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"Dunque", esordì l'ometto, "al telefono la signora Pozzo è stata vaga, ma mi ha spiegato che lei sostiene che lo spirito della sua defunta moglie si sia manifestato."

"È quello che credo." confermò il giovane operaio, vergognandosi delle proprie affermazioni. "Le occorre qualcosa? Che so, un oggetto appartenente a Lucia o un suo vestito?"

Lo Spiritista gli lanciò un'occhiataccia. "Per chi mi ha preso? Non sono mica un cane da caccia!".

Raffaele fece per dire qualcosa, ma si bloccò, sentendosi un completo idiota. Lucrezia, poco distante, cercò di soffocare una risatina. L'ometto si alzò, attraversò il soggiorno e lanciò furtive occhiate ora al soffitto ora alle pareti. Camminava senza fare rumore, quasi avesse paura che il fragore della sua marcia potesse spaventare o allertare lo spirito che aveva deciso di utilizzare l'abitazione per nascondersi. E, se fosse stata davvero Lucia, la cosa poteva avere senso. Lucrezia, di fianco a lui, aveva il volto arrossito, forse per il caldo o magari per la tensione provocata dall'agire meticoloso e silenzioso del sedicente Medium.

"Sento qualcuno piangere." li informò Marmorassi, appoggiando una mano al muro sul quale era appoggiata la stufetta a pellet. "C'è molta sofferenza in questa casa e chiunque l'abbia portata tra queste quattro mura me lo sta facendo capire."

"Piangere?" chiese Lucrezia, incrociando le braccia.

"Si tratta di una sofferenza antica, che risale a molto tempo fa." precisò Vincenzo, senza staccare il palmo dall'intonaco, gli occhi rivolti verso la parete. "Dice che mi aspettava. Dice che era a conoscenza del mio arrivo."

"Di chi sta parlando?" volle sapere Raffaele, sempre più convinto che si trattasse di Lucia. Erano passati pochi anni dalla sua dipartita, certo, ma nulla toglieva che, per lui e Samantha, fosse trascorso effettivamente molto tempo. Nel frattempo, Vincenzo abbassò lo sguardo verso il basso, quasi fosse stato colto da un'improvviso attacco di sonno. Dopo dopo rialzò il capo e si voltò verso Raffaele.

"Sto comunicando con lei. Una ragazzina bionda con un lungo vestito verde."

Raffaele si accomodò sulla sedia, lasciandosi cadere su di essa. Volle sorridere, ma desistette, non volendo in alcun modo mostrare ai presenti le proprie emozioni. Dunque, non era affatto pazzo, pensò. Aveva chiaramente chiesto a Lucrezia di non fare il minimo accenno a una fanciulla di verde vestita, in modo che, se realmente ella esisteva, il Medium avrebbe potuto dimostrare di non essere un ciarlatano.

"Dalla sua espressione deduco che non mi crede più un commediante da strapazzo, signor Pozzo." azzardò Vincenzo. Raffaele, d'altro canto, non era interessato a quelle parole, quanto alla consapevolezza di essere sempre più vicino alla verità. Ma non era ancora finita; c'era ancora un mistero da risolvere.

"Si tratta di mia moglie?" volle sapere il giovane operaio.

"Ora lo scopriremo." disse Marmorassi, utilizzando un tono di voce quanto più rassicurante. Il volto dell'ometto di fece più serio una volta rivoltosi alla parte di muro che con tanta cura si era premurato di studiare poco prima. L'immagine di un sedicente Nerd con tanto di mangianastri capace di captare vibrazioni paranormali era oramai un ricordo e l'immagine della persona in grado di fornirgli le giuste risposte era l'unica cosa che contava.

Marmorassi passò nuovamente la mano sulla parete, trovando con il dito un piccolo foro, creato dai precedenti inquilini. Ci giocherellò qualche istante, mentre il ticchettio dell'orologio appeso al muro sembrava scandire un macabro conto alla rovescia. Nel sotterraneo della mente del Medium forse esisteva già la risposta alla domanda che Raffaele avrebbe voluto porgli e, quando questi si voltò, intuì che quel momento era finalmente giunto.

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