26.

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Cole.

La trovai accanto al letto, in piedi e con una borsa in mano.

-Se ti avvicini, ti prendo a borsate. E non scherzo- disse seria.

Cercava di apparire forte, ma non le riusciva un granchè bene. Le tremavano le mani e aveva paura.

-Metti giù quell'affare, sei patetica- dissi, accennando un ghigno divertito.

Ma chi voleva prendere in giro?

-Vieni qui- le ordinai, imitando il gesto con il dito.

-No-

-E va bene, vorrà dire che verrò io- le dissi con tranquillità.

E mentre lei cercava di capire la mia prossima mossa, io l'avevo già intrappolata nuovamente tra le mie braccia.

La presi da dietro, stringendole le braccia dietro la schiena e facendo combaciare alla perfezione i nostri corpi.

-Lasciami, dannazione!- si dimenò, ma senza ottenere risultato.

Ero divertito da tutta quella situazione.

Lei era così piccola e fragile e io rischiavo di farle del male solo sfiorandola. Era preziosa.

-Smettila di agitarti. Sono comunque più forte di te-

-Non credo proprio-

E dopo aver detto ciò, mi diede una forte gomitata nello stomaco, che mi fece piegare in due.

D'accordo, non era affatto debole, nè tanto meno indifesa. Mantenni comunque la presa su di lei, ma persi l'equilibrio.

Risultato?

Cascammo a peso morto sul letto.

Lei era sotto di me e teneva le braccia davanti al petto, come per proteggersi.

I suoi occhi erano chiusi, e approfittai del momento per guardarla intensamente.

All'improvviso aprì un occhio e a seguire l'altro. Mi guardò e io le sorrisi, soffermandomi sulle sue labbra piene.

-Guarda che cosa mi hai fatto!- le dissi, mostrandole il labbro inferiore.

-Te lo sei meritato-

-Ah, davvero? D'accordo, l'hai voluto tu-

E senza nemmeno pensarci, mi fiondai sul suo collo.

Iniziai a lasciare una piccola scia di baci dolci, che pian piano divennero sempre più violenti e desiderosi.

La mia bocca non smetteva di assaporare ogni centimetro del suo candido collo. Lo succhiavo, lo leccavo, lo morsicavo. Come se non potessi vivere senza. Feci scorrere le mie mani lunghi i suoi fianchi, mentre lei emise un gemito di piacere.

-Cole...-

Sentii bussare alla porta e richiamare il mio nome, ma non potevo fermarmi. Non volevo.

Ero riuscito finalmente a riaverla tutta per me, ma la sua voce dolce e flebile mi riportò alla realtà. -Cole, fermati. Stanno bussando alla porta-

Smisi di baciare il suo bellissimo collo e mi alzai dal letto, più irritato che mai.

-Non ti muovere da lì- le ordinai, puntandole un dito contro.

Mi avviai verso la porta e l'aprii.

Quando mi trovai davanti il cameriere che ci aveva interrotto poco prima nel salotto, feci richiamo a tutte le mie forze per non spaccargli la faccia. Ma questo stronzo non andava mai a letto?

Era la seconda volta che ci interrompeva e ciò mi fece saltare i nervi, ma cercai di mantenere la calma.

***

Lili.

Fortunatamente per me, bussarono alla porta e Cole smise di torturare il mio collo.

Se fosse andato avanti così per altri cinque secondi, non avrei più risposto di me stessa.

Cercavo in tutti i modi possibili di allontanarlo, di crearmi una barriera in grado di proteggermi da lui, ma niente sembrava funzionare. I suoi tocchi, carezze e soprattutto baci, erano magici. Non riuscivo a controllarmi, ma sapevo che dovevo stare alla larga da lui, anche se era tutto così difficile. Mi ricomposi e mi adagiai sul letto.

-Devo scendere un attimo di sotto. Non ti muovere da qui o saranno guai- disse Cole, facendo capolino dalla porta.

Sembravo un cane e lui il mio padrone.

Perché doveva comportarsi sempre come se il mondo girasse intorno a lui?

Lo guardai e gli feci la linguaccia. Dopo avermi squadrata un'ultima volta, gli apparve di nuovo il sorrisetto bastardo sulle labbra e scomparve, lasciandomi immersa nei miei più terribili pensieri. Non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Era come una calamita.

Sentivo ancora il suo sapore di menta, mischiato a limone e la sua inimitabile colonia che mi faceva letteralmente impazzire. Pensai ai suoi capelli e a quanto fossero morbidi; alle sue mani, sicure ed esperte, e al suo meraviglioso corpo. Cole emanava bellezza da tutti i pori. Le ragazze impazzivano per lui.

Bastava che ne scegliesse una qualsiasi e subito diventava sua. Io però, non sarei mai più riuscita a rivelare la parte migliore di me ad un ragazzo.

Mai più.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora