120.

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Lili.

-... quello che diventò il più grande poeta dell'Ottocento, vero signorina Reinhart?-

Chi, io?

Era da due ore che la professoressa Gale stava spiegando Leopardi, ma io, malgrado il mio grande affetto che nutrivo nei confronti del mio poeta preferito, non riuscivo in alcun modo a prestare attenzione.

Erano passati due lunghe settimane dalla scazzottata di Cole e Hart e da quella specie di bacio. Hart continuava ad assillarmi con stupidi messaggini, mentre io non smettevo nemmeno per un secondo di pensare a quello che un tempo era stato il mio fidanzato.

Come uscire dal labirinto che sembrava non avere alcuna via d'uscita?

-Mi scusi professoressa, stavo...-

-Prendendo appunti?- mi incalzò, alzando un sopracciglio.

Non esattamente.

-...-

-Chiuderò un occhio solo perché è una delle migliori studentesse che questo college abbia mai avuto, ma non si dovrà ripetere, chiaro?-

-Certo-

Wow, che grandi complimenti, non me lo aspettavo. E non mi aspettavo nemmeno che mi fossi distratta.

Stupida!, stupida!, stupida!

Nelle ultime ore cercai di concentrarmi con tutte le mie forze, malgrado i miei sforzi risultassero vani.

Conclusa la mia peggior giornata scolastica di tutti i tempi, decisi di recarmi immediatamente in camera.

Stavo attraversando il corridoio in tutta tranquillità, quando venni afferrata per il braccio e trasportata all'interno di una stanza che sembrava avere l'aria di uno... sgabuzzino?

Mi spaventai a morte e il cuore mi rimbombò nelle orecchie.

Non mi tranquillizzai affatto quando mi ritrovai davanti l'unica persona che avrei tanto voluto evitare: Cole. Venni schiacciata contro lo scaffale degli stracci, accanto al quale vi erano depositate le scope e... altre cose del genere.

-Smettila di strapazzarmi a destra e a sinistra! Non lo sopporto! E lasciami!- gridai, notando che non si decideva a lasciarmi andare il braccio.

-Calmati, dannazione! E smettila di gridare- mi intimò, poggiando una mano sopra la mia bocca.

Ti pareva! Bisognava sempre fare come pareva a lui, il signore indiscusso!

-Ti devo dire una cosa- esordì.

Cominciai ad agitarmi.

Perché mi doveva sempre mettere alle strette?

Non potevo essere libera di essere incazzata con lui?

Guardandolo, mi veniva una gran voglia di stampargli un bacio su quelle labbra perfette. Cercai di trattenermi e di non prestare attenzione alla sua bocca.

Certo, spostare l'attenzione su "qualcos'altro" significava guardarlo negli occhi e sembrava ancora peggio. Tutto quel verde... Mamma mia!

-Cosa vuoi?- chiesi acida, poggiando le mani sopra il petto.

Lui fissò per un attimo il mio seno, poi rialzò gli occhi. Sembrava che io scoppiassi da un momento all'altro però anche lui non era da meno, eh!

-La prossima settimana è il compleanno di Grace e tu sei invitata-

Cazzo, no!

Pure il compleanno? Adesso?

Ma non se ne parlava nemmeno.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora