2 years later.

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Due anni dopo lo scoppio di quell'apocalisse di non-morti, iniziammo a collegare i pezzi di come tutto ebbe inizio e di come quelle persone si fossero trovate a mangiare carne umana senza rendersene apparentemente conto. Morivano e rinascevano sotto una forma animalesca, istintiva e senza un minimo di ragione apparente. Era diventata quasi un abitudine per noi vedere la gente alzarsi da terra e fare quel verso gutturale; un terrificante sospiro misto a un leggero ruggito che ti ricordava di rimanere vigile perchè il pericolo era proprio lì di fronte a te, pronto a infettarti anche se nel tuo sangue fosse già presente quel virus o quella droga.

Negli anni io, Greta e Tom avevamo accumulato una conoscenza macabra del mondo attuale, ed eravamo entrati in diversi gruppi di sopravvissuti dopo che il camion ebbe un incidente sulla strada per Columbus, in Alabama. Avevamo percorso diverse strade - almeno quelle percorribili e non intasate dagli incidenti o dai non-morti - fino a trovarci in piccole cittadine di campagna isolate dal mondo con al massimo cento abitanti; ovviamente tutti morti.

A quel punto ci ritrovammo a doverci fermare a causa di un grave litigio che ebbi con Tom che ci portò a dividerci per un breve periodo. Dopo di chè Greta ci impose di fermarci in una di quelle cittadine per aver tempo per pensare a cosa fare di noi e della nostra amicizia.

Quei luoghi erano piacevoli e tranquilli; e ogni tanto riuscivamo persino a catturare qualche coniglio e mangiarlo la sera stessa, con un bel fuoco accesso e con il rumore dei grilli in sottofondo. Altre volte, invece, non riuscivamo a metter nulla in corpo a causa di quei mostri che con i loro passi e suoni facevano scappare tutta la selvaggina nel raggio di chilometri.

Ricordo che quel litigio avvenne per il fatto che avevo ancora l'abitudine di sfogare la rabbia tirando pugni contro gli alberi intorno a me. Il motivo per cui lo facevo era semplice e forse meschino da pensare nei confronti di un amico.

Litigammo infatti per una questione di invidia. Ammiravo che Tom e Greta stessero insieme, ridessero e si amassero nonostante la situazione intorno a noi. Di tanto in tanto li lasciavo da soli con la scusa di andare a cacciare alcuni scoiattoli o facendo un bagno vicino a una sorgente d'acqua dove eravamo soliti accamparci prima di ripartire. La verità però era che reprimevo un senso di frustrazione per loro due perchè a distanza di due anni non potevo dimenticare quegli occhi celesti; e - anche se ci provavo - lo pensavo persino quando, nel gruppo di sopravvissuti, riuscivo a trovare qualche ragazzo o uomo che potesse soddisfarmi.

Nonostante ciò, in quella cittadina desolata trovammo anche dei bei momenti e piccoli attimi di gioia dopo il chiarimento con Tom; come quella volta in cui dopo un escursione trovammo una piccola piantina di marijuana che chiamammo Groot. Lo stesso nome di quel funko pop che aveva George sulla scrivania e di cui era decisamente geloso. Chissà perchè poi o da cosa derivasse questo suo amore per quel determinato personaggio.

Dopo quella scoperta tornammo da Greta eccitati per la serata che si sarebbe annunciata, trovandola poi a combattere contro un non-morto dalle fattezze femminili. O meglio, se per fattezze femminili si poteva dire un corpo putrefatto con pelle del viso decadente, buchi sul volto e dita delle mani mancanti: la differenza tra donne e uomini era anche questa. Le donne erano più integre, mentre gli uomini potevi trovarli anche senza braccia e gambe.

Alla non-morta cadeva dalle gambe un liquido nero, simile a sangue condensato, ma non fu questo ad attirare l'attenzione mia o di Tom. Fu il modo in cui quella che sembrava la nostra amica, e sua fidanzata, si era trasformata in una guerriera combattente che non faceva altro che ridersela e evitare i tentativi di attacco di quel mostro, fino a stancarsi e farla fuori con un colpo netto sulla testa. Greta era brava in questo, e sembrava esser nata per combattere. Più di una volta aveva salvato il culo a entrambi, dicendo poi di ringraziarla trovando pacchi di assorbenti - mai abbastanza nello zaino a detta sua - o qualche reggiseno che potesse andargli bene. A quelle parole io e il mio amico ci guardammo perplessi, come se lei stesse parlando arabo. Infatti una volta tornammo da un escursione dandogli in mano un pacco che all'apparenza sembrava contenere tampax, ma riscoprendo poi fossero dei pannolini per persone anziane.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora