Il lieve suono del fuoco non riuscì a riempire il silenzio provocato dalle parole del capofamiglia. Ma non si trattava di un fragore simile a uno schioppettio, come ci si poteva aspettare da un normale focolare, assomigliando piuttosto a quello creato da un forte vento che intrappolava al suo interno l'innocente ragazzina, ancora ipnotizzata. Per tutto quel tempo Katia e i due cugini non avevano mai parlato, tradendo una certa agitazione. Avevano abbassato l'arma, certi che Raffaele non avrebbe tentato nuovamente di sopraffarli.
"So cosa ti stai chiedendo." affermò Fausto.
"Che cosa?".
"Per quale motivo c'è un cerchio di fuoco al posto della statua rituale?"
"Non capisco..." fece finta di nulla Raffaele.
"Certo che lo sai..." - replicò il padre. "Sei stato qui con il tuo amico e l'avete trovata e, se mi permettete, non siete stati molto furbi a sradicare gli arbusti che la nascondevano."
Raffaele non disse nulla.
"Vuoi sapere che differenza esiste tra la Statua e il cerchio di fuoco?" proseguì l'uomo. "La Statua, come sicuramente avrai scoperto, era un meccanismo barbaro e crudele. Anche noi ne eravamo ben consci e per questo motivo venticinque anni fa cercammo altre vie, trovando questo sistema. In questo caso il fuoco fa cadere chi si trova al suo interno in una sorta di trance e il rituale avviene in modo rapido, indolore. Non servono, tamburi, balli e altre amenità. Il tutto diventa meno macabro, meno disumano.
"E ciò ti fa sentire meno in colpa, padre?".
"Il vero problema" intervenne finalmente Katia. "? che mio fratello è sempre stato troppo buono con te."
"Ah, si?" commentò con sarcasmo il nipote.
"Certamente. Se fosse dipeso da me, saresti già sotto terra. Ma Fausto non vuole, per qualche assurdo motivo crede che ci sia qualche speranza con te. L'unica cosa che mi dispiace è di averti solo ferito quella notte."
Raffaele sgranò gli occhi. "Come?!".
"Sorpreso? Parlo della notte in cui ho sterminato quel vigliacco di mio marito. E non hai idea di quanto mi sia piaciuto."
"Allora eri tu."
"Già. Non mi perdonerò mai di aver sbagliato mira."
Trattenendosi dal correrle contro per metterle le mani attorno al collo, Raffaele si chiese come potesse aver ucciso il suo stesso marito, una brava persona finita in una tana di mostri. Oscuri pensieri si inabissarono sua mente, impossibili da eliminare. Pazzi vestiti con tuniche nere. Si, per salvare Samantha si sarebbe sporcato le mani; se solo avesse avuto una possibilità.
"Non c'è altro da dire." tagliò corto Fausto. "Samantha si addormenterà senza accorgersene e tutto sarà compiuto."
"E tu non potrai fare nulla." aggiunse Gabriele.
"Toh, guarda chi ha avuto finalmente le palle di parlare." lo sbeffeggiò Raffaele.
"Che cosa vorresti dire?".
"In tutte queste settimane sei stato nascosto, senza farti mai vedere. Nulla di strano, dato che sei un codardo e non ti importa nulla di nessuno. In fondo, se ci pensi, è normale che nessuno abbia pensato a a te come possibile successore della famiglia Pozzo. Sei solo un povero idiota."
La rabbia crebbe in Gabriele il quale, dopo un lieve tremolio, tornò a puntare la pistola verso l'odiato cugino. "Io ti ammazzo, bastardo!".
"Calmati, Gabriele!" gli intimò Fausto. "Così fai solo il suo gioco, sta solo cercando di innervosirti."
Gabriele si voltò verso suo nonno, poi fissò con odio Raffaele e alla fine abbassò l'arma. "E va bene!".
"Tanto non ce l'avrebbe mai fatta a premere il grilletto." assicurò Raffaele.
"Adesso è l'ora di fare una scelta. " sentenziò il padre. "O con noi o contro di noi. Non te lo chiederò un'altra volta."
"Quindi se mi unisco a voi, avrò salva la vita?".
"Certo, è una promessa."
"Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo, vero?".
"Non ti preoccupare. Una volta compiuto il tuo destino tutto passerà." assicurò Fausto, tendendogli una mano. "Allora? Cosa decidi?".
Il figlio lo scrutò silenziosamente poi, lentamente, gli avvicinò una mano e gliela strinse. Il padre annuì sorrise, convinto di aver finalmente raggiunto il tanto agognato obiettivo. Raffaele abbozzò un sorriso poi, senza preavviso, gli rifilò una violenta ginocchiata allo sterno, facendolo capitolare, cosicché ne approfittò per provare a raggiungere Samantha, ma venne intercettato immediatamente da Nicholas, che lo stese colpendolo nuovamente al capo.
"Era un po' che desideravo farlo." confessò Nicholas.
Poco dopo Fausto si rialzò a fatica, aiutato dalla sorella. Si toccò lo sterno, guardando il figlio con un'espressione colma di delusione. Scosse la testa, poi si allontanò. Raffaele, con due armi puntate alla testa, non provò nemmeno ad alzarsi.
"Uccidiamolo." propose Katia. "Tanto hai visto, non si schiererà mai dalla nostra parte."
"Prima effettuiamo il rito." disse Fausto. "Poi fai ciò che ritieni più giusto."
Katia guardò il nipote soddisfatta. "Sarà un vero piacere."
Raffaele alla fine si rialzò, tenendosi a debita distanza dalle canne delle pistole. I due cugini lo lasciarono fare, consapevoli che non si sarebbe mosso. Poi si voltò, ma dalla boscaglia nessuno sembrava in procinto di comparire in suo soccorso. Se le cose non fossero cambiate, presto avrebbe dovuto soccombere e la stessa sorte sarebbe toccata a Samantha.
Fausto passeggiò qualche istante con le braccia dietro la schiena, evidentemente pensieroso. Nessuno osò disturbare la sua meditazione. Poco dopo si fermò e annuì in direzione della sorella. "Possiamo iniziare."
Giorgio, sbrigati!
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Ombre
Mystery / ThrillerNelle tranquille montagne della Valtellina una misteriosa furia omicida si abbatte sui membri di una famiglia influente. Sulle prime si crede all'attacco di una belva feroce, ma in seguito le indagini porteranno a credere si tratti di un essere antr...