"Il mio metro di giudizio è offuscato." ammise Raffaele, premendo i palmi della mano sul tavolo della cucina, mentre Lucrezia si teneva occupata pulendo il pavimento, nell'attesa che bussasse alla loro porta colui che forse poteva dare delle risposte.
"Non essere cosi pessimista." lo rimproverò la donna. Samantha era stata accompagnata a casa di Daria, la quale l'avrebbe curata per tutto il pomeriggio, dando modo al padre di occuparsi dell'impellente questione. Ovviamente non aveva detto nulla alla figlia, mentendole riguardo a una presunta riunione di famiglia, sicuro che la noia suscitata da tale notizia l'avrebbe fatta desistere dal porre domande. Nonostante avesse preferito passare il sabato pomeriggio con la propria famiglia, la bambina fece spallucce e ingoiò il rospo.
"Sei sicura che si tratti di una persona affidabile?" volle sapere Raffaele.
"Per l'ennesima volta, si!" esclamò Lucrezia, aggrappandosi al manico della scopa. È' una persona a modo, discreta."
"Quanto costa la sua discrezione?".
"Su questo non devi preoccuparti, non lo fa per soldi. Anzi, sono ben poche le persone che sono a conoscenza di questo suo dono e ti sarei grato se non lo raccontassi a nessuno.""
Raffaele alzò le mani. "Terrò la bocca chiusa."
Il giovane operaio si immaginò un uomo alto con le mani giunte a mò di predicatore, accompagnato da una serie di operatori nerd in grado di rilevare con sofisticate apparecchiature qualunque presenza anomala, magari confondendo uno spiffero di aria con un antico demone del medio oriente. Forse questo pensiero gli sovveniva dalla visione di diversi film a sfondo esoterico ma, a giudicare la trama del lungometraggio, si auspicava che non vi fossero tali orrori nella propria abitazione.
Notò che anche Lucrezia era nervosa, soprattutto dopo aver udito il racconto sul filmato in cui si vedeva la ragazzina bionda dilaniare senza pietà il defunto marito. Che la donna fosse scossa per la violenza inaudita o semplicemente pensasse che quel porco se l'era meritato con tanto di interessi, non gli era dato a sapere e nemmeno avrebbe chiesto, ma era evidente che, proprio come lui, la fresca vedova desiderava porre fine a quella brutta storia, se non altro per poter ricominciare da capo, dopo alcuni anni all'inferno passati con il suo aguzzino.
Improvvisamente il campanello suonò e i due si osservarono, forse domandandosi se fosse prudente aprire quella porta. Oramai tutto era già deciso; non si poteva tornare indietro. Agitato com'era, Raffaele si guardò attorno, chiedendosi se l'ambiente fosse adatto per... qualsiasi cosa il loro ospite avesse in mente da fare. Dubitando che la pulizia maniacale potesse essere una valida condizione per la perfetta riuscita della perizia sovrannaturale, il giovane operaio si diresse verso l'uscio e l'aprì.
"Non sapevo se abitaste al piano interrato o ai piani superiori." esordì l'uomo. "Ho tirato a indovinare."
O ha usato poteri psichici per capirlo? Si domandò Raffaele, pentendosi subito per la stupidità della sua mente. Osservò l'ospite. Un buffo ometto sulla cinquantina, con pochi capelli grigi ai lati della testa, due occhi azzurri e profondi, disegnati su un volto tutto sommato ancora giovanile. Era piuttosto basso e indossava un curioso vestito, con giacca e pantaloni cuciti con bizzarri rombi verde-rossi, con un papillon azzurro adagiato attorno a collo.
Siamo messi beni, pensò Raffaele.
"Mi chiamo Vincenzo Marmorassi." lo informò, notando Lucrezia poco distante da lui. "Posso entrare?".
Terminate le presentazioni, condotte dall'ometto con una solennità tale da far pensare di essere giunto in una camera mortuaria per porgere le proprie condoglianze, Raffaele e Lucrezia offrirono un caffè all'ospite, spiegandogli la delicatezza della situazione. Il giovane operaio, che non riusciva a sedersi per l'agitazione, pensò che nessun'altra scelta compiuta in vita sua era paragonabile alla pazzia che a suo dire stavano compiendo. Dubitava che il suo scetticismo sarebbe stato lenito minimamente, tuttavia lasciò che Lucrezia si occupasse di illustrare la questione.
"La mia politica consiste nel non credere a qualsiasi storiella mi venga raccontata." precisò Marmorassi. "Sapete, molto spesso mi capita di avere a che fare con persone che, diciamo, beh... non sono proprio credibili."
"Sta cercando di girare la frittata?" gli chiese Raffale, appoggiato alla cucina. Il medium sgranò gli occhi.
"Come, scusi?".
"Raffaele è un po' scettico." si giustificò Lucrezia, lanciando un'occhiataccia all'autore della battuta, il quale allargò le braccia, in segno di innocenza.
"Lo capisco." assicurò il Medium. "Il mondo del paranormale è quasi sconosciuto per la maggior parte degli esseri umani e la razionalità della nostra mente ci impedisce di credere a ciò che va oltre l'ordine della natura." poi si rivolse a Raffaele. "Ma lei ha avuto modo di vedere in faccia il volto dell'anormalità, del velo che separa il nostro mondo da quello degli spiriti?".
Quelle parole gettarono Raffaele in uno stato di profonda inquietudine. Se Marmorassi fosse realmente convinto di ciò che diceva o fosse una abile tattica per impollinare i propri polli, non poteva saperlo. Ma il gelo che improvvisamente aveva invaso la stanza non aveva un'origine sovrannaturale, essendo l'unico a sentirne i pungenti effetti. Sezionando la propria voglia di cacciarlo via a pedate, con tanto di breve nota di accompagnamento, Raffaele si staccò dalla cucina e annuì.
"Direi che possiamo cominciare."
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Ombre
Mystery / ThrillerNelle tranquille montagne della Valtellina una misteriosa furia omicida si abbatte sui membri di una famiglia influente. Sulle prime si crede all'attacco di una belva feroce, ma in seguito le indagini porteranno a credere si tratti di un essere antr...