31.

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Lili.

Salutai la preside e me ne andai.

Non avevo mai visto Cole così furioso.

Era evidente che la notizia della sospensione gli avesse causato un fastidio enorme, ma quello che non poteva sopportare era il fatto di essere rimpiazzato da Hart. Di questo ne ero più che sicura, anche se non riuscivo a capirlo il perché di tanto odio nel confronti di quel ragazzo. Era successo qualcosa tra i due. Ma cosa?

Avrei dovuto scoprirlo... Erano le undici e mezzo.

Le lezioni erano già iniziate e non avevo per niente voglia di entrare per fare solo un'ora.

Decisi di rintanarmi in camera, ma quando fui nella hall, sentii chiamare il mio nome. Hart era appena entrato nel college e mi stava venendo in contro.

-Ciao Lili, come stai? Hai saputo che da lunedì sarò il tuo nuovo insegnante di sci?- chiese, con un sorriso da orecchio a orecchio. Era evidente che non aspettasse altro.

-Sì, Hart. Lo so- risposi senza entusiasmo.

-Ah, vedo che la notizia non ti rende proprio felice, eh?-

-No, no. Scusami, è solo che è successo tutto così all'improvviso e Cole non l'ha presa proprio bene, quindi...- cercai di spiegare.

Anche se era vero che non ero entusiasta all'idea di avere Hart come maestro di sci, non volevo che ci rimanesse male.

In fondo, non mi aveva fatto niente. Anzi, era sempre stato particolarmente carino nei miei confronti.

Iniziammo a parlare del più e del meno.

Pregai con tutta me stessa che Cole non ci vedesse, perché sicuramente sarebbe scoppiato il putiferio. Ma, purtroppo, le mie preghiere non vennero ascoltate.

Grazie... Stavo parlando con Hart, quando Cole entrò dalla porta del college, sconvolto. Stava camminando guardandosi i piedi e con la testa bassa. Quando alzò finalmente in capo, vidi che in bocca teneva una sigaretta.

Strano, non sapevo che Cole fumasse... Cercai in tutti i modi possibili di non farmi vedere in compagnia di Hart, ma invano.

Cole ci aveva visti e rimase per qualche secondo paralizzato, come se non se lo aspettasse.

Poi, girò i tacchi e se ne andò, uscendo nuovamente dal college. Ormai non stavo più ascoltando quello che mi stava dicendo Hart.

-Scusami Hart, ma adesso devo andare. Ci vediamo a lezione...- gli urlai, quando ormai ero già fuori dal college.

Lo vidi davanti a me, mentre si stava allontanando a grandi passi.

-Cole!- urlai.

Non si girò. Avermi vista in compagnia di Hart, lo rese ancora più furioso. Ne ero certa.

-Cole fermati!-

Niente. Non ne voleva sapere di voltarsi.

Mi incamminai anch'io, cercando di raggiungerlo in tutti i modi. Ma lui era troppo veloce e io troppo lenta. Iniziai a correre. Alla fine, con il fiato e il battito cardiaco accelerato lo raggiunsi.

Lo presi per un braccio per farlo finalmente voltare verso di me.

-Si puo' sapere perché non mi rispondi quando ti chiamo?- urlai.

Quel giorno faceva più freddo del solito e, ogni mia parola, equivaleva ad una nuvoletta in aria che si formava con il mio respiro, sempre più affannato.

-Perché forse non voglio parlare con te?- mi urlò a sua volta, guardandomi negli occhi.

In quel momento mi accorsi che non erano più verdi, ipnotici e sensazionali, capaci di trasmettermi emozioni incredibili anche solo guardandoli. No, adesso erano diventati scuri, tristi, pieni di dolore.

-Che cosa ti prende, Cole?- gli chiesi nuovamente, ma questa volta con un tono di voce molto più calmo.

-Lasciami in pace- si voltò, guardando davanti a sè.

Era rigido, così distante da me.

-No, non tenermi lontana. Non chiudermi fuori dal tuo mondo. Ho bisogno di sapere che cosa ti sta succedendo-

Non rispose, continuava a guardare un punto indefinito davanti a sè, con la fronte corrugata e la mascella serrata. Allora decisi di toccare il tasto dolente.

-Perché ogni qualvolta si parla di Hart, ti trasformi diventando quello che non sei? Perché diventi così... violento?-

-Non sono fatti che ti riguardano-

-Ah, davvero? Allora quando mi baci quando meno me lo aspetto, quando mi accarezzi ripetutamente e ti preoccupi per me, anche quello non mi riguarda?-

Dovevo aiutarlo, ma non potevo farlo se lui si teneva tutto dentro, continuando a ereggere muri intorno a sè.

-Questo non c'entra niente- rispose, mantenendo il suo solito tono duro.

-Oh, sì che c'entra. Ascoltami Cole, ormai ci sono dentro fino al collo e non mi posso tirare indietro. Dimmi. Che. Cosa. E'. Successo- marcai quelle ultime parole, per fargli capire che non desistevo.

-Perché non torni a parlare con Denton invece di rompere il cazzo a me?- Quelle parole mi risuonarono nella mente, senza mai smettere. Le aveva pronunciate veramente?

No, non poteva, lui non era così... -Cole...- le lacrime mi stavo pizzicando gli occhi e sarebbero esplose fuori di lì a qualche secondo. La voce mi tremava. Nessuno mi aveva mai trattata in questo modo.

-Vattene!- urlò, con tutto il fiato che aveva in gola.

-D'accordo, vuoi che me ne vada? Perfetto. Ma non venirmi a cercare quando ti sarai calmato- quelle, furono le mie ultime parole.

Basta, avevo un assoluto bisogno di mangiare!

Mangiare, mangiare, mangiare.

Mangiare finchè il mio corpo non sarebbe più passato dalla porta della mia stanza, perché era diventato troppo tondo.

Perché si doveva comportare così, dannazione!

Che cosa gli avevo fatto io?

Furiosa e triste mi diressi al bar del college e ordinai subito una doppia fetta al cioccolato, guarnita di fragole. La mia preferita. Affondai la bocca in tutto quel ben di dio per dimenticare. E se ingrassavo a vista d'occhio era tutta colpa di Cole!

Non riuscivo a interpretare i suoi comportamenti e la cosa mi mandava fuori di testa.

Ero abituata ad avere sempre il controllo di qualsiasi situazione, ma adesso sembrava che tutto mi fosse scivolato di mano.

E io non me n'ero neanche accorta.

Passai il seguente quarto d'ora a ingozzarmi di qualsiasi tipo di schifezza.

Poi, esausta, mi diressi in camera e, appena toccato il letto, mi addormentai.

Non avevo più le forze di pensare a Cole.



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Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora