18.

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Tornai in camera e iniziai a preparami psicologicamente. Mi buttai a peso morto sul letto e, dopo aver premuto fortemente il cuscino contro il mio viso, lanciai un urlo liberatorio, per scaricare la tensione. Decisi di iniziare a leggere il libro di Nicholas Sparks che ci aveva assegnato la professoressa Gale e sul quale avrei dovuto fare la relazione con Cole. Era sempre in mezzo quel figliolo, come il prezzemolo! Non passarono nemmeno cinque minuti che Mads entrò in camera come un uragano, interrompendo la mia lettura, che si stava facendo sempre più interessante.

-Ehi, basta fare la nonnina di novant'anni che legge tutto il giorno, alzati e diamoci una mossa per cercare un vestito tirolese adatto all'occasione!- annunciò entusiasta.

-Eh?- risposi quasi assente e guardandola con un punto interrogativo dipinto in faccia.

-Come, non lo sapevi? Stasera ci sarò anch'io e tutte le ragazze e i ragazzi devono indossare vestiti tradizionali tirolesi-

-Che cosa?-

Pure il vestito tirolese mi dovevo sorbire?

-Forza alzati e andiamo di sotto. Mi hanno detto che c'è una stanza piena di costumi, andiamo a curiosare!- disse, trascinandomi giù dal letto contro la mia volontà.

-No, Mads, non ne ho voglia. E non penso nemmeno di venire, stasera-

-Ma devi, sennò Cole andrà dalla preside e addio college! Vuoi ridurti così?-

-Sì- risposi imbronciata e priva di qualsiasi voglia. Che stress!

-Lo sai che un bradipo è più attivo di te in questo momento?-

-Allora sarei molto contenta di raggiungere la famiglia dei bradipi!-

-Ma sta zitta, andiamo e non discutere!- mi spinse a forza verso la porta e uscimmo, dirigendosi in questa stanza piena di costumi di cui parlava Mads.

Restammo tutto il pomeriggio a cercare qualcosa da indossare per la sera. Trovai un vestito con il corpetto bianco e le spalline a palloncino che ricadevano giù, lasciando le mie spalle del tutto scoperte. Sotto il corpetto, si apriva una lunga gonna a quadretti bianchi e rossi, che arrivava fino ai piedi. Indossai delle scarpette montagnole, di un marrone molto scuro. Era tutto molto carino, ma nel complesso sembravo Dorothy de Il Mago di Oz.

Per di più, Mads mi aveva costretto a farmi le trecce, che non aiutavano per niente. Lei continuava a dire che mi stavano benissimo e che non sembravo nemmeno italiana, ma io sinceramente non ne fui entusiasta. Sembrava che avessi undici anni, invece di diciassette. Una bambina pronta per andare alla festa di Carnevale. La sola differenza era che tutti i bambini, di solito, sono contenti di festeggiare il Carnevale. Io non ero per niente felice all'idea di partecipare a questa cerimonia tirolese... in compagnia di Cole.

Sentii bussare alla porta: -Lili, sei pronta?-

Parli del diavolo... -Sì, sono pronta. Aspetta un attimo- gli urlai.

-Muoviti o faremo tardi!-

-Cos'è che non ti è chiaro dell'espressione "Aspetta un attimo"?!- risposi nervosa.

Dipinsi, come al solito, le labbra di un rosso ciliegia e mi detti un'ultima sistemata, guardandomi allo specchio.

Alla fine, pronta, mi feci forza e andai ad aprire la porta.

Ok, potevo letteralmente saltargli addosso.

Quanto cazzo ero bello da uno a dieci? Duemila!

Aveva una camicia bianca, con i primi due bottoni aperti, dal quale si poteva intravedere il paradiso; jeans scuri e capelli alla sua solita maniera. I suoi occhi si illuminarono all'istante: -Be', posso solo dire che mi sento fortunato ad avere la ragazza più bella di tutto il college al mio fianco, non che la più scorbutica. Ma su questo possiamo chiudere un occhio-

-Be', posso dire che mi sento alquanto sfortunata ad avere il ragazzo più rompicoglioni di tutto il college al mio fianco, ma su questo possiamo chiudere un occhio- risposi per le rime.

-Andiamo, sono davvero così brutto?- chiese con un'aria innocente e alzando un sopracciglio.

-Lasciamo perdere e andiamo...- prima che ti salti davvero addosso, continuai dentro la mia testa.

Scendemmo di sotto, nella sala dove avrebbe avuto inizio la cerimonia di apertura. Non c'ero mai stata da quando avevo messo piede al college, e vederla quella sera per la prima volta fu davvero suggestivo.

Era enorme e per quella sera era stata addobbata alla perfezione: tavolini sparsi qua e là, un grandissimo lampadario che splendeva e che rilasciava una luce magnifica in tutta la stanza e... tantissime persone. Praticamente, erano presenti tutti i ragazzi del college e, a mio parere, era stato invitato anche qualcun'altro. Da quello che ero riuscita a capire, ogni maestro di sci, doveva essere accompagnato da una ragazza. Cole aveva deciso di portare me e riguardo a questo, non mi era ancora chiaro il perché. Non ci sopportavamo a vicenda, eppure non riuscivamo a stare troppo lontani. Eravamo come il sole e la luna: completamente diversi, ma indispensabili l'uno per l'altro per andare avanti.

-Sorridi e non provare mai a contraddirmi quando parleremo con quel signore laggiù- mi sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio sinistro e indicandomi un uomo piuttosto grasso e con lunghi baffi grigi, che circondavano la sua bocca. -E perché dovrei farlo? Posso contraddirti quanto mi pare e piace-

Non smetteva mai di dare ordini, mai. Sembrava essere il suo gioco preferito: comandare a bacchetta le persone, come fossero burattini. Lui era il burattinaio e io il suo burattino personale!

-Quel signore crede che tu sia la mia fidanzata, quindi mostrati gentile e carina nei miei confronti, chiaro?-

-Che cosa? Non ci penso nemmeno!-

-Ti vorrei ricordare che la serata non è ancora finita e tu sei sempre nel bel mezzo di un patto a cui non puoi tirarti indietro- mi ricordò, guardandomi con un sorriso malizioso stampato in faccia -Ecco, sta arrivando proprio verso di noi. Preparati-

Sì, certo.

Avrei dovuto prepararmi a farlo fuori all'istante!

Come si permetteva di prendere tali decisioni, senza prime consultarmi?

Speriamo finisca bene... pensa

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora