Fake love, part 1.

30 1 0
                                    

"Non so cosa fare, Dean." disse dopo pochi minuti Ricky.

"Noi non possiamo fare niente." risposi e feci qualche passo in direzione della finestra.

Fuori era notte fonda, non si vedeva nessun tipo di movimento se non i controllori che camminavano con torce - infuocate o elettriche - in strada e con addosso armi per la difesa di zombie e umani: era terribile pensare di trovarci in una sorta di dittatura che ci impartiva quando andare a letto e quando iniziare a lavorare, ma era pure un segno di protezione per tutta la comunità in caso di una possibile invasione di quei esseri ormai deceduti affamati di carne umana. In fondo tutta questa sicurezza serviva anche a questo, tutta questa attenzione nel guardare ogni via e venir controllati era un modo per tenerci al sicuro in un modo o nell'altro.

"Perchè dici questo?" chiese.

Mi voltai un secondo e guardai lo sguardo confuso e triste di un amico pronto a tutto pur di aiutare qualcuno in difficoltà, di un dottore cui la deformazione professionale lo portava a voler curare tutti e soccorrere ogni anima in pericolo, anche quelle stesse incapaci di esser salvate.

Feci un grosso respiro e guardai il mio stesso riflesso nel vetro cercando di ricordare il perchè ci vollero così tanti anni per farmi uscire da quella gabbia di matti, quella stessa che con impegno si trasformò in una famiglia cui stentavo ancora a crederci: pensai a come avessi paura di mio padre e come mia madre mi avesse distrutto caratterialmente, pensai a come loro mi avessero creato la certezza di poter avere un minimo contatto genitoriale - seppur doloroso - con loro e come quella certezza mi avesse reso dipendente e insicuro nello staccarmi da quel malsano rapporto che la mia mente tramutava in affetto.

"Come hai detto tu, so come si sente Castiel." dissi con sforzo, le mani chiuse in un pugno "E proprio per questo lui non vuole uscirne da quella situazione... è complicato, ma è come se gli piacessero quelle botte."

"Come...?" provò a dire, ma le parole gli si fermarono in gola. "Però non capisco, ora che tu sei qui, lui dovrebbe staccarsi da quel pezzo di merda. Tu sei qui e non deve ricordarti con quei lividi, ci sei fisicamente!"

Mi voltai di colpo appena sentii la sua irritazione fargli alzare la voce.

"Lo so, Ricky. Pensi non ci stia provando a farlo ragionare?" sbottai "è così impaurito da Danny che gli ubbidisce a bacchetta! Ieri mi ha raccontato del fatto che Chris non può neanche giocare perchè quel coglione non vuole sentirlo neanche ridere e io ora ho solo voglia di entrare in quella fottuta casa e ridurlo al nulla! Cazzo, se non fosse per Greta, rischerei e lo prenderei a pugni fino a tramutarlo in zombie!"

Gli urlai in faccia quelle parole come se fosse colpa sua il fatto che Castiel fosse fidanzato con quella bestia, ma quello che vidi di fronte a me fu lo stesso mio sguardo incazzato da quello che gli stava succedendo. Entrambi non sapevamo che fare e impotenti ci confrontavamo su decisioni che alla fin fine non eravamo noi a dover prendere, quindi restammo lì a guardarci per qualche secondo fino a che la tensione non svanì del tutto portandoci a sbuffare di rabbia repressa e frustrazione.

"Greta cosa c'entra in tutto questo?" chiese con tono duro.

Sapevo non volesse usare quel tono con me, era la rabbia di entrambi a farci ragionare in quel modo.

"Quando siete venuti in prigione, Daryl sembrava sorpreso di trovare delle persone vive e non credo volesse neanche salvarci." spiegai con tono apparentemente calmo "Greta offrì la sua vita come garanzia, ciò significa che qualsiasi cazzata noi avessimo potuto fare la colpa sarebbe stata sua e ne avrebbe pagato con la vita."

"Non credo che Daryl o Michonne abbiano preso in considerazione quelle parole-" rispose, ma lo interruppi.

"E se lo avessero fatto?" domandai "Non posso rischiare di perdere anche Greta, non ora che è incinta!"

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora