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Cole mi depositò un bacio sulla guancia e rise.

-Perché ridi?-

-Sei una bellissima bugiarda. La mia, bellissima bugiarda- aggiunse infine.

Accavallò le sue gambe con le mie e il mio cuore accelerò immediatamente il battito cardiaco.

Per la miseria... -Cole, lo sai che non possiamo stare insieme-

-Certo che possiamo-

Mio Dio, dovevo farlo ragionare!

-No. Non va bene. Non va bene... per me- confessai, sospirando pesantemente.

Cole si irrigidì, ma continuò a tenermi stretta tra le sue braccia. Che fantastica sensazione... Era bellissimo, perfetto, unico... ma sbagliato. Sbagliato per me.

Mi sarei fatta male di nuovo con lui accanto e non avevo la forza per raccogliere nuovamente i cocci rotti: sicuramente non si sarebbero più incastrati.

-Perché non capisci che ti amo e che è stato tutto uno sbaglio?- Si riferiva al bacio di Camila.

Forse gli credevo. Forse lei se n'era davvero approfittata, ma... Non potevo.

Lui era troppo bello. Troppo bravo. Troppo perfetto.

Ci sarebbero state altri mille "sbagli", che non sarei stata in grado di sopportare.

Dovevo solo lasciar passare del tempo e lui si sarebbe stancato di me. Era l'unica via d'uscita che avevo.

Non andavo bene per lui. Non ero abbastanza.

-Non posso, Cole- dissi.

L'oscurità ci avvolgeva, ma sembrava una seduta da uno psicologo in piena regola.

-Ma io ti voglio-

Certo, lui non è che rendeva le cose facili, eh... -Anch'io ti voglio, ma non possiamo-

-E perché?-

Era stupido?

-Perché è troppo complicato. Noi, siamo complicati- ribadii.

-Siamo perfetti, invece- mi corresse, stringendomi ancora più a se' e baciandomi l'incavità del collo. -Cole...-

-Non voglio niente stasera. Solo dormire con te- mi diede un ultimo bacio sulla guancia e dopo poco il suo respiro divenne regolare.

Io impiegai più tempo per addormentarmi e non pensare più a niente.

Era così difficile... Io lo amavo, Dio se lo amavo.

Ma dovevo mettere la parola fine a tutto ciò, una volta per tutte.

Per il momento, però, potevo limitarmi a dormire cullata dalle sue braccia.

Una delle cose che mi sarebbero mancate maggiormente, era addormentarmi con lui. Felice. Senza pensieri.

Soddisfatta.

***

Mi svegliai. Allungai una mano verso la parte di letto che avrebbe dovuto essere occupata da Cole, ma trovai solo freddo e vuoto.

Non c'era.

Alzai la testa e notai un mazzo di rose arancioni posate sul cuscino, vicino a me.

Ecco da dove veniva questo profumo, pensai, massaggiandomi la testa.

Le afferrai con delicatezza e le portai al naso: profumavano da morire!

E poi erano così belle. Le contai. Erano diciotto.

Sapevo esattamente cosa significavano: Perdono.

Mia madre era un'accanita giardiniera dal pollice verde e le rose erano sempre stata la sua maggiore passione. Quando ero più piccola, ogni mattina, a colazione, me ne faceva trovare una diversa dall'altra, a seconda dell'umore che aveva, mentre io dovevo imparare a capire cosa mi voleva dire.

Poi divenni più grande e con il passare degli anni la "magia" si dileguò.

Ma me lo ricordo bene persino ora. E quelle rose mi fecero tornare alla mente ricordi. Dei bei ricordi d'infanzia.

Adesso il messaggio di Cole era più chiaro che mai: invocava il mio perdono.

Ma io, ce l'avrei fatta a perdonarlo?

E com'è che avevo una strana sensazione che non smetteva di tormentarmi?

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora