117.

968 39 33
                                    

Presi sotto braccio Hart, che non si era azzardato a proferire parola durante tutto il teatrino mio e di Cole. -Hart, ti accompagnerei a casa, ma... non ho la macchina-

-Vieni, andiamo con la mia- sussurrò tra un colpo di tosse e l'altro.

Mi condusse nel parcheggio, dove trovammo la sua Mini rossa nuova di zecca.

Mi passò le chiavi, mentre io lo aiutai a sistemarsi al posto del passeggero.

Dopo essermi seduta al posto di guida, presi in mano il volante e feci un bel respiro.

-Premetto che non sono un'ottima guidatrice. Ho preso la patente solo quest'estate per volere di mia madre, ma...-

-Sarai perfetta- mi rassicurò Hart, sfiorandomi la guancia con la mano e rifilandomi un sorrisetto.

Okaaay.

Guidai con prudenza, cercando di fare attenzione ai cartelli stradali e ai limiti di velocità. Per mia fortuna le strade non erano molto affollate e non incontrai problemi. Hart mi disse la strada da prendere per arrivare fino a casa sua. Da quello che avevo capito, abitava in una specie di reggia, non lontano dal college. -Gira qui-

Hart mi fece svoltare in una stradina buia e stretta, che portava infine in un grande ed elegante portico, circondato da un immenso giardino, dove fiorivano piante e fiori colorati di ogni specie. Sicuri di non essere alla reggia della principessa Sissi?

-Arrivati- affermò Hart, guardando la sua maestosa abitazione e sorridendo.

Ok, calma e sangue freddo.

La casa era sicuramente bellissima, ma era tutto spento.

-Abiti da solo?- chiesi, girando le chiavi dell'auto.

-No, in realtà abito con i miei, ma adesso sono partiti-

-Ah-

Hart cercò di aprire la porta della macchina, ma la spalla gli faceva troppo male, così scesi velocemente e lo aiutai. Lo accompagnai fino alla porta di casa e aprii, con le chiavi che mi aveva dato Hart, l'immenso portone e lo feci entrare in casa.

Mi trovai in imbarazzo.

Lui sembrava che stesse aspettando che entrassi, mentre io me ne sarei tornata volentieri al college.

Non avevo nemmeno avvisato Madelaine. Sperai che Charles  le avesse detto tutto.

-Non entri?- mi chiese Hart, alzando le sopracciglia e tenendo la porta aperta. Rimasi per un istante imbambolata.

-Oh, sì, certo-

Titubante, entrai nella casa che alla fine si rivelò essere davvero una reggia. Il salotto grande quanto la mia casa, la cucina luminosa, i numerosi e diversi tappeti sparsi per terra, il camino come lo avevo sempre sognato, la televisione a non so quanti pollici... non c'era una cosa fuori posto. Tutto perfetto. Troppo perfetto.

Anche la casa di Cole era bella, luminosa e spaziosa, ma riusciva a trasmettermi calore e sicurezza, questa invece...

-Vieni, accomodati- Hart mi fece sedere sul lungo divano bianco che faceva angolo davanti alla maestosa vetrata, con una vista mozzafiato sul giardino. Ero terrorizzata all'idea di sporcare quel divano così bianco. Troppo bianco.

Hart si sedette vicino a me e lo aiutai a togliersi il giacchetto.

La spalla era ancora dolorante e la faccia... be', la faccia avrebbe impiegato qualche giorno prima di tornare com'era prima dell'incidente.

Dal taglio che si era procurato sopra il sopracciglio, usciva un po' di sangue.

Cercai di pulirglielo con il dito, ma era evidente che servisse un cerotto e un po' di cotone.

-Aspetta qui- Hart si alzò, dirigendosi verso la cucina.

Rimasi sola per qualche minuto e mi domandai per quale cazzo di motivo non fossi tornata subito al college. In fondo avevo fatto il mio lavoro: lo avevo aiutato e portato a casa. Adesso potevo anche togliere le tende e... -Eccomi- Hart tornò con la casetta del pronto soccorso. Sorrisi e la aprii non appena me la passò.

Ci spostammo sul tavolo del salotto e Hart si accomodò su una sedia. Armeggiai un po' con il disinfettante e il cotone e alla fine riuscii a trovare anche un cerotto. Tamponai la ferita tra i lamenti di Hart.

-Dai, resisti solo un altro po', fallo per me- mi accorsi troppo tardi della cazzata che avevo appena detto. Perché non riuscivo mai a stare zitta? Dovevo sempre fare la figura dell'idiota? -Per te questo e altro-

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora