85.

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Cole.

-Ci vediamo a colazione- baciai Lili sulle labbra e la salutai.

-A dopo-

Mi diressi alla reception come mi era stato richiesto quella mattina da Natasha, la coordinatrice di tutti i corsi di sci.

Ero un po' preoccupato e non sapevo esattamente di cosa mi volesse parlare. Speravo solo di continuare a essere il maestro di Lili. Non avrei sopportato che un altro prendesse il mio posto come quando era capitato con Hart.

-Ehi, Nat- mi appoggiai al bancone della reception e aspettai con curiosità ciò che aveva da dirmi. -Buongiorno Cole. Come va?- mi chiese, sistemandosi i grandi occhiali da vista sul naso. -Bene... perché?-

Adesso la questione non mi piaceva per niente.

-No... niente... è solo che nel tuo gruppo di sci ci sarà una nuova alunna- abbassò lo sguardo, evitando di guardarmi negli occhi.

Nuova alunna?

E doveva essere un problema?

-Ah, per me va bene, basta che...-

-Ciao, Cole-

Quella voce.

Mi voltai lentamente, sperando di essermi sbagliato.

Ma purtroppo me la ritrovai davanti agli occhi.

Sempre lei. La stessa di sempre.

Si avvicinò, mentre io rimasi immobile. Non sapevo cosa pensare. No sapevo cosa dire. E soprattutto non sapevo che diavolo fare. Urlare? Ammazzarla? Andarmene? Nessuna di queste opzioni mi parve sensata.

-Cole, la signorina Mendes ha ripreso i corsi nel nostro college e vorrebbe riprendere anche sci. L'unico posto libero era nel tuo gruppo...- Natasha sembrava che stava per aggiungere un sincero 'mi dispiace' alla fine della frase.

Anche lei sapeva che ero stato lasciato miseramente e sapeva persino quel che avevo passato. Tutti nel college lo sapevano.

-C-che ci fai... qui?- riuscii a balbettare in modo patetico.

Non si meritava nemmeno che mi sentissi insicuro di fronte a lei. Non si meritava proprio un bel niente.

-Te l'ha detto- fece un cenno in direzione di Natasha. -Sono tornata e vorrei riprendere le lezioni e i corsi di sci- mi sorrise dolcemente e una ciocca di capelli neri le ricadde sulla fronte. Erano ancora più corti di quanto mi ricordassi.

Lanciai uno sguardo smarrito a Natasha, dopodichè mi riconcentrai sulla mia ex.

Poi decisi che era giunto il momento di piantarla con quella patetica messa in scena. -Mi dispiace, ma non puo' stare nel mio gruppo- Feci per andarmene, ma Natasha mi riprese.

-Non puoi decidere tu, Cole. Se alunno vuole riprendere le lezioni, è compito del college di riaccettarlo-

-Me ne infischio altamente di cosa diavolo delle fare il college!- sbraitai, tornando indietro.

-Cole, ti prego... sii ragionevole- Natasha cercò di calmarmi, ma si vedeva che anche lei sarebbe voluta scomparire all'istante.

Ragionevole? Ragionevole un corno!

Feci un'espressione schifata e incrociai le braccia al petto.

-Cole, ho bisogno di parlarti. Per favore, accettami nel tuo corso- questa volta fu Camila a parlare. Che faccia tosta! Aveva anche il coraggio di venirmi a chiedere qualcosa! -Non ci penso nemmeno, Nat...-

-Mi dispiace, Cole- si alzò in piedi e chiuse con un tonfo il libro degli iscritti al college -Queste sono le regole. Non puoi rifiutarti- Dopo aver detto ciò, Natasha prese le sue cose e se ne andò, lasciandomi da solo con il mio più grande incubo, che in quel momento mi stava facendo gli occhi dolci.

Non ha nemmeno un minimo di sensibilità, pensai disgustato.

-Cole-

-Non ti avvicinare. Stare anche solo a parlare con te mi fa schifo-

Quelle parole scaturirono l'effetto che speravo di ottenere: Camila si allontanò e rivolse lo sguardo a terra, come se fosse stata scoperta colpevole di un delitto.

-Cole, mi dispiace... n-non avrei dovuto andarmene via così...- la sua voce lasciava trasparire insicurezza e dispiacere.

Ma io non le credevo. Non le avrei mai più creduto.

-Hai ragione. Hai fatto la cosa più sbagliata che potessi fare e adesso ne paghi le conseguenze, come ho dovuto fare io!- ringhiai.

Fortunatamente eravamo soli e nessuno stava ascoltando le nostre lamentele.

Sarebbe stato imbarazzante e ancora più patetico.

-Lo so... ma...- Camila si avvicinò e mi afferrò un braccio.

-Non toccarmi!-

-Cole, lasciami spiegare-

-Non voglio ascoltarti, cazzo! Sei stata una stronza insensibile! Mi... mi hai lasciato come se fossi un cane e non puoi nemmeno immaginare quanto abbia sofferto!-

-No, è qui che ti sbagli- Camila si avvicinò ancora una volta e questa volta il suo viso era a pochi centimetri dal mio.

-Io e te siamo uguali- sussurrò, con gli occhi pieni di lacrime.

Basta. Non provavo più niente.

Avevo chiuso nel momento in cui era uscita dalla parta del college. Non ci sarebbe più stato niente tra noi.

-Non è vero!- gridai, allontanandomi e mettendo una buona distanza tra noi.

Prima di andarmene però, le sputai in faccia la realtà.

-Sai, da una parte ti devo ringraziare-

Camila si accigliò: era chiaro che adesso non capisse.

Feci una risata amara e continuai. -Sì, perché... perché grazie a te ho trovato una persona stupenda. Una persona con un cuore... Una persona che amo con tutto me stesso-

Detto ciò, me ne andai.

Non m'importava nemmeno di vedere la sua espressione o sentire quello che pensava. Per me, Camila Mendes non  esisteva più.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora