I never be able to say it.

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I never be able to say it.

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Quando tornammo a casa decidemmo di passare una serata tranquilla con qualche gioco da tavolo di Chris. Lui era bravo a Monopoli mentre io e Castiel ci guardavamo perplessi sul perchè finissimo sempre in prigione e insieme tra l'altro.

Lui diceva fosse perchè lo avevo influenzato nel vivere la mia vita un pò trasandata tra feste ai limiti del surreale e notti ubriachi a far casino per la città. Io d'altro canto lo guardavo con uno sguardo confuso come a dirgli che fosse stato lui ad accettare me, e che nel pacchetto completo ci fossero anche notti di concerti e notti da dimenticare. In quel momento Chris ci chiese come avessimo fatto a conoscerci e subito dopo cadde un silenzio che sentii passarmi addosso come una piacevole lava bollente su tutto il corpo. Era una di quelle domande imbarazzanti a cui primo o poi bisognava rispondere, e avrei aspettato il giorno in cui quel marmocchio avesse chiesto di come nascono i bambini solo per poter vedere Castiel in quell'imbarazzo che mi era familiare, fin troppo familiare.

Difatti in quel momento mi era affianco e stringevo la sua mano che salda stringeva la mia e che di tanto in tanto mi piaceva accarezzare con il pollice per poi vederlo sorridere. Mi mancavano quelle piccole cose ed essere insieme la sera anche solo per poter stare tra le coperte in quel silenzio a cui eravamo abituati e in cui ci studiavamo. Tra l'altro capitava di iniziare a parlare di qualcosa a cui stessimo pensando entrambi e mi stupiva riflettere su quanto potessimo essere connessi mentalmente, al punto di pensare, agire, nel bene dell'altro. Bene che ora gli mancava, e mi preoccupava vederlo così siccome era da fin troppo tempo che non mi approcciavo a questo lato di Castiel. Mi faceva paura che non potessi aiutarlo più di tanto siccome oltre a Gabriel, stava anche accettando di aver lasciato Danny. Non stava vivendo un bel periodo e potevo capirlo, cercavo di aiutarlo standogli vicino, ma non pressandolo con la mia presenza.

Feci un grosso respiro quando per l'ennesima volta dovetti pagare Chris per la villa da cui stessi passando. Subito dopo persi facendo banca rotta e finsi di piangere posando la fronte contro la spalla dell'uomo al mio fianco. Entrambi risero, e ciò mi calmò dal flusso di pensieri che tormentava la mia mente. Mi sentivo frustato dal fatto che non potessi far nulla per eliminare il problema più grosso che rovinava quella che ora come ora era diventata la mia famiglia. Per Danny invece sembrava che fosse tutto andato per il meglio, anche se cercava di avvicinarsi a Chris in tutti i modi. Assomigliava fin troppo a James e fin troppo mi rispecchiavo nel bambino quando titubante Castiel lo lasciava andare da lui per vedere cosa volesse.

"Non mi avete risposto!" disse Chris di punto in bianco facendoci quasi sobbalzare. "Voglio sapere come avete fatto a conoscervi."

"È una storia un pò lunga..." iniziò Castiel e abbassò lo sguardo timidamente. "Lo sai che papà è stato in orfanotrofio, vero? Te lo spiegai perchè."

Chris annuì.

"Era meglio se ti mandassero in riformatorio siccome mi bullizzavi sempre!" sbottai. "Stronzo!"

Trattenni una risata e mi alzai pur di allontanarmi da lui e fingere quella farsa per confondere un pò Chris e prendermi gioco del moro che avevo di fronte. In fondo il mio lavoro era sempre stato mettere di buon umore i miei amici, anche quando ero sull'orlo del precipizio come lo era lui ora. Feci per andare verso il frigo, ma Castiel mi lanciò il dado del Monopoli.

"Chris non credere a Dean, dice solo cazzate!" ribattè Castiel ridendo. "Comunque nonna Scarlett e nonno Jackson mi iscrissero alla scuola in cui andava anche Dean e così ci siamo incontrati."

"Più o meno." sussurrai io e alzai gli occhi a guardarlo. "Non dimenticare di Charlie. Lui ti vuole bene ed è ancora qui da qualche parte, ho conservato la mascherina."

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora