27.

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Cole.

-Come, scusi?- Non riuscivo a crederci.

Mi mancò il respiro nel sentire quella tremenda notizia.

-Non me lo faccia ripetere signor Sprouse, so che ha capito benissimo- rispose la voce della preside, dall'altra parte della cornetta. Quella donna era malefica, ma non pensavo arrivasse a tanto.

Sapevo che passare la notte fuori dal college era inammissibile, ma avevo comunque aiutato un'alunna in difficoltà, Cristo!

-Ma lei non puo' impedirmi di insegnare...- risposi, cercando di persuaderla con voce tremante.

Il mio cuore batteva all'impazzata e pensai subito al peggio. 

-Chi sarà il nuovo maestro del mio gruppo, quindi?-

-Ancora non lo sappiamo, signor Sprouse, decideremo in seguito... Buonanotte, e mi raccomando, appena finirà la bufera, vi voglio immediatamente nel mio ufficio. Lei e la sua alunna, chiaro?-

-Chiaro- Fu tutto quello che riuscii a dire.

Le decisioni troppo affrettate della preside mi lasciarono sconvolto e tremendamente preoccupato.

Era venuta a sapere che Lili ed io, quella sera, non eravamo rientrati al college.

Le regole lo proibivano severamente, ma la nostra era stata un'emergenza, cazzo!

Era già tanto che fossi riuscito a ritrovare Lili!

Rimasi per qualche minuto con la cornetta in mano, pensando a tutto quello che sarebbe successo.

La punizione della preside era stata chiara: sarei stato sospeso per una settimana intera dal mio incarico di maestro di sci. Il mio gruppo, sarebbe stato affidato a qualcun'altro e la cosa mi stava innervosendo parecchio.

Chi sarebbe stato il bastardo che avrebbe passato ogni pomeriggio in compagnia di Lili, a spiegarle come sciare meglio e con più sicurezza? La gelosia mi stava divorando. Perché mi ero infatuatato di quella ragazza così tanto?

Aveva qualcosa di speciale?

Evidentemente sì, cazzo. Ed io non volevo perderla.

Restai per qualche minuto seduto su una poltrona nel salotto della baita, dopodichè mi decisi a salire nuovamente in camera. Chissà cosa stava facendo... Lei mi avrebbe sicuramente liberato la mente e aiutato a distrarmi.

Desideroso di terminare ciò che avevo iniziato con lei, mi diressi a grandi passi verso la camera 14, aprii piano la porta e la vidi davanti ai miei occhi. Distesa sul letto, calma, tranquilla, con un espressione dolce in volto, simile a quella di un angelo. Era semplicemente meravigliosa. Si era tolta la tuta da sci, rimanendo con solo un paio di leggings e un lupetto bianco latte. I pantaloni neri e aderenti mettevano in risalto tutte le sue curve, che guardandole, mi fecero venire un insopportabile prurito alle dita: desideravo mappare ogni singola parte del suo corpo perfetto. Il maglione le era salito un po' su, facendo intravedere un pezzo del suo fianco sinistro.

Sarei rimasto a contemplare quello splendido capolavoro per tutta la notte, ma il desiderio e la terribile voglia di stringerla tra le mie braccia, ebbero la meglio su di me. Così, mi tolsi anch'io la tuta da sci, prima di stendermi vicino a lei.

La avvolsi con il mio braccio destro e la trascinai verso di me.

Volevo addormentarmi respirando la sua colonia, fresca e delicata. Quando feci adagiare la mia mano sul suo ventre, sussultò.

-Cole?-

-Sì, sono io. Dormi- le sussurrai all'orecchio.

-Ma...-

-Se non ti riaddormenti tranquilla, giuro che ti spoglio in meno di dieci secondi- la minacciai, ridendo.

-Bastardo- rispose, ma con un tono di voce tranquillo, quasi stanco.

Non rinunciava ad insultarmi nemmeno nel cuore della notte.

-Rompiscatole- Adoravo quando mi insultava, perché sapevo che non lo pensava veramente.


Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora