Alexandria.

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Sentii qualcuno chiacchierare ad alta voce al mio fianco o nei pressi di quella carrozza. D'istinto mi venne spontaneo spostare la mano alle mie spalle per controllare Tom e Greta, ma notai solo quanto fossero ancora addormentati e stanchi, ma comunque abbastanza rilassati da concedersi un sonno senza apparenti distrazioni. Solo la biondina si lamentava nel sonno, dicendo qualcosa riguardo un bambino di cui non capivo l'origine. Forse ricordava qualche zombie ucciso tempo fa in un asilo nido abbandonato. Fu dura per lei quel giorno, e pensai che il suo istinto da madre si fosse risvegliato mentre piangendo poneva fine alle sofferenze di quelle piccole anime.

Non aprii gli occhi e mi rilassai sentendo quelle voci chiacchierare mentre il trotto del cavallo diminuiva lungo la strada ora resa più regolare e senza buche. Mi godei il tepore di quel tramonto che si affacciava su di noi e che rendeva la nostra stanchezza sempre più vivida sul nostro corpo. Nonostante ciò il nostro momento di calma e quiete si interruppe insieme all'arrivo della carrozza alla famosa Alexandria. Appena arrivati Daryl mi diede un colpo sulle scarpe facendomi sobbalzare di getto e mettendomi in guardia così come ero ormai abituato a fare con quelle bestie là fuori. Rimasi quasi intontito nel vedere quell'uomo di fronte a me, come se non sapessi come ci fosse finito ai miei piedi.

Lo vidi scendere dalla carrozza con un balzo: c'era solo lui, mentre Michonne e la bambina erano già fuori. Ne potei sentire le voci.

Mi alzai e passai la mano sul viso. Ancora nelle orecchie percepivo la voce di Oscar che mi ricordava che Castiel fosse morto e una lacrima mi cadde giù per le guance sporche di fango e chissà cos'altro. Sentii il fiato spezzarsi in gola come se fosse stato tagliato da un coltello affilato e allora capii che non fosse una semplice lacrima, ma un singhiozzo che stentava a fermarsi. A quel punto tirai un pugno contro il pavimento in legno della carrozza tanto forte che Greta sobbalzò dal suo sonno profondo e si voltò a guardare il mio viso impregnato di lacrime e quel corpo chiuso a riccio con la fronte posata sulle ginocchia.

Mi augurai di morire e di farlo presto. Pensai a un modo efficace per farlo e gli zombie erano certo una grossa tentazione.

Greta mi prese tra le braccia e mi strinse senza dire una parola. Mi baciò la tempia mentre mi calmava e mi incoraggiava a prendere dei grossi respiri che a stenti riuscivo a inspirare; poi, quando riuscii a darmi un minimo di contegno, uscimmo e quest'ultima dovette sorreggersi sulle mie spalle mentre Tom saltava giù dalla carrozza. Tenendola per il fianco notai come incavate fossero le sue ossa, come se fosse debilitata, e certo quello era il motivo per cui non riuscisse a camminare da sola.

La accompagnai al fianco dei cavalli. Tom era appena dietro di noi e ci fermammo quando Abraham fu abbastanza vicino da poterci parlare.

"Come è stato il viaggio?" chiese.

Notai solo ora i suoi capelli rossi e i suoi grotteschi baffi da tipica pornostar texana.

"Non lo so, siamo caduti in un sonno profondo." dissi con un sorriso cortese.

Lui annuì e fissò gli altri con un fucile tra le mani. I suoi piccoli occhi celesti o verdi - non riuscivo a vedere bene - fissavano gli altri unirsi e parlare. Alcuni di loro ci osservarono per un po', per poi avvicinarsi e presentarsi con un sorriso a tutto denti. Sembravano davvero gentili a primo impatto, e sembravano anche cavarsela bene nonostante il suono degli zombie che ci ricordava, di quella morte che ci sussurrava nelle orecchie quanto fossimo succulenti.

Mi voltai e vidi il cancello chiudersi, così come vidi alcune impalcature anti mostri che permettevano di ritrovarli trafitti come degli spiedini. Se poi questo non bastasse, c'erano anche due torri ai lati e sicuramente in diversi punti del recinto fatto di alberi di legno spessi.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora