Gunslinger, part 1.

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Quella notte non riuscii a prendere sonno facilmente. Sarà stato per quello che accadde non poche ore prima o per l'agitazione di Castiel, ma una sfilza di pensieri mi passavano per la mente facendomi pensare che quello stronzo di Gabriel avrebbe potuto mettere gli occhi - per meglio dire, le mani - su Chris e, per una sorta di vendetta verso di me e l'uomo che abbracciavo nel letto, gli facesse rivivere ciò che il padre aveva vissuto nell'orfanotrofio.

Odiavo pensare che potesse succedere, e odiavo ancor di più l'idea di poter assistere a un cambiamento nei confronti di un bambino così vivace come quell'esserino che ora dormiva nell'altra stanza. Fargli subire tutto ciò significava rivedere quel Castiel 17enne nel primo tempo della nostra conoscenza, vederlo chiuso in sé stesso, terrorizzato e persino in colpa per ciò che non aveva fatto o di cui non aveva il controllo. Non osavo immaginare cosa avrebbe comportato poter vivere quella storia sul corpo di suo figlio. Era assurdo anche solo pensarlo.

Mi alzai dal letto con molta calma e delicatezza per non svegliare l'uomo dall'altro lato del materasso. Era coperto con un piumone leggero che faceva intravedere le spalle e parte delle scapole, mentre le mani erano - come di abitudine - vicino alla bocca per avere una sorta di ulteriore protezione. Il suo corpo sembrava rilassato, anche se il continuo muoversi non faceva altro che dirmi che ciò che stesse sognando non fosse così tranquillo come poteva sembrare. Decisi di non svegliarlo per ora; avevo imparato ad andargli in soccorso solo nei momenti più duri e questo in paragone ad altri non era nulla di chè.

Mi misi i boxer che fino a poco prima vennero gettati dall'altra parte della stanza e proseguii la camminata notturna per distrarmi un pò da tutto, rendendomi conto poco dopo che l'umidità della notte mi creasse dei brividi. Non tornai indietro a prendere la maglia per il semplice fatto che non era così male come poteva sembrare, quindi andai in cucina e mi sedetti su uno sgabello mentre bevevo un bicchiere d'acqua. In altre situazioni sarebbe stata una bottiglia di birra, ma tutto era tristemente cambiato e le più piccole abitudini mancavano come aria nei polmoni. Abitudini che nella penombra della casa mi portarono a pensare alla prima notte che passai con Castiel, la prima notte ad amarci tra le lenzuola e la prima notte di riabilitazione dei miei genitori. Per lo meno quella che interpretavo come qualcosa tra me e loro e non quella che stavano affrontando con la droga e tutta la varia merda.

Queste abitudini mi mancavano, la tranquillità mi mancava e persino pensarli come dei genitori al mio concerto che orgogliosi mi guardavano urlare quanto cazzo li avevo odiati per quelle botte, perdonandoli nonostante tutto perchè le loro scuse avevano creato o fatto scattare qualcosa nel mio cervello che non capivo; compassione forse.

Mi resi conto di non aver mai provato compassione per loro e tanto meno comprensione perchè era più facile urlare il mio risentimento che guardare il loro punto di vita e dire che forse, in una minima parte, avrebbero potuto aver un minimo di ragione. Dopotutto eravamo in condizioni pessime, e loro avevano due figli a carico: i soldi facili avrebbero fatto gola a tutti.

"And I hate that I made you the enemy..." canticchiai quelle parole che avevo detto a mio padre prima che morisse "... Now, I hate that I need you."

Guardai la porta di entrata di quella casa quasi sperando ci fosse ancora una volta una torta ad aspettarmi, ma nessuno bussò, nessuno fece nulla, e solo il rumore degli zombie misto al frinire dei grilli dava una dolce musica a tutta quella triste riflessione e ai sensi di colpa per esser stato così stronzo nei loro confronti.

Presi un grosso respiro e mi passai la mano sul viso, stanco sia fisicamente che mentalmente nel vivere quella vita fatta di stenti. Pensai che in fin dei conti se ero ancora vivo era solo per determinate persone: chi mi teneva per mano mentre guardavo il fondo del burrone o chi, molto più dolcemente, si sedeva al mio fianco sperando che un pò di silenziosa compagnia potesse rendere quell'oscurità meno buia.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora