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-Guarda, ci fermiamo a quel rifugio laggiù- Cole mi indicò il posto dove avremmo mangiato un boccone. La mattinata era già volata via e nel primo pomeriggio avrei avuto il corso di sci assieme a lui e a tutti gli altri... compresa Camila.

In questi ultimi giorni però non si era fatta sentire e ne fui strafelice. Non ci aveva più provato con Cole (che io sapessi, anche perché sennò l'avrei strangolata) ed evidentemente si teneva alla larga da noi. Brava ragazza, stai lontana, pensai felice e contenta.

Arrivati a destinazione, mi tolsi gli sci, mentre Cole andò ad occupare un tavolino fuori dal rifugio: c'era un sole che spaccava le pietre e si stava bene. Mi sfilai la mascherina, il casco e i guanti.

Lo raggiunsi e ordinammo una pizza da mangiare in due. Ci stavamo imboccando a vicenda e pensai a quanto fossimo stupidi. Ma eravamo felici e questa era l'unica cosa che contava.

Dopo aver mangiato un pezzo della mia pizza, Cole si mise in bocca il mio dito e iniziò a togliere il pomodoro che mi era rimasto tra le dita.

-Cole, smettila, ti prego- mi misi a ridere, quando notai che alcune persone ci stavano scrutando con sguardo interrogativo e, talvolta, persino disgustato.

Cole se ne accorse e fece una smorfia. -Lasciali perdere: sono solo invidiosi-

Un'altra caratteristica che amavo di lui era che se ne fregava di ciò che pensavo gli altri, sempre e comunque. Se lui voleva succhiarmi il dito davanti ad altre persone che non smettevano di guardarci, lo faceva.

Se voleva baciarmi a lungo in un luogo pubblico, non ci pensava due volte. Al diavolo quello che pensava la gente. Un po' lo invidiavo... Io non ero così: stavo sempre attenta a quello che pensavano gli altri. Per me e soprattutto per la mia autostima. Decisi però che non mi sarei fatta rovinare la giornata da degli impiccioni, così seguii l'esempio di Cole e feci finta di nulla. Continuammo a coccolarci, baciandoci e abbracciandoci, finchè non fu l'ora di tornare verso la Scuola di Sci, dove tra poco sarebbero arrivati anche gli altri. Mi ricordai che quel pomeriggio dovevo andare a ritirare il mio vestito dalla mamma di Cole e al solo pensiero divenni curiosissima. 

Chissà come sarebbe stato: il colore, il taglio, la stoffa... Confidavo tutto in Ashley. Dopo esserci saziati per bene, arrivammo giusto in tempo per la lezione. Quando tutti gli altri, che erano già arrivati davanti alla Scuola di Sci (erano peggio di un orologio svizzero, accidenti! Persino Camila!) ci videro arrivare insieme, soffocarono una risatina. Tutti, tranne Camila. Lei ci guardava con espressione accigliata, mentre era intenta a tormentarsi un'unghia.

Mi posizionai accanto a Francesca, la ragazza dalle trecce color ruggine. Era l'unica con cui avevo fatto un po' di amicizia. Di tutti gli altri sapevo solo il nome. Ma pace: avevo il ragazzo più sexy del mondo.

-Ciao, ragazzi- Cole ci saluto e iniziò a spiegare che cosa avremmo fatto quel pomeriggio.

Dopo aver detto tutto quello che doveva dire e avermi rifilato un occhiolino che tutti notarono, Cole scese in capo al gruppo, che lo seguì, formando una lunga serpentina.

Stavo per posizionarmi dietro Francesca, quando venni spinta violentemente e caddi a terra... ancora.

Guardai in alto, ritrovandomi il sorriso terrificante di Camila.

Brutta stronza! Come si permetteva?! Rimasi a bocca aperta, ma cercai subito di ritirarmi su. Non volevo darle altre soddisfazioni.

-Scusami, non ti avevo vista- mi rifilò le sue patetiche scuse e si voltò, occupando il mio posto e lasciandomi in fondo alla fila.

Che bugiarda! Era chiaro che l'avesse fatto apposta. Per chi mi aveva preso, una ritardata mentale? Cercai di non farci caso e seguii gli altri lungo la pista. Ad un certo punto, presi un po' di velocità e "senza volerlo" andai addosso a Camila, che si trovava esattamente accanto a me e, poggiando gli sci sopra i suoi, la feci sbandare e cadde a terra. La superai, passandole accanto. -Scusami, vai troppo piano e non sono riuscita a fermarmi-

Lei mi fulminò con i suoi occhioni e si rialzò subito dopo, togliendosi di dosso la neve.

Ben ti sta, gallina che non sei altro!, gridai vittoria dentro di me.

Almeno una piccola rivincita ero riuscita a riprendermela!

Dopo, continuai a sciare senza problemi (evidentemente la gallina bionda avevo imparato la lezione), fino a concludere felicemente un'altra giornata di sci. Però, devo dire che iniziava a piacermi... La neve, il paesaggio bianco, la temperatura sempre fresca... Sì, non era affatto niente male.

-Si puo' sapere cosa è successo prima?- Cole si era avvicinato a me, mentre mi stavo togliendo gli scarponi. Feci un sorrisino malefico. -Le ho restituito quello che si meritava- Cole sghignazzò. -Sei proprio incorreggibile-

-Come vuoi, ma qualcuno doveva pur dirle che ha perso il treno da un po'. Ora ci sono io-

-Ah davvero?- Cole alzò le sopracciglia, senza smettere di sorridermi con fare malizioso.

Annuii energicamente, tanto che una ciocca di capelli sfuggì alla mia crocchia malconcia. Cole se ne accorse e me la sistemò subito dietro l'orecchio. Poi si avvicinò a me, sussurrando: -Allora non ti dispiace se ti do un bacio qui, vero?-

Depositò un casto bacio sul mio orecchio.

-E qui- Quindi passò alla guancia.

-E anche qui- Arrivò all'angolo della bocca... -E decisamente qui- finendo fin sopra le mie labbra.

In tutto ciò, io ero rimasta paralizzata. Come sempre. Lo osservavo imbambolata, come un'idiota e non osavo fare niente. Cole aveva questo potere supremo su di me, che mi faceva andare in tilt il cervello.

Soddisfatto del lavoro, si alzò in piedi, salutò i ragazzi del noleggio e mi condusse fuori, a prendere la seggiovia per ritornare al college. Un'altra giornata di sci si era appena conclusa.


Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora