23.

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-Penso proprio che tu mi debba delle spiegazioni, mia cara- Mads mi stava puntando un dito contro con fare minaccioso e la sua espressione non era delle migliori. Non sarei riuscita a cavarmela con poco, questa volta. -D'accordo, posso spiegare tutto- iniziai, facendole un largo sorriso e cercando di calmare le acque.

-Lili?-

-Sì?-

Aiuto!

-Mi dici che cosa sta succedendo? Siamo amiche o no?- rispose in tono triste.

Sapeva che era successo qualcosa e forse pensava che io non volessi raccontarle nulla, ma non era affatto così. Avevo solo una gran paura di esternare tutte le mie emozioni e pensieri, per la miseria!

-Certo che siamo amiche! Dai, vieni con me- le dissi, afferrandole una mano e trascinandola sopra un divanetto, nella hall del college.

-Forza, sputa il rospo! E' mai possibile che ti debba sempre puntare il fucile contro per farti parlare? Non ti fidi di me?-

-Noo! Non dire scemenze, Mads! Mi fido ciecamente di te, ma per me è difficile e...-

-E' una cosa così brutta?-

-Non lo so...- risposi in tono tragico.

-Daii!- mi spronò ancora una volta.

Forza e coraggio Lili, dillo tutto in un soffio, non te ne accorgerai nemmeno, ripetei dentro di me. -Ho baciato Cole-

Oh cazzo, l'avevo detto davvero?

-Che cosa?- la bocca di Mads si trasformò in una O e smise di respirare -Non ci posso credere! Tu e... Cole?-

-Sì, io e lui- ripetei.

E la cosa suonava alquanto strana.

Io e lui?

Che brutto guaio eravamo.

-Lo sapevo!- disse subito Mads emanando felicità da tutti i pori.

-Ferma, Mads, ferma. E' stato solo un errore, è successo solo due volte...- non riuscii a finire la frase. -Due volte? E quando me lo volevi dire, scusa?!-

-Lo so, scusami. Ma è successo tutto così velocemente e io sono troppo incasinata. Sono nei guai Mads... guai grossi-

-Ma cosa dici, siete bellissimi insieme!-

Perché non la smetteva?

-No, Mads. Lui, per una come me, significa "guai in vista". E io devo stare il più possibile lontana da questi guai. Chiaro?- le dissi, cercando di mantenere un tono autoritario e senza far trasparire le mie emozioni.

-Ma...- cercò di parlare, ma non le diedi il tempo.

-Niente ma. Devo stargli lontana, in qualsiasi modo-

L'impresa, però, non si rivelò così facile... Il pomeriggio andai a lezione, ricordandomi le parole che Cole mi aveva sussurrato quella stessa mattina. Che cosa mi sarei dovuta aspettare?

Proprio non lo sapevo, ma questo non toglieva che avevo comunque una gran paura. Poteva fare quello che poteva e ciò mi turbava.

Arrivai a lezione e, insieme ai miei compagni, aspettai Cole. Stava nevicando e la nebbia si faceva sempre più minacciosa. Non era una giornata adatta per sciare, soprattutto per una come me, ma Cole ci incoraggiò, dicendo che ci saremmo divertiti comunque. Sì, certo come no. Andiamo dietro al maestro modello.

-Ragazzi, oggi c'è un po' di nebbia...- Ma davvero? Io non l'avevo vista! -... quindi dovrete stare uno dietro l'altro e non perdetemi di vista, ok?-

Sempre al centro dell'attenzione, il signorino!

"Ma sta' zitta che gli sbavi dietro!" Ecco, ci mancava pure la vocina dentro la mia testa che non esitava a parlare e a mettere bocca. Adattai la mascherina agli occhi, sciarpa davanti alla bocca e via che si parte.

Se fossi arrivata a fondo pista tutta integra, mi avrebbe dato sicuramente un premio.

Avevo paura e sciavo come un elefante impacciato e sbadato.

Dio, quanto odiavo lo sci!

Ero l'ultima della fila e non vedevo un palmo dal naso! Come se non bastasse, cascai a terra e persi uno sci. Accidenti! Tutte a me dovevano capitare?

Cercai di chiamare i miei compagni, ma proseguirono la sciata, senza sentire i miei continui richiami. Afferrai in tutta fretta lo sci e, con un po' di fortuna, riuscii a rimetterlo.

Meno male... Adesso, la neve scendeva a grandi fiocchi, mentre intorno a me vedevo solo bianco.

Mi diedi una mossa e cercai di raggiungere gli altri, ma senza riuscirci.

Dopo una quantità infinita di curve, arrivai davanti a un bivio.

Ecco, ora si che ero messa bene.

Quale strada prendere?

Destra o sinistra?

Un cartello di legno indicava "Sottobosco" verso la sinistra.

E se fossi andata a destra?

Cercai di mantenere la calma, ma la paura e il terrore di restare sola in mezzo a tutto quel bianco si stava facendo sentire sempre più.

Misi fine ai miei pensieri non troppo positivi e decisi di andare a sinistra: forse Cole li aveva portati nel Sottobosco... Mi inoltrai in questa piccola stradina, ricoperta di neve e non troppo difficile da attraversare. Proseguii e sciai a lungo, fino ad arrivare alla fine del Sottobosco. Adesso, però non sapevo proprio che cosa diamine fare.

Piangere e aspettare un segnale divino?

Non era delle migliori come scelta... Osservai il cielo e, con mio dispiacere, notai che si stava facendo sempre più cupo e inquietante, mentre alla neve e alla nebbia, si aggiungeva anche il vento, che soffiava sempre più forte. Ero spacciata!

Anche perché intorno a me non c'era anima viva: nemmeno un cazzo di sciatore che fosse in grado di aiutarmi, diavolo! Guardai l'orologio: 17.42.

Se non avessi trovato subito una soluzione, avrei passato la notte fuori dal college!

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora