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Il mio solo ed unico desiderio in quel momento? Sprofondare nel terreno e sparire all'istante.

Appena tutta questa pagliacciata, sarebbe finita, avrei preso Cole a calci nelle palle!

Ma come si permetteva di complicare maggiormente la situazione?

Perché lui, doveva essere sempre così complicato?

La mia irritazione stava sfiorando il limite, mentre mia madre e il bastardo del mio presunto fidanzato chiacchieravano animatamente. Eravamo seduti ad un piccolo tavolino nella hall del college, mentre fuori piccoli fiocchi di neve si stavano frantumando dolcemente sul terreno, ormai bianco. Venni rimossa dal mio mondo dei sogni dalla voce di mia madre.

-Allora ragazzi, ditemi, da quanto tempo state insieme?- domandò mia madre con un sorriso da orecchio a orecchio.

Certo non nascondeva minimamente il fatto che la presenza di Cole la mettesse di buon umore.

-Già due mesi-

-Da pochissimo tempo-

Cole ed io rispondemmo all'unisono.

Il cretino che aveva detto "due mesi" era senza dubbio lui. Io mi ero limitata a essere più realista.

Razza di idiota, pensai rivolta a Cole.

Lo fulminai all'istante con uno sguardo omicida, mentre mia madre rimase interdetta.

-Non capisco, ragazzi...-

-Ci scusi Taylor, ma vede, Lili è talmente presa dalla nostra relazione che pensa siano passati solo pochi giorni- intervenne il bastardo, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.

Ridi, ridi, perché dopo non ti rimarrà tempo nemmeno per piangere, stupido cretino patentato!

Insultarlo senza limiti mi faceva stare molto più tranquilla e mi metteva persino di buon umore, quindi non perdevo nemmeno un'occasione per conciarlo per le feste. Certo, i miei insulti erano segretamente custoditi nella mia mente diabolica, ma ben presto avrei avuto il piacere di sfogarmi come si deve. Bastava solo avere pazienza... -Ah, capisco tesoro. Quindi, bambina mia, sei proprio presa da questo bellissimo ragazzo, eh? Bè, non vedo come potrei biasimarti...- disse mia madre, rivolgendosi a me e lanciando una rapida occhiata a Cole.

No. Per i miei gusti, i due stavano andando fin troppo d'accordo e ciò non mi piaceva per niente. Meglio troncare la simpatia sul nascere. Stop!

-Come vi siete conosciuti?- continuò mia madre.

Eravamo sotto interrogatorio poliziesco, per caso, o ero io a non essermene ancora accorta?

-E' stato un colpo di fulmine-

-Cole mi ha fatto la corte per parecchio-

Eh no, eh. Così non poteva andare.

Rispondevamo sempre in coro, causando una grande confusione nella testa di mia madre.

Meglio così: in quella storia meno ci capiva e meglio era per tutti.

Questa volta però presi io la parola per giustificare le nostre risposte differenti: -Cole mi ha fatto la corte per un po' di tempo, ma poi è stato come un colpo di fulmine- sorrisi e nel frattempo pizzicai non troppo amorevolmente il ginocchio di Cole, sul cui volto apparve una smorfia di dolore. Ben ti sta, stronzo.

-Mamma mia, non sapete quanto vi invidio. Vorrei tanto tornare indietro di almeno trent'anni, sapete? Bè, non si puo', quindi...- lo sguardo di mia madre cadde sul suo orologio da polso e sobbalzò sulla sedia -Dio mio, è tardissimo, devo assolutamente rimettermi in viaggio se voglio arrivare a Vienna prima che faccia buio!- Mi dispiaceva dirlo, perché in fondo era mia madre, ma... finalmente!

-Venga Taylor, la accompagnamo...- le parole di Cole morirono sulla sua bocca, perché mia madre riniziò a parlare. Oh, non c'era verso di farla smettere, eh!

-Prima che me ne vada, ragazzi, vorrei una vostra foto-

-Di foto mie ne hai tante, mamma. Ma se proprio insisti anche a volere una foto di Cole, penso che non ci siano problemi a...-

-Ma no, sciocchina!- disse mia madre, pizzicandomi amichevolmente la punta del naso -Voglio una vostra foto insieme!-

Insieme?

-I-insieme?- la mia voce uscì dalla mia bocca così flebile che quasi non si sentì.

-Certo, tesoro! Forza, avvicinatevi- ci incitò mia madre, assestandomi dei piccoli colpetti sulla spalla. Era diventata pazza?

Mi sarei dovuta informare subito riguardo ad un' ottima casa di cura. Forse ne aveva seriamente bisogno... Cole non se lo fece ripetere due volte e in un attimo tutto il mio corpo venne avvinghiato dalle sue lunghissime braccia, che in poco tempo mi avvolsero tutta.

Come sempre, quel contatto eccessivamente ravvicinato mi causava sempre piccole scosse particolarmente fastidiose, quindi il rossore che si imprigionò all'istante delle mie guance fu inevitabile. Accidenti!

Mia madre sfoderò il suo telefono super tecnologico nuovo di zecca, di cui si vantava tanto.

-Oooh, siete bellissimi, non trovate?- domandò eccitata.

No.

-Certo, signora- rispose prontamente Cole.

-Smettila di darle filo da torcere, hai già combinato abbastanza guai per oggi e non credere di passarla liscia tanto facilmente- grugnii, sorridendo al tempo stesso alla telecamera, mentre Cole mi stava stringendo un po' troppo il fianco sinistro -... E smettila di approfittare della situazione. Ti sento benissimo!- dissi esasperata, facendo cadere l'attenzione sulla sua mano fin troppo lunga, per i miei gusti.

-Lo so che ti piace sentirti stretta dal sottoscritto, quindi cerca di cogliere la palla al balzo- mi provocò.

Sussultai nel sentire quelle parole.

-Lo vedi? Ammettilo Reinhart, non aspettavi altro- continuò Cole, non ancora soddisfatto della sua piccola vittoria.

Viscido arrogante... Oh, no. Anche se aveva vinto questa piccola battaglia, io sarei stata la vincitrice dell'intera guerra.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora