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Cole.

Quando sarebbe finita quella tortura? Speravo presto.

-Cole, Cole, parlaci della gara. Hai paura di gareggiare? e cosa ne pensi della partecipazione del signor Delton?- Erano ore che i giornalisti non smettevano di farmi le solite due domande in croce. Non. Ne. Potevo. Più.

Avevo paura di gareggiare? Certo.

Cosa ne pensavo di Delton? Che era un gran figlio di puttana, ecco cosa.

Avrei voluto spararglielo dritto in faccia a quella stronza di giornalista che non smetteva di torturarmi, invece risposi: -Sono contento di partecipare. Aspetto questo momento da tanto e spero che vinca il migliore-

Basta, li avevo congedati così.

Quella mattina erano usciti i giornali locali con il mio nome e quello di Jack in prima pagina.

"Chi vincerà la sfida: l'imprevedibile Delton o il tenace Sprouse?"

Appena l'avevo letto, mi era venuto da vomitare.

Non vedevo l'ora di mettere fine a tutta quella pagliacciata... e di dare una bella lezione a Delton, che riuscì a farmi perdere le staffe come sempre.

-Ehi Sprouse, pronto per un'altra sconfitta?- mi era passato accanto e mi aveva sussurrato all'orecchio, senza farsi sentire dai giornalisti.

Che verme viscido... -Se non chiudi quella tua boccaccia, giuro che ti faccio diventare intelligente a suon di schiaffi!- urlai di rimando, facendomi sentire da tutti e firmando la mia condanna a morte: la giornalista afferrò subito la palla al balzo.

-E' chiaro che tra te e il signor Delton non scorre buon sangue. Questo odio è dovuto all'ultima gara, Cole?- Dio Santo, perché non riuscivo mai a stare zitto?!

Feci una smorfia e rifilai un'occhiataccia a tutti i giornalisti che continuavano a guardarmi, in attesa di una risposta su cui poter scrivere l'ennesima storia patetica.

-Non ho più niente da dire-

Senza nemmeno salutare, abbandonai la conferenza stampa e mi diressi negli spogliatoi.

Mancava un'ora alla gara. Ero il numero ventinove, Delton il venti.

Avevo già salutato la mia famiglia, che si era posizionata sugli spalti. Tutti erano riusciti a darmi conforto, tutti credevano in me.

Charles e Madelaine mi abbracciarono calorosamente prima che entrassi negli spogliatoi.

-Lili ha preso il primo treno disponibile, sarà qui a momenti. La tua ragazza è tornata per te- mi sussurrò Madelaine all'orecchio.

Io rimasi senza parole, mentre Charles si lamentò:-Mads, dovevamo fargli una sorpresa!-

-Capirai, gli ho solo dato un motivo in più per vincere- disse, strizzandomi l'occhio in segno d'intesa.

La ringraziai sorridendole e salutai lei e Charlesun'ultima volta.

Adesso ero pronto. Avevo tutto, non mi mancava niente.

In realtà, il campionato era stato organizzato per la domenica, ma, dal momento che avevano previsto nebbia, la gara era stata rimandata a oggi, lunedì. Non si erano verificati problemi, perché a noi partecipanti ci avevano informati ore prima.

Adesso mancava pochissimo ed ero un fascio di nervi, non riuscivo a stare fermo.

-Calma, ragazzo- Damien era sempre al mio fianco, non mi lasciava mai solo prima di una gara.

-Ho paura- ammisi.

-Chi non l'avrebbe?-

Sorrisi.

-Sei un grande sciatore, Cole. Fai vedere a tutti chi sei-

Quelle parole mi rimbombarono nella mente, fino a quando non arrivò il mio turno.

Mi preparai. Racchette e sci ben posizionati davanti alla partenza.

Tre, due, uno... Si va in scena.




-8 al gran finale!

fatemi sapere cosa ne pensate!

-baci

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora