Fake love, parte 2.

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Rimasi lì per un tempo indefinito con la schiena contro la porta e gli occhi vitrei a cercare un modo per far ragionare Castiel. Impotente, mi resi conto che quelle scelte fossero le più difficili da fare, perchè quando ti entrava in testa una manipolazione simile era complicato staccarsi e iniziare una nuova vita come se nulla fosse. Fu problematico persino per me che ero cosciente del fatto che entrambi i miei genitori mi facessero del male, e in quel momento non capivo se il mio vicino di casa ne fosse altrettanto cosciente.

Non sapevo neanche se fosse abbastanza autolesionista da continuare quella pazzia nonostante sapesse quanto si stesse facendo del male o quanto stress stesse regalando al piccolo Chris. A quel pensiero strinsi i pugni per l'ennesima volta: mi incazzai contro Danny fino a sentirmi in colpa nel non poter far nulla, e persino sapere quello che il bambino o Castiel stessero provando mi portava in uno stato di collera al limite del sopportabile.

Presi un grosso respiro e mi alzai in piedi. Avevo lasciato l'album nelle sue mani e forse era meglio così: almeno, sfogliandolo, avrebbe avuto la possibilità di ricordare i bei momenti passati con me e il gruppo, anche se metà di loro era morta nella speranza di trovare una salvezza ad Atlanta. Ero sicuro che se ci fosse stato John e avesse visto Castiel in quella situazione avrebbe fatto qualcosa. Sicuramente, avrebbe detto a quest'ultimo di pensare al dolore che stesse facendo a se stesso e al gruppo senza sforzarlo più di tanto. Se questo non fosse bastato, avrebbe litigato pesatamente con lui sputandogli in faccia la realtà dei fatti.

Ancora una volta mi chiesi se quella fosse la vera soluzione a tutto; ovvero lasciarlo da solo per fargli capire che per ogni azione ci fosse una reazione, e che soprattutto non poteva tenere entrambi i piedi in una scarpa. Doveva decidere se era più bello essere picchiati da Danny o avere giornate tranquille con me, il quale si, non ero perfetto come nessuno in questo mondo, ma nonostante ciò non mi sarei mai permesso di picchiarlo, neanche se mi avesse provocato.

Andai in bagno per lavarmi il viso e schiarirmi le idee. Il getto dell'acqua tiepida sulla pelle mi rilassò quel poco a illudermi che un giorno mi avrebbe dato quella spiegazione che si affannava a urlarmi quando poco prima me ne stavo tornando a casa, quella stessa che Ricky mi aveva confessato il giorno prima e che durante la notte mi sembrò così surreale da non crederci. Castiel non era così stupido da farsi picchiare solo per ricordarmi, non potevo accettare che io - in un modo o nell'altro - fossi stato la causa di tutto quel dolore.

Guardai il mio riflesso allo specchio: la notte quasi insonne aveva creato dei cerchi violacei intorno ai miei occhi e il colorito della pelle era biancastro, facendo risaltare quelle lentiggini che circondavano le guance e lievemente il naso.

Sentii bussare alla porta dopo pochi secondi, quindi mi asciugai il viso con lentezza. Avrei voluto riflettere un altro pò su quella merda prima di mettermi faccia a faccia con qualcuno e fingere che tutto stesse andando bene, ma andai ad aprire.

"Hai dimenticato questo..." disse Castiel porgendomi l'album.

Strinsi la mano lungo la maniglia cercando di controllare il nervoso nel mio corpo. Ero incazzato persino con lui in quel momento a causa della sua malsana decisione di non muovere il culo e allontanarsi da Danny.

"Grazie." replicai solamente.

Ci fu un attimo di silenzio interrotto solo dal vociare dei cittadini in lontananza e dal rumore della natura intorno a noi.

"Possiamo parlare?" chiese con un sussurro misto al tremare debole della voce.

"Prima vai a chiedere il permesso a Danny! Non vorrei che quel coglione ti facesse male solo perchè vuoi parlare con me. " ribattei ancor più nervoso.

"Dean..." implorò.

Guardai i suoi occhi vitrei trasmettermi quell'odiosa morsa dolorante allo stomaco simile a un pugno che forte ti portava il cibo su per la trachea creando un nodo alla gola. Deglutii a forza quelle sensazioni e aprii la porta un pò di più per farlo entrare.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora