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Cole.

Erano passate due ore da quando eravamo rimasti rinchiusi nello sgabuzzino.

Inizialmente volevo solo trascorrere un po' di tempo con lei lontano dagli altri per chiederle di venire al compleanno di Grace, ma adesso... Sembrava finalmente che le cose andassero per il verso giusto.

Stare un po' insieme e da soli non ci faceva nient'altro che bene e colsi al volo l'occasione.

Dopo aver battibeccato per la maggior parte del tempo ed esserci scambiati uno dei migliori baci della nostra vita, le concessi un attimo di tregua.

Mi sedetti a terra con la schiena poggiata al muro, mentre lei se ne stava rintanata dalla parte opposta, a debita distanza da me. Pensava e avevo l'impressione che volesse dirmi qualcosa, ma non ne trovava il coraggio. Lo capivo dal fatto che in tutto quel tempo non mi rivolse nessuno sguardo, ma sfregava le dita fra loro con forza. Era agitata...

-Oggi c'è il concerto... Sarai felice?- mi disse con un timido sorriso, era imbarazzata. Ora capivo!

-Mh... Si sono felice che mamma e papà possano godersi questo momento, si divertiranno- la mia risposta fece accigliare il suo viso.

-I tuoi genitori?!- mi domanda confusa.

-Si li ho dati a loro i biglietti... Spero non ti dispiaccia...-

-Ma no figurati, anzi... non voglio farmi gli affari tuoi, ma posso sapere il perché?-

-Vista la situazione che si è creata tra noi-

-In che senso, mica dovevi andarci per forza con me. Non te li ho regalati per questo... Mi era sembrato che ci tenessi tanto ad andarci-

-Ci tenevo ad andarci con te Lili...- le confessai.

-Cole...- un minuto di silenzio, nessuno sapeva cosa dire. Io davvero pensavo quelle cose, a quel concerto volevo andarci con lei, era lei che lo avrebbe reso ancora più speciale.

-Mi dispiace- aggiunse dopo con un viso triste.

-E di cosa? Sistemeremo tutto e poi andremo insieme a tutti i concerti che vogliamo- dissi sincero.

-Non è facile Cole... Oddio sei così testardo- ribatté. Ma io ne ero convinto, ci saremmo riusciti. Dopo di che nessuno dei due parlò per i quindici minuti successivi.

Io continuavo a fissarla e lei sembrava accorgersene e fare finta di niente.

Indossava un maglione largo, di un color arancio chiaro e con il collo alto. Copriva ogni parte superiore del suo corpo, senza lasciar intravedere niente di ciò che nascondeva con tanta riservatezza; i pantaloni di jeans invece erano piuttosto attillati e, per tal motivo, non riuscivo a smettere di staccare gli occhi dalle gambe fasciate in quel misero pezzo di stoffa blu.

La bocca carnosa e rosea spiccava nel pallore del viso e gli occhi erano vispi e accesi da risultare irreali.

-Smettila di fissarmi, mi dai sui nervi- la sua rispostina acida mi fece ridere di gusto, pensando al suo caratterino, difficile da domare.

-Io posso fare quello che mi pare e piace. E in questo momento mi piace fissarti-

Adoravo provocarla. Ormai da tempo era diventato il mio passatempo preferito. Lei sbuffò sonoramente e poggiò la testa sopra la mano. Sembrava evidentemente infastidita. Ottimo.

-Dove hai comprato quei pantaloni?-

Sorpresa della mia domanda fuori luogo, si voltò a guardarmi e alzò un sopracciglio senza rispondere.

-Mi piacerebbe strapparteli di dosso, sono troppo attillati- Lili sussultò. -Questi non sono affari che ti riguardano- puntualizzò, rifilandomi uno sguardo di ghiaccio.

Quegli occhi, quando volevano, facevano davvero paura.

-Certo che mi riguardano. Sei mia- affermai deciso. Anche se momentaneamente ci eravamo lasciati (che brutta espressione!), lei continuava a rimanere del sottoscritto. ELili lo sapeva. Ma ricordaglielo, le avrebbe rinfrescato la memoria.

-Io non sono proprio di nessuno, tanto meno di uno che va a baciare la sua ex...-

-Ti ho detto che quel bacio non ha significato nulla, Cristo!-

-Non m'importa, dovevi pensarci prima-

-E allora tu che vai a baciare quel verme di Delton, pur sapendo che...-

-Stai zitto, non hai il diritto di interferire nella mia vita!-

-Stai zitta tu!- gridai, alzandomi in piedi e afferrandola per un braccio, subito dopo averla fatta alzare in piedi.

-Bastardo!-

-Testarda!-

-Stupido!-

-Cretina!-

-Coglione!-

Era una sfida all'ultimo sangue e nessuno aveva intenzione di perdere. 

Continuammo a insultarci a vicenda, quando la porta dello sgabuzzino di aprì di colpo, facendoci zittire entrambi.

Davanti ai noi, la donna delle pulizie, nonchè una delle bidelle più antipatiche del college.

-Si puo' sapere cosa diamine state facendo qua dentro e perché continuate a urlare in questo modo?- chiese con tono piuttosto alterato.

Certo, Louise non era mai stato un chiaro esempio di simpatia, pertanto non potevamo aspettarci grandi accoglienze.

-Ehmm...- balbettò Lili.

-Siamo rimasti chiusi qui dentro- intervenni io.

-Ah, si?-

Annuii.

Lo sguardo di Louise cadde sulla mia mano che continuava a stringere il braccio di Lili. La ritirai subito e rifilai un largo sorriso alla vecchia.

-Ragazzi...- esordì. Mi aspettai il peggio -... sarà il caso che vi porti dalla preside-

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora