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Lili.

La serata più noiosa di tutta la mia vita!

Ma come faceva Elena a stare con un tipo come Paul?

E Kevin voleva un premio Oscar per spegnersi una volta per tutte? Dio, avrei pagato oro per poter essere da qualsiasi altra parte!

Poi mi venne un'idea geniale.

-Scusate, ma devo assolutamente andare in bagno- Mi alzai immediatamente dalla sedia e mi allontanai come se volessi scappare.

Raggiunsi il bagno delle ragazze.

Guardai la mia immagine riflessa nello specchio: avevo i capelli scomposti e l'aria non proprio divertita e serena, ma notai che avevo fatto un bel passo avanti rispetto alla settimana scorsa. In un attimo, lontane immagini invasero la mia mente senza permesso e mi ritrovai a pensare che questo fine settimana avrei dovuto accompagnare Cole al concerto.

Naturalmente non ci sarei andata, e la cosa mi provocava un certo dispiacere. Li avevo presi per lui, ma sapevo in cuor mio che mi avrebbe chiesto di accompagnarlo. Sistemai un capello sfuggito alla mia penosa crocchia. Mi stavo lavando le mani, quando sentii la porta scricchiolare e apparve lui.

Parli del diavolo... Sussultai e mi spaventai allo stesso tempo.

No, non potevo vederlo. Non ero ancora pronta.

Il panico mi assalì, ma prima che potessi dire qualsiasi cosa mi passasse per la testa, Cole mi afferrò la vita, tappandomi la bocca con la mano.

-Ti prego, non urlare. Ho bisogno di parlarti- mi intimò, pregandomi con gli occhi.

Quegli occhi... Adesso mi facevano paura. Erano troppo belli e non avrei resistito se li avessi guardati ancora a lungo. Distolsi immediatamente lo sguardo e iniziai a dimenarmi: anche un solo semplice contatto mi dava fastidio e in quel momento dovevo stare lontana da lui il più a lungo possibile.

Cole però era troppo forte, così tentai una via di fuga secondaria: gli sferrai un violento calcio negli stinchi. Finalmente!

Lui si allontanò imprecando, mentre una smorfia di dolore gli comparve sul volto.

Ben ti sta, stronzo! Questa è solo una piccola parte di tutto quello che ho dovuto sopportare io!, pensai, mentre la rabbia si stava impadronendo del mio corpo.

-Lasciami stare!- gridai, spintonandolo ancora una volta, per cercare di mettere una buona distanza tra di noi. Cole, però sembrava non ascoltarmi. -Lili, ho bisogno...- Eh, no! Lui non aveva proprio bisogno di niente.

-Io, ho bisogno di stare lontana da te!-

Ero una furia e se si fosse riavvicinato, non avrei risposto delle mie azioni: ero pronta a difendermi in qualsiasi modo.

Non calcolai, però, la sua arma segreta: la bocca.

In un attimo, senza che me ne accorgessi, venni spinta violentemente contro il freddo muro del bagno e prima che me ne accorgessi le sue labbra si posarono sulle mie. Non con dolcezza, come era solito fare; questa volta in maniera forte e possessiva, senza lasciarmi nemmeno respirare.

Non riuscii nemmeno a respingerlo, perché mi bloccò un braccio sopra la testa, poggiandolo con forza contro il muro. Non volevo pensarlo e soprattutto non dovevo, ma sentire le sue labbra a contatto con le mie fu incredibile come ogni volta.

Per un momento fui tentata di lasciarmi sopraffare dalle emozioni e mandare tutto al diavolo, senza pensarci più. Poi la realtà si presentò nuovamente nella mia mente e ripresi il controllo di me stessa.

Spostai la mano sinistra sopra il suo petto e dopo averlo respinto con forza, gli diedi un violento schiaffo sulla guancia.

Avevo il cuore a mille, la testa mi pulsava e non stavo capendo più niente.

Avrei voluto continuare a baciarlo per ore, ma non era la cosa giusta da fare.

Lo guardai mentre si stava massaggiando la guancia, sorpreso dal mio gesto improvviso. Poi mi diressi verso la porta, la aprii, ma lui mi raggiunse subito, bloccandomi il polso. Si soffermò sulle mie dita.

-Vedo che hai tolto l'anello che ti ho regalato-

-Si...-

-Non puoi... Dov'è?- faceva fatica a parlare, sembrava sconvolto.

-In camera... Appena puoi passa a riprenderlo... È giusto che lo tenga tu- -No no no, non è possibile... Non vengo a prendermi un bel niente, quell'anello è tuo, rappresenta il nostro legame- -Cole... Non esiste più nessun legame, non ha poi senso- era difficile ma dovevo farlo.

-Lili, non puo' finire così-

Vidi la sofferenza e la disperazione attraversare i suoi occhi, che non smettevano di guardarmi speranzosi.

Non potevo.

-Io credo di si- dissi, mentre sentii una lacrima che mi stava rigando il viso senza che me ne accorgessi.

Chiusi la porta alle mie spalle prima che potesse ribattere e mi allontanai da lui, raggiungendo il tavolo dei miei amici.

Amici... si, per modo di dire.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora