We'll find the happiness in the hell.

One more light.

"Pensavo veramente che tu fossi morto." disse Castiel, rompendo quel silenzio che si era creato dopo qualche coccola.

Mugolai a causa della mia sonno veglia. Mi ero rilassato così tanto che persino muovere il braccio per passarmi la mano sul viso risultava difficile, come fu difficile, anzi surreale, abituarmi all'idea di avere Castiel al mio fianco, che mi abbracciava completamente nudo mentre io non facevo altro che accettare quel momento. Mi alzai sui gomiti solo per guardargli meglio il viso e sorridere a quell'uomo che per anni avevo cercato e bramato. Gli accarezzai le labbra ancora una volta e gli stampai uno di quei innumerevoli baci che in quel tempo avevo dimenticato potessero essere così piacevoli.

"Ma a tuo malgrado sono qui!" risposi con ironia e lui scosse la testa lievemente. "Oscar mi ha mentito e mi ha detto di averti fatto cose orrende."

"Cosa?"

Mi stesi sulla schiena e tirai il lenzuolo all'altezza dei fianchi. Non volevo rivivere quei sogni ricorrenti che in quelle settimane mi avevano portato a sognarlo in una pozza di sangue e non gli avrei detto nulla a riguardo. Nonostante ciò decisi di dirgli il minimo indispensabile perchè non potevo mentirgli; era una promessa che avevamo mantenuto per anni e per anni ci eravamo giurati sincerità estrema.

"Mi ha detto di averti ucciso." spiegai con un grande sforzo.

"Capisco." disse infine con un tono piatto, come se fosse distaccato dall'intera faccenda "Ma a tuo malgrado sono qui!"

"Usi le mie parole contro di me?" replicai divertito.

"Userò ogni cosa contro di te, soprattutto le debolezze." sussurrò, dandomi dei leggeri baci dietro l'orecchio "E ogni volta che ne ho voglia."

"Dove è il Castiel tutto timido e riservato?" chiesi ancora.

Lo spinsi via. Lo baciai lungo il petto con la stessa lussuria usata poco prima e che avrebbe pagato a caro prezzo per quello che mi aveva fatto, poi intrecciai le dita tra le sue e lo guardai per qualche secondo. Sembrava ci fossimo cercati per così tanto solo per poter finire a letto e amarci ancora una volta follemente fino a stancarci e finire esausti su quel materasso poco comodo. Mi avvicinai di nuovo alle sue labbra, come ad averlo risvegliato da un lungo sonno: quel timido ragazzo era lì di fronte a me con gli occhi a fissare i miei e le guance lievemente rosee. Accarezzai con delicatezza i suoi capelli giocando con le ciocche dietro la nuca.

"Magari non se n'è mai andato..." sussurrò.

Lo baciai piano, come quella volta in spiaggia dove finimmo per avere tutto il corpo pieno di sabbia. Continuai, creando una piccola via lungo il collo e rendendolo mio ancora una volta; forse marcando quel territorio di miei baci e non di quello stronzo che abitava in casa con lui.

Aprii gli occhi per osservare il suo viso paonazzo, la bocca lievemente aperta per accogliere i miei baci e le palpebre chiuse che si aprivano con lentezza per cercare il mio sguardo: era perfetto e mi bruciava lo stomaco a pensare che quell'uomo abitasse con lui, che lo potesse possedere ogni notte mentre io stavo a guardare impassibile.

Strinsi la sua mano più forte e colto dalla gelosia trasformai quei baci così casti in tutt'altro, tanto che Castiel mi chiese da dove fosse uscita tutta quella passione e così improvvisamente. Non risposi, non ora che potevo avere quella notte con lui, non ora che potevo sentirlo ancora una volta pronunciare il mio nome quando ero io stesso a dargli piacere.

Il giorno dopo, quando l'alba aveva iniziato a schiarire il cielo, sentii Castiel scostarsi dal mio corpo, tornare a casa da Chris e quel bastardo che viveva con lui. Lo accettai in silenzio, anche se gli avevo dato modo di ricordarsi in ogni secondo di quella casa; persino prima di aprire la porta e lasciarlo attraversare la strada, quando lo spinsi contro di essa e lo baciai ancora una volta con la stessa identica passione che sfortunatamente lui bloccò: a quanto pare non poteva tardare più di tanto.