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-Cole...-

-Lo so, non dovrei nemmeno chiedertelo, ma... non è per me, è per mia sorella. Fallo per lei- mi implorò con sguardo sincero. Ora, ditemi: come potevo dirgli di no?

Come potevo negare la mia presenza al compleanno di quella meraviglia dai capelli rossi?

Ancora una volta, Cole era riuscito a mettermi alle strette e sapeva già che non avrei potuto rifiutare. Furbo, il ragazzo.

Lo guardai e lui alzò un sopracciglio. Mi venne da ridere, ma mi trattenni.

-Va bene, va bene, verrò- dissi, mentre lui stava già cantando vittoria -Ma lo faccio solo per Grace, sia chiaro- ribadii, alzando un dito e mettendo in chiaro le cose.

-Certo, d'accordo-

Bene, ora che mi aveva chiesto che doveva chiedermi, potevo levare le tende e allontanarmi il più possibile da quella perfezione vivente.

-Bene, adesso posso andare?-

Domanda retorica, visto che afferrai subito la maniglia della porta per uscire, che forse aveva qualche problema, dato che non si decideva ad aprirsi.

La strattonai mille volte, mentre il panico stava diventando grande come una casa.

-Lascia fare a me- intervenne il genio.

Cedetti il posto a Cole, facendomi da parte.

Quella situazione mi ricordava molto quando eravamo rimasti rinchiusi nel deposito degli sci mesi prima e ciò non mi piaceva. Non mi piaceva per niente.

Anche lui cercò di aprire la porta, ma con lo stesso risultato: la porta non si apriva e noi... be', noi eravamo costretti a stare lì dentro.

Possibile che non potessi allontanarmi da lui?

-Cazzo!- esclamai non appena Cole si girò verso di me e scosse la testa.

Frugai subito nelle mie tasche e scoprii con immensa tristezza che non avevo il telefono con me.

Che genio, Lili! Davvero brava!, mi rimproverai pesantemente.

-Chiama qualcuno-

-Non ho il telefono- affermò, allargando le braccia e sorridendo maliziosamente.

Oh, certo che ce l'aveva! Non voleva tirarlo fuori, ecco!

-Dai, Cole. Non ci casco- mi lamentai, inclinando la testa.

Ero davvero stanca delle sue buffonate.

-Dammi il telefono- tesi la mano in attesa.

-Vienilo a prendere- fu la risposta.

Si, certo.

-Scordatelo-

-Allora vorrà dire che resteremo qui per il resto dei nostri giorni- concluse felicemente.

Perché certe volte doveva essere così cretino?

E perché mi portava ad odiarlo così intensamente?

Che nervi!

Sbuffai in preda all'agitazione. Il ripostiglio era anche piuttosto stretto ed era difficile non toccarsi. Ogni minimo movimento corrispondeva a toccarlo "accidentalmente".

Poteva andare peggio di così?

-Cole, ho bisogno di uscire, dai- lo pregai.

Wow, forse era la prima volta che cercavo di pregarlo così... mi ero davvero abbassata a questo livello?

-Hai ragione. Ce l'ho in tasca, ma non ho voglia di prenderlo-

La mia bocca arrivò a toccare il pavimento, mentre lui continuava a sorridere in maniera fastidiosa.

Lo odio!, lo odio!, lo odio!, pensai.

-Dio, non ti sopporto!-

-Tu invece mi piaci da impazzire-

Ecco, pure la rispostina a sorpresa.

Adesso, in una situazione del genere, cosa dovevo fare?

Il mio primo istinto era saltargli addosso, sia per picchiarlo che per stampare la sua faccia perfetta di teneri baci.

Ok, voleva fare il gioco duro? Bene, mettiamoci all'opera.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora