9.

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-Vuoi stare ferma oppure ti devo immobilizzare?!- mi chiese, irritato. Stava iniziando a perdere la pazienza e lo capivo, ma faceva troppo male. Tentai di spiegare il mio continuo movimento:- Frizza troppo!-

-Sei proprio una ragazzina...- disse sbuffando.

-E te un grandissimo stronzo!- ribattei, imbronciata.

Nel sentire quella risposta, non esitò a prendermi il viso tra le sue mani, grandi e possenti, stringendo sempre più.

-Non osare chiamarmi più così, chiaro?- disse, mentre i suoi occhi si riducevano a due fessure.

Lo stavo facendo proprio incazzare. Ma non intendevo smettere: doveva capire che non poteva darmi ordini.

-E te invece smettila di darmi ordini! Non sono la tua bambola!- risposi, alzando il tono della voce. -Potresti diventarlo, Lili. Attenta a come ti rivolgi al sottoscritto o saranno guai-

Si stava avvicinando sempre più al mio viso. Sapevo cosa stava per fare, ma non glielo permisi. Gli tirai uno schiaffo improvviso in piena faccia. Subito dopo, misi a fuoco ciò che avevo appena fatto. Oh merda, ora sì che si sarebbe arrabbiato! Cercai di darmi alla fuga, ma invano. Mi immobilizzò le braccia con le sue mani, mentre spingeva il suo corpo possente contro il mio.

-Lo sai che per un gesto simile potrei farti espellere?- mi informò, colmo di rabbia.

-Ti prego no. Non farlo, devo passare almeno un anno in questo posto, sennò mia madre mi ucciderà. Dai, non volevo. Scusa- mi costò enormemente dire tutte quelle cose, ma dovevo almeno tentare di salvare il mio futuro all'interno del college.

-Te lo scordi, andrò a parlare subito con la preside!-

-Non ne avresti il coraggio...- cercai in tutti i modi di farlo ragionare.

In fondo non era una cosa così grave... be', forse solo un pochino.

-Oh invece sì, tu non mi conosci Lili- mi avvertì, sicuro di sè.

-No, dai. farò qualsiasi cosa per rimediare, ma ti scongiuro di non dire niente- lo implorai, stringendoli il braccio. -Qualsiasi cosa, hai detto?-

Ecco, avevo firmato la mia condanna a morte senza nemmeno accorgermene! Ma adesso non potevo tirarmi indietro.

-Sì... qualsiasi- ripetei con un filo di voce.

-Allora dovrai venire alla festa di apertura dei corsi di sci... sabato-

Ah, pensavo che mi avrebbe reso la sua schiava per i prossimi mesi. Meno male, poteva andarmi peggio.

Sorpresa, stavo per rispondere, ma mi precedette:- E dovrai fare tutto quello che ti dico ogni qualvolta saremo insieme. A scuola, a lezione, a pranzo, cena, ovunque... sennò non esiterò a parlare con la preside e informarla sul tuo comportamento irrispettoso- Ecco, avevo cantato vittoria troppo presto.

-D'accordo... ci sto- dovevo accettare assolutamente, non avevo scelta.

O l'espulsione o sottomettermi ai suoi comandi. La cosa mi dava alquanto fastidio, ma potevo fare uno sforzo.

-Per quanto durerà tutto questo?- chiesi, con una punta di preoccupazione.

-Finchè non ci sarà la festa di sabato, altrimenti salta l'accordo- confermò, impassibile.

-Certo...- risposi, abbassando lo sguardo e la testa. Mi ero cacciata proprio in un bel guaio, accidenti!

-E guardami quando ti parlo!- disse, afferrando di nuovo il mio viso tra le sue possenti mani, costringendomi così a guardarlo dritto negli occhi.

Restammo in quella posizione per un tempo che mi parve interminabile, quando all'improvviso Cole mi lasciò andare.

La situazione stava degenerando in un modo che non mi piaceva per niente... -Adesso andiamo, tra poco ci sarà il coprifuoco- mi ricordò, allontanandosi.

Lo seguii, silenziosa e soprattutto pensierosa.

Avevo paura di quello che mi avrebbe costretto a fare, ma per il momento era meglio sorvolare il problema.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora