Non riuscivo a reagire al gruppo di zombie che circondavano quella campagna e di conseguenza la città. Non erano tanti ma ciò che mi bloccò fu il fatto che Sam e Gabriel stessero alternando attimi di fuga con attimi di combattimento corpo a corpo contro di loro. Per un attimo mi chiesi perchè si stessero esponendo così tanto e non fuggissero e basta, poi il pensiero che venne subito dopo nella mia mente fu una domanda agghiacciante che per qualche secondo fece mancare l'aria nei miei polmoni. Barcollai e mi aggrappai alla spalla di Castiel per non cadere: quello che mi chiesi vorticava ancora nella mia mente, e persino avere il moro di fronte a me non aiutava a eliminare il pensiero sporco sul perchè fossero così distanti dalla cittadina, quasi ai piedi di quel bosco, dove nessuno poteva vederli o sentirli.
Il pensiero soffocante che quella bestia potesse anche solo sfiorare mio fratello mi strozzò fino a farmi annaspare in cerca di qualcosa di stabile che mi poteva far ritornare in quell'equilibrio che avevo creato, in quella che poteva sembrare una meritata tranquillità e felicità. Nonostante ciò quello che vidi subito dopo mi fece urlare a squarciagola, mi fece sgolare così tanto da sentire il dolore su per le vene del collo fino alle tempie pulsanti di rabbia.
Sam stava fuggendo, era un pò più lontano rispetto a Gabriel, ma data la fuga e il terreno non proprio facile da percorrere inciampò e mio fratello finì a terra con qualcosa di simile a una distorsione alla caviglia o una storta. Stava gemendo dal dolore come un cane impaurito e la mia reazione a ciò fu quella di gridargli di alzarsi mentre freneticamente gli andavo incontro. Correvo come un pazzo tra l'erba alta e i sassi che rallentavano il passo. Correvo consapevole del fatto che di punto in bianco le cose sarebbero potute andare ancora peggio, e difatti peggiorarono quando Gabriel, quello stronzo bastardo, vide Sam a terra e decise di non aiutarlo e di pensare a se stesso percorrendo la strada che portava alla sua salvezza, solo alla sua però.
Mi fermai qualche secondo per respirare, ma nel mentre presi il mitra puntandolo direttamente a Gabriel che si fermò di colpo con le mani alzate. Poi un altro urlo attirò la mia attenzione e capii che Sam fosse in un pericolo ancor più grosso, così sparai agli zombie più vicini a lui mentre alle spalle sentivo gli spari di Castiel che facevano la stessa cosa. Proseguii il tragitto che portava a mio fratello anche se il fiato mancava così tanto da farmi girare la testa. Proseguii talmente tanto veloce da veder tutto sfocato, poi l'ennesimo urlo, quello più paralizzante di tutti. Avevamo finito di uccidere tutti gli zombie e avevo notato anche delle frecce sparate probabilmente da Daryl o da Lydia, ma non importava più nulla perchè uno zombie era riuscito ad arrivare a Sam mordendolo alla spalla e strappando via il tessuto della sua pelle insieme alla giacca di jeans che aveva addosso.
"Sammy!" urlai a dieci o venti metri da lui "Sam..."
Arrivai da lui scostando quella bestia dal corpo di mio fratello. Gli diedi un calcio in testa e continuai a farlo finchè non lo vidi più muoversi, infine guardai il volto contratto dal dolore del ragazzo ai miei piedi. Mi inginocchiai e lo sollevai per poterlo tenere più vicino al mio corpo, la mano a coprire la ferita per non far vedere né a me né a Sam stesso quanto grave fosse la situazione, poi lo vidi sorridere con la testa posata sul mio braccio: stanco e dolorante mi guardava con gli occhi ludici e le labbra leggermente aperte. In quel momento sembrava potesse parlarmi in qualche modo, come se ci fosse una qualche condivisione fraterna che solo chi aveva cercato quasi ossessivamente una parte della famiglia possedeva. Secondi dopo alzò la mano tremante e mi fece una carezza che capii fosse indirizzata a quella lacrima solitaria che solcava il mio viso, lacrima che ne fece scendere altre quando inevitalbilmente notai la mia mano ormai intrisa di sangue diventata così rossa da non poter più intravedere il rosa naturale della pelle.
"Sto morendo..." disse Sam. "Ma non farmi diventare come loro: uccidimi quando mi trasformerò, per favore, Dean..."
La sua voce era debole a causa del sangue che usciva fuori così velocemente, a causa del virus che rendeva marcio ogni cosa che trovava dentro lui, poi sorrise e di nuovo le sue mani caddero inermi sul terreno; troppo deboli per auto sorreggersi in un modo naturale.
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We'll find the happiness in the hell.
RandomDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...