24.

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Presa dal panico, stavo per tirare fuori dalla tasca della giacca il cellulare, quando sentii un rumore di sci e mi girai di scatto: Cole.

Oh, almeno per una volta ero contentissima di vederlo!

-Cole, meno male sei arrivato, io...- gli andai incontro e cercai di spiegare.

-Sei solo una povera pazza! Come ti è saltato in mente di separarti da me e i tuoi compagni, me lo spieghi?!- Era furioso, ma sapevo che lo era perché era preoccupato per me.

-Io non volevo, ma sono caduta e ho perso uno sci. Ho cercato di chiamarvi, ma non mi avete sentita-

-Dovevi solo stare più attenta, dannazione!- disse urlando.

-Mi dispiace Cole, mi dispiace...- non sapevo più cos'altro dire. Non l'avevo fatto apposta.

Avevo avuto una gran paura e, prima di pensare a un buon motivo per non farlo, mi fiondai tra le sue braccia e iniziai a piangere. Volevo solo scaricare tutta la tensione e quello mi sembrò il modo migliore per farlo. Cole mi strinse forte a sè. -Non farlo mai più, capito?- mi disse all'orecchio.

Annuii soltanto, senza proferire parola.

-Forza, andiamo. Bisogna trovare un rifugio- mi disse poco dopo.

-Un rifugio? Ma tra poco le piste chiuderanno...- risposi, con la bocca ancora impastata, a causa delle lacrime salate che avevo appena versato.

-Lo so, ma per stasera non potremmo tornare al college- disse serio, guardando davanti a sè.

-E perché?-

-Si sta avvicinando una bufera e gli impianti sono stati chiusi prima. Ora seguimi. Per stanotte dormiremo in un rifugio. Forza, vieni-

Per un attimo, quando mi aveva abbracciata, mi era apparso dolce e preoccupato.

Adesso, riconoscevo di nuovo la sua perenne autorità e i suoi fastidiosi ordini.

Decisi comunque di seguirlo, senza controbattere.

Poco dopo, arrivammo davanti ad un piccolo rifugio, collocato sopra un alta montagna.

Ormai si era fatto buio e il tempo stava peggiorando sempre più. Arrivammo in tempo in tempo.

Entrammo e un calore invitate e piacevole ci avvolse.

Il rifugio era piccolo, ma molto carino. In un angolo, regnava un bellissimo caminetto, dove dentro scoppiettava un fuoco caldo e ardente.

Divani, tappeti e poltrone circondavano il caminetto, mentre a sinistra vi era un lungo bancone con un cameriere intento a lavare dei bicchieri. Cole si diresse verso di lui, mentre io restai indietro, vicino al focolare. Mi ero infreddolita e tutto quello che mi serviva in quel momento era proprio un bel calduccio. Sfregai le mani davanti alle fiamme e mi tolsi il cappello.

Dopo due minuti, Cole smise di parlare con il cameriere e si avvicinò verso di me.

-Per stanotte dovremo dormire insieme... Hanno solo una stanza disponibile- disse guardandomi serio, attendendo una mia reazione.

-Io non ci dormo con te!-

Va bene che mi aveva salvata e tutto, ma questo proprio no. C'avevo già dormito una volta con lui! Bastava e avanzava.

-D'accordo, allora spero che il divano sia comodo- disse, con un sorriso sghembo che gli increspava le labbra.

-Stai scherzando? Io non dormirò sul divano!- risposi quasi urlando.

Che bastardo... sapevo dove voleva arrivare!

-Non urlare o dovrò tapparti la bocca!-

-Ah sì? E come?-

-So già come fare. Se vuoi ti do una dimostrazione- disse, sempre con il suo sorrisetto bastardo.

-No grazie, non ci tengo- risposi, fiera di me.

Doveva capire che non ero caduta ai suoi piedi e non poteva trattarmi come una bambola.

-Stamattina non la pensavi così-

-Stamattina non rispondevo di me stessa-

-E adesso come farai? Sai che non dormirò sul divano. Il letto mi sta aspettando e tu dovrai venire con me, che ti piaccia o no- disse, avvicinandosi.

Ad ogni suo passo in avanti, corrispondeva un mio passo indietro.

Avanzava e retrocedevo.

Avanzava e retrocedevo.

Avanzava e retrocedevo.

Fino a che non andai a sbattere contro un tavolino.

Ecco, grazie tante tavolino della tua presenza!

Cole si avvicinò ancora e premette il suo corpo sul mio. Ormai stavo per cedere di nuovo alla tentazione, quando, per mia fortuna, il cameriere di prima ci interruppe.

Cole parve un po' infastidito: a causa di quel cameriere non era riuscito a catturare la sua preda.

Io invece fui sollevata.

-La stanza è pronta. Se volete, potete salire- ci disse gentilmente.

-Grazie, saliamo subito- rispose Cole anche per me.

Quanto lo odiavo quando faceva così!

Ti odio quando fai così! E se io volevo restare un altro pochino giù?- chiesi spazientita.

-Qui si fa come dico io- rispose tranquillo.

-Oh, certo. Scusa, padrone- dissi, alzando le braccia verso l'alto.

-Vedo che inizi a capire. Andiamo- disse, afferrandomi per un braccio e trascinandomi su per le scale.

Ero proprio il suo burattino... Povera me!

Entrammo in camera, la numero 141.

Non era molto grande, giusta per due persone.

Tutta quella vicinanza con Cole non aiutava per niente il mio scopo di stargli lontano il più possibile.

Eh sì, qualcuno ce l'aveva con me.

Il letto matrimoniale era accostato alla parete sinistra; a destra, invece, c'era una piccola scrivania con la sedia e proprio accanto il bagno. Dalle ampie finestre, si poteva assistere alla bufera che stava prendendo vita.

Meno male ha trovato questo rifugio, pensai tra me e me.

-Non abbiamo nemmeno il pigiama- dissi, sconsolata.

-Puoi sempre dormire nuda- intervenne Cole, con un sorriso idiota.

-Scordatelo, pervertito!-

-Ti ho solo dato un consiglio- disse, sulla difensiva.

-Oh, scusami. Mi ero scordata che tu sei molto premuroso verso gli altri, soprattutto se sono ragazze-

-Solo verso una in particolare- mi squadrò da capo a piedi.

Decisi di mettere fine a quella conversazione e mi tolsi la giacca. Dopodichè mi rintanai in bagno.

Avrei dovuto affrontare una lunga nottata e, ancora una volta, ero in compagnia di Cole.

Il mio pensiero costante- Lili e ColeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora