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Mi avvicinai, fino a ritrovarmi di fronte a lui.

-Destra o sinistra?- chiesi, rivolta alla tasca in cui era contenuto il cellulare.

-Decidi tu-

Certo, lui non ci pensava nemmeno a facilitarmi il lavoro. Facendo ricorso a tutto il coraggio del mondo, frugai in entrambe le tasche.

Percepii le sue gambe possenti e sode a contatto con le mie mani tremanti, mentre lui stava beatamente fermo e immobile.

Niente. Nessuna traccia del cellulare. Non c'era.

Realizzai che mi aveva astutamente imbrogliato solo quando alzai lo sguardo e notai il suo sorrisetto malizioso.

-Stronzo, non ce l'hai!- lo insultai pesantemente, riempendolo di pugni sul petto e sulle braccia.

In un primo momento, Cole mi lasciò fare, dopo mi travolse con la sua forza, bloccandomi i polsi.

-Mi dispiace, me lo sono dimenticato in camera-

-Bastardo che non sei altro!- ringhiai, cercando di divincolarmi dalla sua stretta -Perché ti devi comportare così?-

-Perché ti amo, non riesco a stare lontano da te, a non pensarti-

Ah, certo. Adesso non riusciva a non dimenticarmi? E quando baciava Camila? Lì si è ricordato di me? Non credo proprio. -Se mi amavi, non baciavi quella troia della tua ex!- mi sfogai, urlandogli contro e continuando a spingere verso di lui. -Ero ubriaco e lei si è approfittata di me! Ma quel bacio non ha significato niente!-

-Non ti credo!-

-Testarda che non sei altro!-

Adesso avevamo le mani congiunte e facevamo forza l'uno contro l'altro. Cercavo di spingerlo al muro, ma lui era troppo più forte.

-Non sono testarda, sono realista!-

-Non mi sembra, dato che non vuoi accettare la realtà!-

-Certo che l'accetto, non lo vedi?-

-No, non lo vedo! Sei solo una bambina!- disse, sbattendomi con le spalle al muro.

La luce sopra di noi tremolò un po' prima di riassestarsi. Stavamo facendo un casino dell'ottanta e non ce ne stavamo nemmeno rendendo conto. Incredibile.

Eravamo talmente stupidi!

-Ti amo- ripetè.

-No, non è vero-

-Invece sì, cazzo- ribadì, prima di mettermi a tacere con un bacio forte e possessivo.

Spinse violentemente le labbra contro le mie.

Inizialmente feci resistenza, poi, mi vergogno ad ammetterlo, cedetti. Le nostre lingue iniziarono a rincorrersi senza mai fermarsi, mentre i nostri respiri divennero uno soltanto. Afferrai con forza il suo maglione e lo avvicinai ancora di più; lui, di rimando, afferrò i miei fianchi, avvolgendosi le mie gambe intorno alla vita.

Percepii una mano risalirmi lungo la schiena e sfiorare il gancetto del reggiseno. Pensai a tutte le notti passate assieme, i numerosi e indimenticabili baci che ci eravamo scambiati, le asfissianti litigate, le parole dolci e le promesse fatte troppo velocemente. Il suo modo di toccarmi, il suo profumo, e la sua bocca mi mandavano fuori di testa, trasportandomi in una dimensione magica, senza tempo. Senza accorgermene, Cole si staccò a fatica dalle mie labbra e mi depositò a terra, lasciandomi davanti ai suoi occhi in tutta la mia nudità emotiva. Era evidente che dal quel bacio avesse capito che non mi ero ancora scordata di lui.

In mia difesa posso dire che era estremamente difficile dimenticarsi di una tale perfezione, per di più se continuava a spuntarmi davanti alla faccia come una margherita a primavera.

-Ora dimmi che con questo bacio non hai provato quello che ho provato io- esordì, poggiando le mani al muro, intrappolandomi con lo sguardo. Iniziai a sudare freddo e il cuore sembrava che volesse uscire per andare a farsi una giratina in centro.

-Ehm... N-non so cosa abbia provato tu, ma... io l'ho trovato fastidioso... sì, fastidioso-

-Stai mentendo- disse, poggiando una mano sul mio fianco destro. Anche quel contatto era fastidioso.

Tutto era assolutamente, irrimediabilmente e totalmente fastidioso.

Lui, era fastidioso!

-Io ti odio!- gridai.

-Fidati tesoro, lo so-

Avrei dato qualsiasi cosa per strappargli quel sorrisetto derisorio dalla faccia.

-Non ti basterà un bacio a sorpresa per riconquistarmi-

Non volevo dirlo, eppure le parole uscirono senza permesso. Adesso quella cretina ero diventata io!

-Quindi potrei riconquistarti?- chiese, sorridendo nuovamente e alzando un sopracciglio. Mi morsi la lingua. -Non ho detto questo- sussurrai a mezza voce.

-Però lo hai pensato- mi puntò l'indice davanti agli occhi.

Lo spostai immediatamente con uno scatto repentino.

-Non provocarmi- borbottai, abbassando lo sguardo.

Cole afferrò prontamente il mio mento e lo catturò tra le sue mani, facendomi incrociare il suo sguardo.

-Sarai di nuovo mia, puoi giurarci-

Quell'affermazione fece palpitare il mio povero cuore, che ormai era già stato messo a dura prova, ed emettere un profondo sospiro. Non potevo essere sua e lui doveva stare lontano da me, ora e per sempre.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora