Ben presto l'oscurità giunse a rallentare il cammino di Raffaele, il quale si accorse che la strada era divenuta improvvisamente scivolosa e rallentò per evitare di uscire fuori strada. Alzò gli occhi al cielo, dal quale non stava scendendo nemmeno una goccia e ipotizzò che l'asfalto bagnato potesse essere un altro effetto di quel dannato incantesimo, creato per tenerlo alla larga dal luogo del Rito. Ma a parte il lieve imprevisto, null'altro di grave accadde nel tragitto e il giovane operaio arrivò allo spiazzo adiacente al curvone senza troppi intoppi.
Senza preoccuparsi di chiuderla a chiave, abbandonò l'auto, attraversò la strada e si inoltrò nella boscaglia, iniziando la dolorosa salita. Non gli importava del male causato dall'impatto con i ramoscelli, che gli provocarono piccoli tagli sulle braccia e la perdita di minuscole quantità di sangue. Nulla avrebbe potuto fermarlo in quel momento anche se, in mezzo alle sterpaglie, non vedeva praticamente nulla e dato che il percorso non era lineare temeva di perdersi nella vegetazione; allora sì che sarebbero stati guai. Si fece coraggio e proseguì. Ne era certo; avrebbe trovato Samantha e l'avrebbe portata via sana e salva.
Nel frattempo, all'ospedale di Sondalo, nella camera dove Mario dormiva da Mario, Sara era intenta a leggere, seduta di fianco al letto come era solita a fare quasi ogni notte, vegliando sul sonno del marito. Non era più agitata e sconvolta come quando aveva appreso dell'incidente e, pur non sapendo quando e se Mario si sarebbe svegliato, aveva imparato a essere paziente, convincendosi che un giorno lo avrebbe rivisto riaprire gli occhi. Da quel momento in poi lo avrebbe convinto a prendersi una pausa dal pericoloso lavoro che lo aveva ridotto così, approfittandone per ricucire il loro rapporto.
Uno strano rumore la distrasse dalla lettura. Sollevò lo sguardo dalla pagina e percepì la fonte del rumore. Guardò verso il letto, incredula.
Mario aveva aperto gli occhi.
"Mario!" gridò la donna, alzandosi e lasciando cadere il libro a terra. Il poliziotto la guardava con gli occhi spalancati e ansimava. Sembrava parecchio agitato. Sara si abbassò su di lui e cercò di calmarlo, appoggiandogli una mano sul capo.
"Stai calmo, tesoro. Ora vado subito a chiamare un dottore."
Mario provò a dimenarsi e mugugnò, ma i movimenti erano goffi e lenti a causa della lunga degenza, senza contare la maschera dell'ossigeno sul volto e i numerosi cavi attaccati al suo corpo. Sara uscì dalla stanza e lo lasciò solo. L'Ispettore chiuse gli occhi, disperato. Se solo si fosse fermata a osservare più attentamente, avrebbe letto il puro terrore negli occhi del marito.
Raffaele è in pericolo e anche sua figlia!
In quello stesso istante, Giorgio giunse a casa di Raffaele, dopo una breve ma estenuante corsa. Lucrezia lo attendeva sul ciglio della porta, con le braccia conserte. Il cerotto che aveva sulla fronte, anche se copriva la ferita, non mascherava la paura e l'angoscia che l'attanagliavano. Si premette una mano sul cranio; sicuramente il fastidio non l'avrebbe abbandonata in tempi brevi.
"Sono arrivato appena ho potuto." affermò il Parroco. "Lucrezia, vero?"
"Esatto." confermò lei. "Padre Giorgio?"
"Molto piacere. Anche se è un vero peccato conoscerci in circostanze del genere."
"Ci saranno tempi migliori."
"Già. Diamo un'occhiata a questo simbolo."
Lucrezia si scostò dalla porta, dando modo al Prete di esaminare il simbolo, contemplandolo e sfiorandone i contorni con le dita. "Non mi è nuovo... mi sembra..." disse lui, bloccandosi nell'immediato. Poi prese dalla sacca che aveva sulla spalla uno dei libri che aveva portato con sé e lo sfogliò.
"Quindi è in grado di rimuoverlo?" domandò Lucrezia, speranzosa.
"Non ne ho la certezza, ma ci posso provare." sostenne Giorgio, seguitando a sfogliare le pagine. "Mi ricorda un simbolo che ho visto altrove."
"Un simbolo religioso?".
"Esatto. Se ci pensi, ci sono molte affinità con la storia biblica di Mosè."
"Le dieci piaghe."
"Proprio così." confermò il Parroco. "In particolare modo parliamo della decima piaga. Mosè doveva convincere il Faraone d'Egitto a liberare il popolo d'Israele ma nonostante le varie calamità scatenate sulla terra africana, ogni tentativo era risultato vano. Per questo motivo Mosè ascoltò le parole del Signore e disse agli israeliti servi dell'Egitto di disegnare sulle porte delle proprie abitazioni un simbolo con sangue d'agnello. Siccome queste famiglie erano molto povere e non potevano tutte permettersi un agnello, si riunirono in poche abitazioni. L'Angelo della Morte sarebbe giunto a mezzanotte e avrebbe ucciso il primogenito di ogni famiglia di Egitto che non avesse disegnato il simbolo sulla propria porta. Il simbolo avrebbe indicato all'Angelo che in quell'abitazione si trovavano gli appartenenti al popolo di Israele. Questi obbedirono e l'Angelo compiette il suo dovere, uccidendo anche il figlio del Faraone stesso il quale, sconvolto, scelse di lasciarli andare, salvo ripensarci per l'ennesima volta e inseguire gli ebrei sul Mar Rosso, ma credo tu conosca già questa storia."
"E questo simbolo è simile a quello disegnato dagli israeliti?".
"Pressapoco. La cosa che non capisco è come siano riusciti a utilizzare una tale forza mistica per bloccare lo Spirito della giovane. Si tratta di un potere molto antico, che si è tramandato nel tempo. Però non so come possa essere giunto nelle mani della famiglia Pozzo."
"Puoi fare qualcosa?".
"Lo spero." si auspicò il Parroco, il quale venne distratto da un fioco gemito. Lanciò un'occhiata all'interno dell'abitazione e notò una sagoma seduta al buio, nell'ombra, che teneva le ginocchia strette tra le braccia e lo sguardo basso.
"Eccoti qui..." disse Padre Giorgio. La bambina si accorse di lui e lo guardò a sua volta. L'uomo si avvicinò, senza paura, chinandosi su di lei. Provò ad accarezzarle il capo e Maria, dapprima esitante, lo lasciò fare. "Non temere, piccola. Tra non molto ti libereremo."
Poco dopo Raffaele giunse alla recinzione della tenuta familiare. Oramai il buio era totale e aveva avvolto la montagna. Si avvicinò alla porta di ingresso, trovandola socchiusa. Questo poteva significare solo una cosa, pensò; erano già arrivati. Entrò e prese a correre, sapendo di avere i minuti contati. Poco dopo, sulla propria destra gli parve di vedere qualcuno fermo in piedi che lo osservava. Raffaele si fermò, approfittandone per riprendere fiato, poi ripartì. Non c'era nessuno, anche se per qualche istante si era convinto di aver visto Geremia.
Giunse nei pressi della boscaglia e, poco prima di addentrarvisi, si fermò. Cosa stava succedendo al di là di essa? Non sentiva nulla. Il pensiero che avessero già compiuto l'orrendo crimine lo pervase, ma cercò di convincersi che il silenzio fosse dovuto al fatto che fossero ancora in corso i preparativi. Si addentrò nella vegetazione, ma riuscì a fare solo pochi passi; qualcosa lo colpì violentemente alla nuca e perse immediatamente i sensi.
STAI LEGGENDO
Ombre
Mystery / ThrillerNelle tranquille montagne della Valtellina una misteriosa furia omicida si abbatte sui membri di una famiglia influente. Sulle prime si crede all'attacco di una belva feroce, ma in seguito le indagini porteranno a credere si tratti di un essere antr...