67.

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Dopo una decina di minuti, Cole si fermò in un piccolo parcheggio, che si trovava accanto a una bellissima casa a due piani, illuminata da cima a fondo. Ok, era Natale e ogni cosa risplendeva di luce, ma questa casa sembrava uscita direttamente da un negozio di luci! Mi sentii un po' in imbarazzo. Forse Cole era ricco e io neanche lo sapevo... Cercai di non pensarci e di tranquillizzarmi.

E' solo un appuntamento, è solo un appuntamento, è solo un appuntamento... .

-Lili?- mi chiamò Cole.

-Mh?-

-Vieni o no?-

Solo allora mi accorsi di essermi impalata a guardare attentamente ogni centimetro di casa sua. Che figura da idiota!

Cole mi stava aspettando davanti alla porta di casa.

-Oh sì,... certo- risposi titubante.

Mi avvicinai, mentre Cole stava armeggiando con la serratura.

-Eccoci arrivati- disse, tenendo la porta e facendomi entrare galantemente prima di lui. Il suo sguardo mi accompagnò finchè non fui completamente dentro casa. Poi entrò anche lui e mi si avvicinò: -Il casco ti ha un po' spettinato i capelli, ma...- mi sistemò una ciocca dietro l'orecchio e mi sorrise: -sei sempre bellissima-

Lo ringraziai con un sorriso imbarazzato.

Eh basta arrossire Lili!

Mica siamo alle elementari mentre il tuo fidanzatino ti regala un fiore, eh!

Rimanemmo a fissarci per un bel po', quando Cole distolse lo sguardo dai miei occhi e mi fece fare una breve ispezione della casa.

-Benvenuta nel mio regno!- esclamò, indicando quello che ci circondava.

Non avevo mai visto una casa così grande e così bella in vita mia. In confronto, la mia era una povera baracca senza speranze. I mobili in legno conferivano quel tipico gusto montagnolo; le tende erano bianche e regalavano luminosità alle diverse stanze; c'era un soggiorno enorme e una cucina bellissima. Ogni cosa risplendeva in quella casa. Osservando i numerosi mobili, notai che sopra ognuno di essi vi erano poggiate alcune fotografie che ritraevano Cole insieme alla sua famiglia.

Ne presi in mano una: -Questa è la tua famiglia?- gli chiesi, facendogliela vedere.

-Esatto. Questo sono io a sedici anni, mia sorella Grace, che aveva appena compiuto due anni, mio padre e mia madre- mi spiegò, facendo scorrere l'indice sulla fotografia, perfettamente incorniciata.

Anche a sedici anni il signorino trasudava fascino e bellezza da tutte le parti. Ma chi era, un dio sceso in terra, per caso?

-Siete belli- mi sfuggì dalle labbra.

Lo guardai imbarazzata e rimisi la foto sopra il mobile.

-Grazie, Lili- Cole sfoderò un sorriso a trentadue denti e io mi persi nel verde dei suoi occhi come un'idiota.

Ancora.

Per riconquistare un po' di contegno, cercai di fare conversazione, anche se non ero proprio una cima a parlare. Soprattutto con i ragazzi.

-Allora, che si mangia?- chiesi, stringendomi le braccia intorno al corpo.

-Non ci crederai, ma ha cucinato tutto il sottoscritto- dichiarò evidentemente soddisfatto.

-Ma davvero?- lo presi in giro con un sorrisetto di sfida.

-Lili, per conquistare come si deve una ragazza, devi mettere in atto le tue doti culinarie, perché sicuramente lei cadrà ai tuoi piedi-

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora