"Ora le spiego cosa avverrà di preciso. Farò in modo di suggestionare la sua mente, per portarla in una sorta di dormiveglia."

"Va bene."

"Però devo avvertirla di una cosa."

"Dica."

"Questa procedura non è propriamente... ortodossa!" lo informò il sensitivo, arricciando il naso. "Non si dovrebbe procedere immediatamente all'ipnosi, almeno non durante la prima seduta. Prima infatti occorrerebbe stilare accuratamente una sorta di diagnosi."

Raffaele aggrottò un sopracciglio. "Davvero? E per quale motivo?".

"Sarò sincero. Non tutti le menti umani sono passibili di ricevere questo trattamento. Si ricordi, non sono un medico, ma semplicemente un sensitivo, eppure conosco bene le implicazioni negative che tale procedimento può provocare."

"Implicazioni? Sta cercando di dirmi che c'è qualche pericolo?".

"Beh, se il paziente è affetto da qualche psicosi o da gravi forme di depressioni, è possibile. Potrebbe scoppiare in incontrollabili deliri."

Lucrezia si allarmo. "Forse non dovresti rischiare, Raffaele."

"Ha ragione." confermò l'ometto. "Per una perfetta riuscita dell'ipnosi ci vuole tempo, sedute periodiche e controllate..."

Raffaele scosse la testa. "Non abbiamo tempo, mi dispiace."

"Dunque è risposto a correre il rischio."

Il giovane operaio guardò Lucrezia e strinse le labbra. "Si, sono disposto a tutto."

"Allora procediamo. Prima mi premurerò di depotenziare ogni sua relazione con l'ambiente esterno; quindi, tramite la suggestione, la indurrò alla stanchezza utilizzando l'ipnosi, fino a portarla in un vero e proprio stato di trance. Tuttavia, per tutta la durata dell'ipnosi sarà sempre cosciente, non addormentato."

"Sono pronto."

"Molto bene. Ora si sdrai sul divano."

Raffaele annuì e si sdraiò. Lucrezia appoggiò la schiena al muro, visibilmente preoccupata. Il giovane operaio prese un forte respiro e poi prese a fissare il soffitto.

"Ora si rilassi." disse con tono flebile il medium. "Ascolti attentamente ogni mia parola. Solo così forse riusciremo a infrangere la barriera che impedisce l'accesso ai ricordi. Per questo motivo dovrà essere forte e sappia che nel caso dovesse presentarsi qualsiasi tipo di inconveniente, interromperò immediatamente l'ipnosi."

"Tutto chiaro."

"Ora chiuda gli occhi." affermò Vincenzo e Raffaele, obbedendo, serrò le palpebre. A quel punto il medium pronunciò alcune parole, scandendole molto lentamente, rendendo noioso l'ascolto. E forse fu proprio per questo motivo che Raffaele iniziò a percepire una forte stanchezza, con le palpebre che divennero pesanti e pensava che, anche tentando, non sarebbe riuscito a riaprirle. Percepiva distante il mondo attorno a sé.

Improvvisamente, si sentì solo.

OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora