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-Perché hai portato la macchina fotografica?- mi chiese Cole, mentre eravamo in macchina. Destinazione Washington.

-Come perché? E' il tuo compleanno, bisognerà scattare un sacco di foto per ricordare il momento-

Cole sorrise. -Sei speciale- Sbuffai. -Per così poco-

-Per me significa molto-

Nel sentire quelle parole, mi si riscaldò il cuore: portare la macchina fotografica era stata davvero una bella idea.

Perché sarebbe stata una giornata indimenticabile e le foto, un giorno, ne sarebbero stata la prova.

Dopo esserci svegliati, ci preparammo e prima di partire avevamo deciso di fare un'abbondante colazione.

Mi sentii un po' in colpa per aver mangiato due brioche piene di marmellata, ma cercai di non pensarci. Sperai solo che il vestito di Ashley mi sarebbe calzato ugualmente a pennello.

Arrivammo a Washington un'ora e mezza dopo.

Non avevo mai visitato in vita mia una città più bella di quella.

Era una delizia questa città, abbracciata dalle montagne circostanti, che naturalmente le conferivano quel tocco particolare, colorata dai tetti delle casette e dei numerosi palazzi eleganti e pieni di vita. Non fu difficile trovare il parcheggio per la macchina e in poco tempo ci ritrovammo nel centro della città. Nell'aria si respirava sempre l'atmosfera delle feste natalizie, che erano trascorse da poco.

Le vetrine dei piccoli negozietti che si trovavano lungo i marciapiedi erano sempre decorati da numerose lucine e ogni cosa che mi circondava, attirava subito la mia attenzione. Anche Cole sembrava contemplare con grande ammirazione quella bellissima città alpina. Lo presi sotto braccio e ci incamminammo con passo lento lungo le numerose stradine che trovavamo.

Iniziai a scattare foto da ogni parte e naturalmente tormentai Cole dall'inizio alla fine. Lo ripresi in tutte le pose possibili e inimmaginabili. La foto più bella restava quella davanti al Jefferson Memorial, che si trovava sulla strada principale. Cole indossava dei Ray-Ban che gli calzavano a pennello: era bello da far impazzire. 

Ogni tanto mi accorgevo che qualcuno, mentre passeggiavamo tranquillamente per strada, si girava a guardare nella nostra direzione. Chiaramente guardavano lui. Come si poteva non guardare? Era troppo bello.

-Ehi, divo di Hollywood...- richiamai Cole -fermati un attimo- Lui si girò e io gli scattai l'ennesima foto ricordo.

-Basta, adesso voglio una foto con te- si lamentò.

-Ma non c'è nessuno che ce la possa fare-

In effetti, adesso, le strade erano quasi completamente deserte: era l'ora di pranzo ed evidentemente le persone si erano già recate nelle rispettive case a saziarsi con un buon pasto caldo.

-Non è un problema, ce la faremo da soli-

Cole afferrò la mia macchina fotografica e impostò l'autoscatto, dopodichè la poggiò sopra un muricciolo, che si trovava esattamente davanti a una panchina, sulla quale facemmo le corse per sederci.

-Presto, ora scatta- urlai, ridendo.

-Pronti. Cheese!-

Sorridemmo all'obbiettivo appena in tempo.

Mi alzai e andai a controllare: la foto era venuta un po' movimentata, ma era comunque bella.

Sorridevamo tutti e due e sembravamo spensierati. Felici. Reimpostai l'autoscatto una seconda volta. -Facciamone un'altra-

Questa volta l'obbiettivo ci immortalò mentre ci stavamo dando un casto bacio sulle labbra.

-Questa è la mia preferita- annunciò Cole non appena vide la foto.

-Non ne avevo dubbi- sorrisi.

Lui gettò uno sguardo all'orologio che teneva al polso.

-E' ora di pranzo, che dici, ci fermiamo in un ristorantino?- propose.

Non era difficile immaginare la mia risposta.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora