37.

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Cole.

Ero pronto.

Adesso avrei dovuto esternare tutte le mie emozioni, fidarmi completamenti di lei e farla diventare parte di me.

Ma avevo paura.

Paura di quello che avrebbe pensato, dopo aver saputo ogni cosa... Basta.

Non ci dovevo più pensare, ormai era arrivato il momento.

-D'accordo... allora...- iniziai.

Mi tremava la voce e non sapevo come continuare. Non ero mai stato così vulnerabile in tutta la mia vita.

Lili, nonostante i miei numerosi sbalzi di umore, era comunque rimasta lì per ascoltarmi, per comprendermi e per farmi sentire accettato.

-Cole, calmati- mi prese una mano e mi guardò negli occhi. Mi persi per qualche secondo dentro quelle iridi mozzafiato, quando finalmente riuscii a calmarmi.

-Era l'inverno di due anni fa...- ripresi il discorso e, questa volta, nessuno mi avrebbe interrotto -il campionato di sci qui, era appena iniziato. Erano ormai tanti anni che partecipavo. Fin da bambino avevo dimostrato subito un grande approccio con gli sci e mio padre era riuscito a trovarmi un maestro bravo- Feci una piccola pausa.

-Continua...- la flebile voce di Lili mi incitò.

-Iniziai ad allenarmi duramente, volevo dimostrare a tutti che ce la potevo fare, che avevo le capacità giuste. E poi...-sbuffai -lo sci era tutto quello che avevo. Adoravo passare intere ore a contatto con la neve e per me non c'era passatempo migliore- Anche se stavo guardando da un' altra parte, sentivo lo sguardo di Lili fisso su di me, desideroso di sapere tutto quello che avevo da dirle. Sentivo le nostre mani che, sfregandosi l'un l'altra, diventavano sempre più sudate e scivolose, ma non me ne importava niente. Non avrei mai interrotto quel legame, ne avevo bisogno.

-Così, iniziai a iscrivermi alle varie gare che si teneva ogni anno. All'inizio facevo fatica. C'erano molti ragazzi più bravi di me, ma non mi arresi. Volevo arrivare anch'io sul gradino più alto del podio. E, poco dopo, il mio desiderio si avverò. Diventai sempre più bravo e raggiunsi i primi posti in un batter d'occhio. Mio padre e il mio maestro erano fieri di me-

Lili non aveva ancora detto niente, non mi aveva mai interrotto, neanche per farmi una semplice domanda. E di questo le ero grato, sapeva capirmi e comprendermi, almeno per il momento... -Arrivò il gran giorno, la gara che tutti aspettavano con ansia: il Campionato di Sci che, ormai da molti anni, si teneva qui, nel nostro paese. Mi allenai come mai avevo fatto prima. I miei tempi migliorarono a vista d'occhio e mi potevo ritenere finalmente pronto per partecipare e ottenere ciò che più desideravo- Mi fermai.

Raccontare tutto quello che avevo passato era come riviverlo e per me era un incubo che ogni volta mi tormentava. -Cole... dopo, che cosa è successo?- Lili aveva un'aria preoccupata, come se sapesse già quello che era successo e avesse paura nel sentirselo confermare.

-Il Campionato iniziò e mi classificai primo in quasi tutte le prove. Ero il migliore ormai, nessuno era in grado di battermi. Solo uno, tra tutti gli sciatori, riusciva a starmi abbastanza dietro-

-Hart?- Lili pronunciò quel nome, come se ne fosse terrorizzata e io mi innervosii.

-Sì, lui. Era l'ultima prova e ormai non c'erano dubbi. Il punteggio parlavo chiaro: avrei vinto il Campionato senza troppi problemi. Ma, invece, qualcosa andò storto. Stavo affrontando l'ultima gara di slalom che mi avrebbe permesso di arrivare alla vittoria, ma... ma...- mi tremava la voce e piccole lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi, sfocando l'immagine di Lili davanti a me -non riuscii a raggiungere il traguardo- non sapevo nemmeno io come facevo a parlare. All'altezza della mia gola, si era appena formato un boccone amaro che, ancora una volta, dovevo buttare giù.

-Perché non ci sei riuscito? Parlami- Lili avvicinò la sua candida mano verso il mio volto e accarezzò lentamente la mia guancia sinistra, asciugandomi dolcemente le guance bagnate. Stavo di nuovo tremando, così mi alzai di scatto. Ero determinato a buttare fuori tutto quello che era rimasto rinchiuso dentro di me per troppo tempo.

-A metà prova, sentii un forte dolore al petto. All'inizio, pensai che fosse a causa della stanchezza e della tensione, ma poi mi resi conto che non era possibile. Il dolore si fece sempre più acuto e...- deglutii, serrando le labbra.

Faceva male anche ora. Anche se erano passati anni. -Caddi a terra. Gli occhi si chiusero all'improvviso e tutto quello che mi ricordo è il suono di un'ambulanza. Poi, il vuoto-

-Un infarto...- Lili sussurrò quella parola, mentre i suoi occhi si facevano sempre più grandi e terrorizzati, pieni di paura e compassione.

Aveva capito tutto senza che io le stessi a spiegare tutto. L'adoravo per questo.

-Esatto... un infarto...- ripeterlo fu come ricevere una pugnalata in pieno stomaco.

-E poi?-

-Mi ritrovai in un lettino di ospedale con un'infinità di fili attaccati al mio corpo. I dottori erano riusciti a salvarmi, ma... ma per me fu come morire. Mio padre mi aveva detto che il Campionato si era concluso e il vincitore era un certo tipo di nome Hart Denton. Dal quel giorno, Hart continuò a rinfacciarmelo. Lui aveva vinto, lui si era dimostrato più forte, lui era il nuovo campione. Non io! Ma, nonostante questo, ero riuscito a farmene una ragione. Hart no, lui voleva di più. Doveva rendermi lo sfigato del paese che non era riuscito a vincere una gara ormai vinta sulla carta- Presi un lungo respiro e continuai -Andò a dire in giro che non era vero che un infarto mi aveva colpito in piena prova, ma che avevo paura di lui, della sua vittoria schiacciante su di me. Disse che avevo simulato l'infarto, che era tutta una messa in scena, dannazione!-

Le lacrime non esitavano più a rigarmi le guance, rosse e paonazze per il mio improvviso scoppio d'ira.

-Ne avevo abbastanza, non ce la facevo più. Poi, fortunatamente, lo chiamarono a gareggiare in molte altre gare e dovette partire. La sua mancanza qui mi fece tornare in me e riuscii a rimettere gli sci ai piedi. Ma adesso è tornato e quando ti ho vista ballare con lui, ho perso la testa... io... non volevo farti del male, solo che...- Volevo dire che ero disperato nel vederla ogni volta con Hart, disperato che togliermi nuovamente qualcosa di mio, ma Lili mi precedette.

Si alzò e mi venne incontro. Senza esitare, mi strinse forte tra le sue braccia, affondò la testa nel mio petto ed io non potei far altro che ricambiare quell'abbraccio improvviso.

D'altronde, in quel momento, era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora