Una settimana dopo aver dato il numero a James e Kate, iniziarono a chiamarmi e a fare brevi chiacchierate in cui mi chiedevano come stavo e che stessi facendo. Di tanto in tanto quello a parlare era mio padre e con fare molto più cauto mi chiedeva dei miei amici, di quello che stessi facendo con il gruppo - non gli dissi della canzone, sarebbe stata una cosa da dire a voce - e di Castiel, il cui argomento finiva sempre troppo presto; quasi troncato da lui stesso.
Iniziai a pensare che non l'avesse accettato del tutto il mio orientamento sessuale, ma che ce la stesse mettendo tutta esattamente come fece Alfred, mio nonno paterno, a differenza di nonna Tessa che in un batter d'occhio accettò la cosa nonostante la così grande differenza di epoche che c'era tra me e lei.
Dovevo ammettere, però, che il fatto che me ne parlasse fosse già un passo avanti: conoscevo genitori che non volevano neanche sfiorare quell'argomento, evitando tutto e chiunque provasse ad accennarlo.
Chiusi la chiamata e guardai il soffitto del salone. Fino a poche settimane prima mi avevano spiegato di quel lavoro che facevano e dell'esistenza Sam; il quale tutt'ora non avevo incontrato né ero stato in grado di riconoscere come mio fratello. Alcune volte ci pensavo così spesso da farmi venire il mal di testa, oppure finivo per tirare pugni contro qualsiasi cosa che potesse far male, creando così grossi lividi sulle nocche o rendendole rosse e doloranti per giorni. Persino sentire la dita di Cas tra le mie era doloroso, ma lui ovviamente non lo sapeva.
Mi alzai in piedi e decisi di fare una chiamata ai ragazzi per avvisarli di quello che mi stava succedendo e per cosa per giorni si fossero preoccupati. Ovviamente dissi di avvisare anche Castiel e Tanya e di vederci lì per le 7 di sera, quando sicuramente tutti avessero finito di studiare. Dissi loro di non preoccuparsi per la cena, che avrei preso qualcosa io per tutti, così subito dopo andai a fare una doccia rilassante che mi fece pensare un pò a tutta la situazione generale. Pensai a come avessi trattato George in quei giorni quando cauto mi chiedeva perchè non mangiassi, e ogni tanto lo vedevo scostarsi le lacrime dal viso abbracciando John e sussurrando cose nella loro madrelingua.
Potevo capire il perchè di quella reazione: era preoccupato che io mi ammalassi nello stesso modo in cui lo era lui. Conosceva bene cosa significasse tutto il processo di guarigione e la lotta interiore che dovevi affrontare per combattere quella stupida guerra che ti diceva quanto grasso tu fossi. Nonostante ciò io lo spingevo via in mal modo e rispondevo male a chiunque mi chiedesse quale fosse il motivo del mio dimagrimento. Iniziai a riprendere a mangiare solo dopo quella piccola terapia d'urto che feci, e a piccoli bocconi ripresi qualche chilo fino a essere quello che ero. Forse poco meno muscoloso, ma avevo in mente di rimediare anche a quello.
Uscii dalla doccia e avvolsi un asciugamano alla vita. Sulla spalla potevo vedere un segno rosso scuro fatto da Castiel la sera prima e se si prestava attenzione anche i graffi che mi fece lungo i fianchi prima di slacciarmi i pantaloni. Scossi la testa lentamente a quei ricordi e con un sorriso malizioso dato da quei pensieri iniziai a farmi la barba e prepararmi per uscire.
All'orario stabilito uscii di casa con in mano le foto di Sam e arrivai da loro con qualche minuto di ritardo.
Li sentii parlare di una serie tv che stavano seguendo, tranne Castiel che sovrappensiero guardava la sua homepage di Facebook, mettendo qualche like qua e là. Mi avvicinai a lui e gli alzai lo sguardo con due dita per potergli stampare un bacio e sorridere su quelle labbra morbide. Tra l'altro lui era l'unico che aveva capito che non doveva spingermi a farmi dire ciò che stesse succedendo: se non volevo farlo era meglio evitare di chiederlo più di una volta.
"Ciao ragazzi!" salutai con un sorriso e mi sedetti sulla poltrona libera. "Di che parlavate?"
"Diverse cose. Io e Greta parlavamo del fatto di voler aprire un canale youtube un giorno!" rispose Tanya. "Come stai?"
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We'll find the happiness in the hell.
RastgeleDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...