NoExcuses.

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Il pomeriggio dopo la scuola eravamo tutti nervosi per quello che sarebbe successo di lì a poco. La tensione era palpabile e c'era chi - come per esempio Ricky - camminava avanti e indietro per il vagone senza proferire parola o, al massimo, tamburellava le dita da qualche parte. Era particolarmente agitato a causa di alcuni errori che non riusciva a correggere mentre suonava la batteria. Alcune volte era così teso a causa di un concerto o qualcosa di simile che si incazzava per qualsiasi cosa e si metteva a tamburellare quelle bacchette contro il tavolino in maniera quasi ossessiva: ora, per lo meno, si limitava a camminare avanti e indietro per il corridoio cercando qualcosa che potesse distrarlo, ma fallendo miseramente.

Stavamo viaggiando in treno da ormai un ora e mezzo, seduti ad aspettare in una piccola cabina. Di tanto in tanto passava un controllore che chiedeva il biglietto, andandosene poi con quello stesso sguardo serio e severo. Mi chiesi ancora una volta quanto mancasse per arrivare a Santa Monica, più precisamente nella famosa NoExcuses dove il signor Lorans ci aveva dato un aggancio e ci aveva promesso i migliori tecnici del suono. All'inizio eravamo eccitati per la notizia, e lo eravamo anche allora a dire il vero, ma l'idea di confrontarci con uomini con alle spalle una certa esperienza ci innervosiva così tanto da renderci insopportabili anche nelle minime cose.

Tom, quello di fronte a me, si era perso a osservare le città passare e le diverse stazioni che si erano presentate di fronte a noi. Ad un certo punto del viaggio si era persino messo a ridere quando vide un bambino cadere con tutta la valigia - tipico black humor del mio amico - per poi cercare di descrivere la scena e ridere ancora di più. Noi ci unimmo a quella risata solo perchè era davvero buffo vederlo così euforico.

A fianco a Tom c'era un anziana signora col cappello sulle 23, delle trecce bianche sul lato della spalla e una mantellina. Era davvero molto elegante e aveva messo le dita della mano destra posate sulla bocca per non esser vista quando aveva iniziato a sghignazzare con noi. Questo piccolo episodio calmò un pò tutti almeno per il restante periodo del viaggio. Appena scendemmo dal treno ci trovammo in una stazione a noi sconosciuta, anche perchè non avevamo mai viaggiato così tanto da poter comprendere quanto diversi fossero i luoghi e la gente che ci era intorno. Per noi Huntington Beach era già abbastanza grande per capire che di gente strana ce n'era abbastanza.

Uscimmo dall'immensa stazione e ci ritrovammo in un piccolo spiazzo che ci permise di organizzare ogni cosa avessimo in mente, di stiracchiarci dalle ore passate in treno seduti o, al massimo, di camminare qua a là per i stretti corridoi prima di ripartire con lo zaino in spalla, contenente alcune tracce scritte su un quaderno e in altri gli spartiti di quest'ultime. Con la supervisione di Google Maps iniziammo a camminare e, di tanto in tanto, ci fermammo ad osservare qualche casinò - ovviamente da fuori data l'età - oppure qualche grattacielo in cui dovevamo alzare la testa fin che era possibile farlo, coscienti del fatto che sarebbe stato meglio andare in quella sconosciuta città decisamente ore prima. In questo caso quattro ore prima, perchè ci saremmo fermati a fissare ogni minima cosa da bravi turisti.

"Non capisco come mai voi non siate mai venuti qui." dissi io di colpo. "Io avevo dei genitori coglioni, ma voi avreste potuto chiedere di passare un weekend a Santa Monica!"

"Perchè noi abbiamo un amico altrettanto coglione che tenta di suicidarsi ogni decimo di secondo!" scherzò Tom, guardandomi.

"Intendi George?!" sbottai, indicandolo al mio fianco.

Sapevo che stesse parlando di me, ma deviai il discorso.

"Ehy, io non lo faccio così raramente!" rispose con un finto fastidio. "Per me ogni microsecondo!"

Sbuffai e mi morsi le labbra nervosamente.

"Quindi voi-" provai a dire.

"Si, siamo rimasti con te per proteggerti e starti vicino." mi interruppe Ricky che mi abbracciò dalle spalle, proseguendo il cammino in quel modo così stupido. "O forse perchè ti amo segretamente."

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora