70.

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-Lili...- mi chiamò dolcemente Cole, dopo svariati minuti di silenzio -Mi vuoi dire che ti succede?- Tremavo e le lacrime mi scendevano sempre a fiotti lungo le guance. Non riuscivo quasi a respirare, stavo male. Troppo male.

Vedendo che non accennavo nemmeno una parola, Cole continuò a parlare da solo: -Perché... perché ogni volta che noi...-

Lo fermai.

-Cole...- la voce mi uscì rotta e tremolante -n-non... non è colpa tua...-

Ero ancora aggrappata a lui e non avevo alcuna intenzione di allontanarmi da quel corpo caldo e sicuro.

-Ma non capisco perché...- ragionò a voce alta.

Continuai a rimanere in silenzio, quando Cole si irrigidì all'improvviso: forse aveva capito, ci era arrivato da solo.

-Lili, ti... ti hanno...- adesso dalla sua voce traspiravano paura e insicurezza.

Dovevo spiegarmi subito, non potevo più aspettare.

-No. No, Cole, non mi hanno...- presi una gran respiro -... violentata-

Cole tirò un sospiro di sollievo e, se possibile, mi strinse ancora più forte.

-Però...- continuai -è... è quasi successo e io non riesco a dimenticarlo- Dai miei occhi scappò un'altra lacrima. Anche se era passato tanto tempo, era sempre doloroso ricordare.

E quelle immagini che tornavo alla mente...

Ecco. Lo avevo detto. Mi sentii improvvisamente più leggera: mi ero liberata di un macigno enorme che da troppo tempo schiacciava il mio stomaco.

Cole mi strinse le spalle e puntò i suoi occhi azzurri nei miei, bagnati e un po' sfocati per le troppe lacrime. La sua fronte era corrugata, la mascella serrata e i suoi occhi pieni di terrore.

-Che cosa ti hanno fatto, Lili?-

Lo guardai per un attimo, poi mi allontanai di nuovo da lui. Era arrivato il momento raccontare il mio passato, dall'inizio alla fine.

-Ti racconterò tutto, ma... puoi non interrompermi, per favore?- gli chiesi gentilmente -Ho paura di non farcela a...-

-No, no, tranquilla Lili. Starò in silenzio finchè non avrai finito- mi promise.

Annuii e, avvicinandomi alla finestra che si apriva su un panorama candido e tranquillo, iniziai a dare voce al mio incubo più grande.

-Avevo quindici anni ed ero stata invitata alla festa della scuola. Io e le mie amiche eravamo entusiaste, perché... insomma, era una festa e ci sarebbero stati tutti i ragazzi più grandi e... sembrava tutto così bello...- Ricordai piano piano, rievocando nella mente quella sera.

"Ero a casa di Sonia, la mia ex migliore amica. C'erano anche Melissa, Elly e Sam, le mie vecchie compagne di scuola. Ci stavamo preparando per andare alla festa e ricordo perfettamente che, da quando eravamo entrate al liceo non aspettavamo altro. Ci sentivamo grandi e invincibili. Indossavo un vestito blu notte, ricoperto di lustrini, ballerine del medesimo colore e i capelli mi ricadevano lungo le spalle in morbide ciocche. Guardandomi allo specchio, mi trovai subito bella, non avevo mai osato così tanto prima di allora. Mi ero sempre sentita più piccola e meno formata rispetto alle mie amiche che, a differenza di me, potevano mostrare le belle curve, il seno prosperoso e due lunghe paia di gambe da urlo, dietro le quali i ragazzi avrebbero sicuramente sbavato. Quella sera anch'io finalmente mi sentii al loro pari ed ero così felice..."

-Arrivate alla festa, ci immergemmo subito nel fiume di gente- Continuai a parlare senza girarmi verso Cole, ma continuando a guardare fuori dalla finestra. Le immagini si rincorrevano davanti ai miei occhi e parlare fu più facile.

-Io rimasi con Sonia, mentre le altre si precipitarono al banco degli alcolici. Le luci erano soffuse e non c'era molta visibilità...-

"La musica era altissima, io non sapevo cosa fare.

In quel momento mi sentii un pesce fuor d'acqua e il mio primo pensiero fu quello di tornare a casa. Ma Sonia mi strattonò il braccio e mi gridò nell'orecchio:-Ehi! C'è Tom!-"

-Da quando avevo messo piede al liceo, il mio cuore aveva iniziato a battere per il ragazzo più ambito di tutta la scuola: Tommaso. Non avevo mai scambiato nemmeno una parola con lui e quando lo vidi davanti ai miei occhi che mi stava fissando, mi sentii possente. Potevo dire finalmente che Tom si era accorto di me-

"-Ehi Sonia, non mi presenti la tua amica qui?- Tom si era avvicinato a noi e adesso stavo proprio di fronte a lui. Lo guardavo rapita: quella sera era più bello del solito. La camicia bianca con le maniche ripiegate fin sopra gli avambracci, i pantaloni di jeans scuri e un intenso odore di colonia. Il piercing sul sopracciglio brillava e lo notai subito.

-Certo che te la presento, Tom!- disse Sonia esaltata.

Io guardai la mia migliore amica con gli occhi fuori dalle orbite.

-Tom, lei è Lili. Lili, lui è Tom. Passate una buona serata- Sonia si congedò in poche parole e mi lasciò sola. Sola con lui. Non riuscivo a spiccicare una sola parola: ero pietrificata.

-Allora Lili, sei del primo anno?- chiese Tom, avvicinandosi di più a me.

-Secondo- risposi troppo frettolosamente -Faccio il secondo anno- sorrisi debolmente. Ero troppo imbarazzata. Stavo parlando con Tom per la prima volta in vita mia!

-Strano che non ti abbia mai vista allora...- Tom si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: -Sei troppo bella per passare inosservata- Avvampai violentemente e lo guardai a bocca aperta. Il ragazzo dei miei sogni mi aveva appena detto che ero... bella?"

-Parlammo per altri dieci minuti del più e del meno. Lui mi disse che voleva diventare avvocato come suo padre e che il prossimo anno sarebbe andato in una delle università più prestigiose dell'intera città. Poi...-

"-Che ne dici di cercare un posto più tranquillo? Qui c'è troppo casino per i miei gusti- disse con un sorrisetto malizioso sulle labbra. Senza aspettare la mia risposta, Tom mi prese per mano e mi condusse fuori dal fiume di gente, lontano dalla musica e da tutta quella confusione."

-La festa si svolgeva in una specie di casa disabitata e c'erano molte stanze...-

-Dove... dove stiamo andando?- chiesi a Tom, mentre stavamo salendo delle scale e lui mi teneva per mano."

-Tremavo tutta e non avevo affatto idea di quello che aveva in mente-

Mi fermai un attimo, poi continuai: -Alla fine arrivammo a una stanza e lui fu così veloce che non me ne accorsi nemmeno. Venni spinta con forza dentro la stanza e Tom chiuse la porta a chiave. Venne verso di me e mi iniziò a baciarmi il collo, così, dal nulla. Io ero pietrificata, non sapevo cosa fare e non sapevo se lo volevo o no. Sì, insomma, lui mi piaceva, e anche tanto, ma... ma mi sentivo troppo piccola e ci eravamo scambiati sì e no qualche parola sulle nostre vite, nient'altro. Mi accarezzò i fianchi e iniziò a tirarmi su il vestito e io non volevo, ma... ma non sapevo cosa fare... mi sentivo così impotente. Dai bella, lasciati andare, non ti faccio nulla. Tranquilla... mi continuava a dire. Non smetteva di torturarmi il collo e in un attimo le sue mani furono su di me, sul mio sedere, sulle mie cosce. Le sentivo dappertutto. Nella stanza c'era un letto e Tom non perse tempo... Mi prese in braccio e mi scaraventò sul letto. Ero schiacciata dal suo peso e continuavo a tremare. Tremavo, tremavo, tremavo... senza fare niente. Ero come paralizzata. Mi odio così tanto per non averlo fermato prima!- adesso stavo gridando e Cole venne subito ad abbracciarmi da dietro, stringendomi forte a lui. Poggiò la testa sulla mia spalla.

-E poi cosa è successo, Lili?- mi domandò, speranzoso di trovare una risposta migliore di quella che purtroppo avevo.

-E poi... poi mi ha tolta il vestito, mi toccava con sempre più possesso, e iniziò a baciarmi il petto. La sua lingua non smetteva di vagare per tutto il mio corpo, ma quando stava per spogliarmi del tutto, reagii. Con tutta la forza che avevo in corpo lo spinsi lontano da me. Recuperai in fretta i miei vestiti e mi precipitai verso la porta, ma era chiusa-

"-Dove credi di andare? Non abbiamo ancora finito, dolcezza- Tom fu di nuovo su di me.

-Ti prego... d-devo tornare a casa. Lasciami andare- lo supplicai."

-Alla fine, riuscii ad aprire la porta e a scappare. Forse aveva bevuto troppo e stava iniziando ad accusare l'alcool... non lo so-

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora