33.

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Cole.

Aspirai un'ultima volta il fumo che mi riempì i polmoni e gettai la sigaretta a terra, guardandola mentre si spegneva a contatto con la neve.

Quello che era nato tra me e Lili, adesso, si stava spegnendo proprio come quella sigaretta.

Ed era tutta colpa mia.

Perché le avevo detto quelle cose?

Non le pensavo veramente.

Io ci tenevo a lei.

E, ora come ora, era l'unica persona che era in grado di aiutarmi a superare ciò che avevo vissuto.

Ma era più forte di me, non ci riuscivo. Vederla con un altro mi faceva diventare quello che in realtà non ero: una persona violenta, come aveva detto lei. Vederla con Hart  poi, era proprio da suicidio. Non avevo mai sofferto così tanto per una ragazza. Lili era entrata a far parte della mia vita da così poco tempo e, senza nemmeno accorgersene, l'aveva sconvolta completamente. Ero sempre stato sicuro nei confronti delle ragazze. Impazzivano per me e non perdevo tempo.

Se ne volevo una, la prendevo. Punto.

Da adesso in poi però, non sarebbe più stato così. Lo sapevo.

Non ero più rientrato dentro il college. Preferivo restare a prendere un po' di aria fresca. Ma il sole ormai stava facendo capolino tra le montagne e si iniziava a sentire il freddo della notte. Decisi che era ora di rientrare.

Decisi che era arrivato il momento di affrontare Lili una volta per tutte.

Prima di cercarla però, dovevo andare a depositare i miei sci nella stanza che si trovava al piano di sotto.

Scesi le scale e, aprendo la porta, me la ritrovai davanti. Lei non mi vide, perché era girata di spalle, intenta a mettere a posto i proprio sci.

Rimasi per qualche secondo imbambolato: guardarla era come toccare il cielo con un dito.

I capelli biondi le ricadevano morbidi; anche se indossava la tuta, si intravedevano comunque le sue bellissime curve. Il suo modo di muoversi era sensuale e maledettamente sexy.

Il mio unico desiderio in quel momento era sbatterla al muro e tempestarla di baci, ma riuscii a contenermi.

Non volevo spaventarla.

Quando finalmente si girò, notai lo stupore nei suoi occhi. Le sue labbra si schiusero e rimanemmo per un istante a guardarci. 

Sentivo che c'era una forte elettricità tra di noi, quasi impossibile da evitare. -Ciao...- riuscii a dire, ma la voce mi tremava e non sapevo cosa fare.

Dai Cole cazzo, svegliati!

Lei non disse niente.

Si precipitò subito verso l'uscita, ma riuscii a bloccarla. Le strinsi un braccio, facendola tornare indietro.

-Ascoltami, ho bisogno di parlarti-

-Lasciami Cole-

La sua voce era fredda e distante. Non ammetteva repliche.

Ma io ero stufo della sua testardaggine e così la spinsi violentemente contro il muro, mettendomi davanti a lei. Adesso mi avrebbe ascoltato!

-Se non mi lasci, mi metto a urlare- mi minacciò.

Adoravo quando dava ordini, perché non era brava farlo.

-Non ne saresti capace- la sfidai.

Ero curioso di vedere che cosa diamine si sarebbe inventata.

E con mio grande stupore, iniziò a gridare.

Doveva fare proprio come diceva lei. Era insopportabile. Le misi una mano davanti alla bocca, intimandole di stare zitta.

I suoi occhi divennero subito cattivi e accigliati. Si dimenava, ma ero io più forte.

Cercava in tutti i modi di liberarsi, mordendomi la mano e tirando calci, senza mai fermarsi.

-Vedo che non demordi, eh?- la situazione si stava facendo interessante e io iniziavo a divertirmi.

Del resto, con Lili non ci si annoiava mai.

Decisi di levare la mano dalla sua bocca: ero curioso di ciò che avrebbe detto.

-Vedo che continui a fare lo stronzo come al tuo solito, eh?-

Mi venne da ridere. Era così bella quando si arrabbiava.

Restammo per un po' a guardarci.

Lei divenne più tranquilla e le mie dita desideravano ardentemente sfiorare quella pelle così chiara e candida.

Stavo per toccare la sua guancia, quando lei mi precedette.

-Fermo- mi ordinò, immobilizzandomi la mano.

-Sssh- le risposi di rimando, adagiando il mio indice sulle sue labbra piene.

-Non ci casco questa volta. Togliti di mezzo!-

Quanto era aggressiva solo dio lo sapeva.

-Mi dispiace deluderti, ma ormai ci sei già cascata, Reinhart- la apostrofai.

Dovevo farle capire che non poteva non guardare in faccia alla realtà.

Noi eravamo così perfetti insieme, ma lei sembrava che avesse paura di questo nuovo legame.

All'improvviso le luci si spensero e rimanemmo al buio.

-E adesso che diavolo succede?- si spazientì lei.

-Stai calma... Hai paura del buio, per caso?-

-T'immagini!-

-Be', non sembrerebbe...-

-Sta' zitto-

Perfetto, aveva paura del buio.

-Oh, oh. Lo sapevo, ho fatto centro. Lili Reinhart che ha paura del buio. Chi l'avrebbe mai detto?-

-Falla finita di fare il deficiente e vai a riaccendere la luce!-

-E secondo te come faccio? Se ero mago Merlino a quest'ora non ero qui con te!- Che bambina che era!

E io le stavo pure dietro... roba da pazzi.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora